Per la seconda volta in carriera Sinner difende un titolo Slam: “Come dico sempre, io non difendo il titolo ma cerco di vincere il titolo – spiega - . In ogni torneo si parte da zero e bisogna inseguire trofei e buone prestazioni. Qui so che c’è molto in palio anche per il finale di stagione, ma il mio obiettivo è giocare al meglio e vedere cosa succede; il resto non posso controllarlo. L'esperienza australiana mi ha aiutato, ma qui ci sono situazioni diverse: le condizioni, la mentalità. Si cresce da inizio a fine stagione, quindi tutto è un po’ diverso. Sono sfide importanti, sono motivato a viverle”.
Inutile dire che tutti anche a New York sognano, o per meglio dire, si aspettano una finale tra l’azzurro e Carlos Alcaraz: “Carlos è un giocatore totale, lo ha dimostrato vincendo su tutte le superfici: Roland Garros, Wimbledon, e qui agli US Open – conclude Jannik - . Sa come giocare ovunque, e lo sta facendo molto bene; non sbaglia quasi mai, ed è in grande fiducia. Nelle nostre sfide la preparazione tattica del match cambia a seconda delle superfici; ha tante soluzioni e può adattarsi a diversi stili di gioco, risolvendo molti problemi. Ci sono tanti aspetti che lo rendono difficile da affrontare, ma è bello per il tennis averlo: è uno spettacolo e la gente lo ama”.