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"Ho avuto un po' di timore del quarto set, ma mi ha sorpreso il modo in cui ha alzato il livello nel tie-break - ha detto ai microfoni di SuperTennis -. Ho sempre pensato che potesse fare bene sull'erba"
07 luglio 2025
Non è riuscito a trattenere le lacrime, Stefano Cobolli, quando il suo figlio ed allievo Flavio ha chiuso – nel tie-break del quarto set – la sfida contro Marin Cilic, regalandosi, a Wimbledon, il primo quarto di finale in carriera in uno Slam. Emozioni che ha cercato di spiegare, non nascondendo un certo orgoglio, anche ai microfoni di SuperTennis: “È stato comunque un percorso lungo. Mi ha fatto piangere, e contento della partita che ha fatto e per come l’ha chiusa – ha detto - perché nel quarto set avevo un po’ di timore: l’altro giocava benissimo, lui aveva un po’ tirato i remi in barca. Quando poi ha avuto quella reazione forte al tie-break, alzando la qualità, alzando l’asticella, quasi non me l’aspettavo. Quindi ho avuto un po’ questa reazione emotiva”.
Una reazione che è figlia della natura stessa di Flavio, comunque vada il torneo già sicuro di fare il suo debutto in Top 20 da lunedì prossimo: “Nel suo gioco sembra sempre che ci siano tante difficoltà, ma attraverso il lavoro e la sua determinazione, sta avendo dei miglioramenti che forse neanche io mi aspettavo”, ha continuato Stefano. “Però sapevo che avrebbe potuto giocare bene anche sull’erba, e oggi ha fatto vedere le novità su cui cerchiamo sempre di lavorare. Farlo allenare con i più forti al mondo è sempre stato un mio cruccio, per poter prendere da loro degli spunti dal punto di vista dell’atteggiamento. Inoltre, abbiamo investito tanto sul servizio – ha concluso – e continuiamo a lavorare sulla sensibilità”.
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