Noah Rubin è diventato celebre per il blog Behind the racquet, uno spazio per giocatori e giocatrici che si raccontano con le loro parole. "Tutti hanno una storia" è il motto del progetto. La sua è al centro della quarta puntata di New York Stories
di Alessandro Mastroluca | 17 agosto 2025
'Everyone has a story', tutti hanno una storia. E le storie del tennis non necessariamente sono storie di successo. Meglio ancora: nemmeno le storie di successo, in fondo, sono storie facili" scriveva Cristian Sonzogni su SuperTennis. Raccontarle, quelle di chi il successo lo ha conosciuto e quelle di chi lo ha solo sognato, farlo con le parole dei protagonisti è diventata la missione di Noah Rubin. Ex promessa USA, ex campione junior a Wimbledon mai andato oltre la posizione numero 125 nel ranking ATP, è diventato popolare per il blog Behind the Racquet.
Rubin racconta il progetto, la sua carriera conclusa con il ritiro annunciato nella stessa settimana in cui ha detto addio Roger Federer, e la sua visione per il futuro del tennis, in un'intervista di grande profondità e sicuro interesse al centro della quarta puntata di New York Stories, in onda lunedì alle 13 su SuperTennis.
In un mondo come quello del tennis professionistico sempre più disposto ad affrontare pubblicamente le fragilità psicologiche, gli effetti sulla mente delle pressioni che si affrontano nell'inseguire la vetta, promessa di ricchezza e fama, il blog di Rubin si è trasformato in uno spazio utile per i giocatori e le giocatrici, sorprendente per i lettori.
Il primo a raccontarsi è stato proprio lui, nel 2019. “Ritengo sia un'opportunità per scoprire la persona dietro l'atleta. Sono rimasto sorpreso, e felice, da come è stata accolta l'idea. Volevo spingere i giocatori a raccontare se stessi, le proprie insicurezze e difficoltà, ma avevo paura di urtare la loro sensibilità. Non immaginavo che in molti riuscissero ad abbattere la diffidenza, aprendosi e raccontando le proprie storie con dettagli insoliti” spiegava allora. “Queste storie dietro la racchetta sono una piccola terapia per ognuno di noi, ci aiuta a prendere consapevolezza dei problemi e fornisce lo stimolo ad affrontarli”.
Nel suo blog fa raccontare ai protagonisti del circuito quello che normalmente al pubblico non arriva, ossia le difficoltà nell'approccio al tennis dei pro. Semplice e potente anche la scelta stilistica che caratterizza ogni giocatore, ogni storia, ogni persona. Come raccontava per SuperTennis.tv Marco Mazzoni, "il volto del giocatore è in parte oscurato dalle corde della racchetta, lo strumento che ne accompagna la vita, indispensabile compagno di viaggio per guadagnarsi dollari e (forse) la fama. Un reticolo attraverso cui filtrano sguardi ed emozioni, grazie alla condivisione diretta dei propri pensieri, vulnerabilità e lotte interiori per sopravvivere ed imporsi in un mondo competitivo, a volte spietato".

Ogni racconto contiene perle piccole o grandi di sensibilità da parte dei tennisti, abituati forse più di altri atleti a convivere con le proprie emozioni, a cercare di capirle, di gestirle, di trasformarle in un alleato verso la vittoria e non in un avversario che conduce alla sconfitta. Ogni storia è il racconto di un mondo nel quale, come ha scritto il croato Ivo Karlovic nella sua testimonianza su Behind the Racquet, "essere realisti non paga. Conviene essere dei sognatori". Come Noah Rubin che la sua storia la sta scrivendo dando spazio a quelle degli altri.