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Darren Cahill svela: "Sinner guarda Alcaraz più di chiunque altro"

Il trionfo di Jannik Sinner a Wimbledon nasce dal lavoro in allenamento e dalla cura dei dettagli, come ha raccontato il coach Darren Cahill in conferenza stampa

di | 14 luglio 2025

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Jannik Sinner ha fatto capire che vorrebbe convincere l'australiano Darren Cahill a cambiare idea e a restare nel team anche dopo la fine di quest'anno. Il coach che ha portato tre giocatori (Agassi, Hewitt e Jannik) e una giocatrice (Halep) a raggiungere la posizione di numero 1 del mondo, ha raccontato in conferenza come è nato il trionfo di Jannik, il primo di un italiano in singolare a Wimbledon. Dalle sue parole si comprende bene perché Sinner non voglia privarsi del suo contributo nel team, guidato da Simone Vagnozzi.

Il segreto, ha detto, sta nella cura dei dettagli nel lavoro quotidiano. Ed è qui che si fa la differenza, lontano dalla partita, attraverso quegli esercizi magari noiosi da ripetere ma essenziali se si vuole arrivare a scrivere la storia. "Per noi sono fondamentali perché dobbiamo affinare quelle abilità che gli serviranno nei momenti importanti, come quando ha una palla break nel quarto set e magari fino a quel momento non ha mai tirato un rovescio lungo linea sulla seconda di servizio, ma deve avere la fiducia di farlo… ed è proprio quello che ha fatto" ha spiegato in conferenza stampa Cahill, analizzando il momento che ha definitivamente indirizzato la finale di Wimbledon contro Alcaraz.

Le foto che fanno la storia

Le foto che fanno la storia

Con lo spagnolo, numero 2 del mondo, è in corso una rivalità appassionante. "Jannik guarda più partite di Carlos che di chiunque altro, perché è affascinato dai miglioramenti che Carlos sta facendo nel suo gioco, e ci spinge, come allenatori, a garantire che anche lui stia migliorando come tennista" ha detto.

Ma il lavoro non è mirato solo a battere Alcaraz. "Noi lo prepariamo per affrontare tutti, se ti concentri solo qualcuno poi arrivano altri giocatori che ti sorprendono e ti creano enormi problemi - ha concluso Cahill - Oggi ci sono così tanti stili di gioco diversi. E il tipo di tennis che ha giocato Jannik in finale contro Carlos non funzionerebbe contro Ben Shelton o Alexander Zverev. Ma ovviamente Carlos è un punto focale, entrambi si spingono a vicenda. La rivalità c'è e spero continuerà per altri 10-12 anni".

L'esultanza di Darren Cahill, a sinistra, e Simone Vagnozzi a Wimbledon (Getty Images)

L'esultanza di Darren Cahill, a sinistra, e Simone Vagnozzi a Wimbledon (Getty Images)

Il racconto di Cahill ci riporta indietro alla vigilia dei Championships: in quei momenti Sinner e il team stavano mettendo le basi del trionfo. "Quella che ha preceduto Wimbledon è stata la migliore settimana di allenamento che abbiamo fatto con lui, sia dal punto di vista dell’atteggiamento che della forma. Normalmente non ci interessano i risultati dei set di allenamento,lavoriamo sempre sulla visione d'insieme, sull'obiettivo di diventare un tennista migliore. Ma quella settimana è stato fantastico".

Sinner, ha confermato Cahill, è arrivato a Wimbledon senza alcun "peso psicologico" dopo i tre match point mancati contro Carlos Alcaraz nella finale più lunga di sempre al Roland Garros.

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Cahill, figlio di un giocatore e allenatore di football australiano, ha portato nel suo lavoro nel tennis l'approccio al lavoro e al ruolo di coach che ha conosciuto in famiglia. "La regola nel football australiano  è che tutti devono rispettare il proprio ruolo, restare al proprio posto, ma ci sono anche conversazioni aperte dove ognuno può sentirsi libero di dire cosa si può migliorare - ha detto - Il nostro ruolo come allenatori nel tennis, dove i team stanno diventando sempre più grandi, non si limita alla preparazione fisica, tecnica, tattica ed emotiva. Il nostro compito è assicurarci che all’interno del team tutti si comportino nel modo giusto e che la cultura all’interno del gruppo sia positiva".

Con Sinner, Vagnozzi e Cahill seguono un approccio che sta dando evidentemente grandi risultati nel lavoro quotidiano. "C’è un detto molto bello: “Fai bene le cose basilari” - ha detto Cahill -. E questo è Jannik. Non rendiamo le cose troppo complicate. Facciamo in modo che lui capisca bene in che modo vuole diventare un tennista migliore e dove arriveranno i suoi miglioramenti. E poi lavoriamo. Lo facciamo ogni giorno". 


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