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US Open, c'è Felix tra Sinner e la seconda finale a New York

Il canadese, in vantaggio negli scontri diretti contro il numero uno del mondo, a New York è tornato a giocare una semifinale Slam a quattro anni dalla sua ultima e unica apparizione: "Anni duri, ma il tennis è ciò per cui vivo"

di | 05 settembre 2025

Felix Auger-Aliassime (Getty)

Felix Auger-Aliassime (Getty)

New York, Felix. Quattro anni. E' il tempo che è servito alla parabola di Felix Auger-Aliassime per ritornare lì dove sembrava stesse per decollare. Nel mezzo: qualche titolo, un ranking sempre più deficitario, e il dubbio che anche la storia di uno dei profili più interessanti del tennis moderno potesse risolversi in un epilogo di rimpianti e occasioni svanite. Alla fine invece riecco la luce accendersi nella città che non dorme mai e che quattro anno fa lo vide arrivare a giocarsi la sua prima semifinale Slam. Corsi e ricorsi.

Questione di tempo. Di tempi. Quello che ciascuno intende dare a sé stesso e quelli necessari perché un percorso possa dirsi se non compiuto almeno riallineato a quella che era la sua strada. Quella del canadese, che in semifinale a Flushing Meadows sfiderà Jannik Sinner, non è quella del predestinato. Ciò non di meno, indizi e doti lasciavano intuire come potesse invece presentarsi come la direttrice entro cui immaginare il giocatore moderno: alto, potente, agile. Fluido nei movimenti ed educato nei modi. Un investimento per il futuro, lo specchio che mancava per chiudere i conti con una generazione irripetibile e per questo destinata a fagocitare ogni confronto, salvo quello con qualcosa di diverso da lei. 

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L'epifania arrivò proprio a Flushing Meadows. L'anno, il 2021. L'allora n.15 del mondo tra ottavi e quarti si liberò di Tiafoe prima e di Alcaraz poi salvo arrendersi a Daniil Medvedev in semifinale. Un piazzamento inatteso, e per questo difficile da decifrare. L'onere toccò alla stagione successiva, a lei il compito di verificare se di singolo exploit si fosse trattato o di rara epifania. Auger-Aliassime rispose conquistando ben quattro titoli, raggiungendo il suo miglior ranking di n.6 del mondo e qualificandosi per quelle che a oggi restano le sue uniche Nitto ATP Finals giocate. La coincidenza cominciò a farsi così indizio, e a Felix ancora una volta spettava ora l'onere della prova definitiva. 

Ed è qui che la storia si avvita, la carriera inciampa e il futuro comincia a prendere pieghe inattese. La diagnosi dei tecnici fu concorde: involuzione. I più cauti sostenevano invece si trattasse di un periodo di assestamento, coerente con l'età e l'inesperienza, e che per emettere giudizi definitivi occorreva avere pazienza. "Sono stati un paio d'anni davvero duri ma è stupendo essere di nuovo in semifinale. Fin qui è stato un torneo fantastico ma c'è ancora tanto tennis da giocare e le sfide più grandi sono quelle che mi attendono. Ma è questo ciò per cui vivo", ha dichiarato il canadese dopo il successo ai quarti contro Alex De Minaur. 

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Deve essere stato un mantra che il canadese si è ripetuto spesso in tutto questo tempo. Anni di eliminazioni precoci negli Slam, di inattese sconfitte in tornei di seconda fascia, di finali raggiunte a sorpresa e chiuse all'insegna dell'amarezza di un appuntamento mancato con sé stessi. Il seeding che cala, la fiducia che non sale, e nuovi e spavaldi avversari decisi a prendersi una ribalta che avvertivi ormai come qualcosa di imminente. 

Due le strade davanti a sé: cambiare, provare nuove vie e nuove soluzioni, mettere e mettersi in discussione; oppure insistere, accettare il momento, abbracciarlo come parte di un percorso di crescita. Dare all'incertezza il peso di una sentenza, o decidere se quell'incertezza - quelle fragilità - non facciano invece parte di un percorso e di un quadro più grande. Felix ha optato per questa strada. Ha mantenuto coach e fidanzata, così come il sorriso (anche quando provocato da sviste arbitrali clamorose), proseguendo nelle opere benefiche e guadagnando come ricompensa una serenità interiore invidiabile per molti suoi colleghi. 

Il 2024, seppur senza titoli, ha contribuito a far lui ritrovare sensazioni e fiducia proprio quando nessuno sembrava interessarsi ai suoi risultati. E oggi che è tornato a giocarsi una semifinale Slam, lo stupore e l'incredulità degli addetti ai lavori sono ancora più grandi proprio perché nessuno lo aveva visto arrivare. Lui, Felix, non se ne era mai andato. Aveva solo bisogno di tempo per ritrovare la sua strada. 

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