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Shapovalov, dal sorriso ritrovato alla nuova sfida con Sinner

Poco più di un anno fa, il canadese (ex Top 10) era sceso al n. 140. Oggi si prepara alla sfida a Sinner al terzo turno dello US Open con tre titoli in bacheca negli ultimi 12 mesi: "Risalire è stato difficile, sono grato a tutti quelli che mi hanno sostenuto"

di | 29 agosto 2025

Il sorriso di Shapovalov (Getty Images)

Il sorriso di Shapovalov (Getty Images)

Era da Wimbledon del 2024 che Denis Shapovalov non si rivedeva al terzo turno di un Grand Slam. Oggi, ai sedicesimi di finale dello US Open ci arriva da n. 29 al mondo e testa di serie n. 27, pronto a sfidare il n. 1 Jannik Sinner. Uno scenario che potrebbe incutere timore a molti, ma non a lui.

Non tanto per mancanza di rispetto verso il campione in carica a Flushing Meadows, quanto più per il proprio tortuoso percorso che fa emergere in lui, prima di tutto, un sentimento di gratitudine per essere tornato dov’è. In conferenza stampa, dopo il successo al secondo turno su Valentin Royer, ha parlato di Sinner, ricordando l’unico precedente dell’Australian Open 2021 (vinto proprio dal canadese).

Ha spiegato bene, però, anche e soprattutto le sue sensazioni. “Ci sono stati giorni pieni di dubbi e momenti duri, ed è stata una lunga strada per tornare. Anche quando ho ricominciato, ho affrontato molte partite difficili. Non arrivavano le vittorie, a volte ero avanti nei match oppure tornava il dolore al ginocchio”.

Un problema fisico che ha cambiato profondamente la sua carriera, e anche – probabilmente – il suo rapporto con il gioco. Un dolore che gli è costato un assenza dai campi per sei mesi, tra il luglio del 2023 e gennaio del 2024. Tanto che in quel terzo turno di Wimbledon del 2024 (perso in cinque set da Ben Shelton), ci arrivava da n. 121, toccando il “fondo”, cioè la 140esima posizione del ranking, solo poche settimane dopo.

“È stato un percorso davvero complicato, ma sono molto grato alla mia squadra e alle persone vicine che mi hanno sostenuto, che mi hanno tenuto in cammino e rassicurato sul fatto che i risultati sarebbero arrivati, ricordandomi di avere tanta pazienza”. Pazienza fino a che, nell’ultima settimana di gare del 2024, la parabola di Shapovalov non si è invertita col successo nell’ATP 250 di Belgrado, il secondo titolo della sua carriera, a cinque anni di distanza da quello vinto – sempre su cemento indoor – a Stoccolma.

“Sinceramente, quel titolo ha significato cento volte di più del primo che ho vinto a Stoccolma – ha confessato il tennista classe 1999, che l’unico mancino con il rovescio ad una mano presente nella Top 300 odierna -. È stata una strada lunga per tornare. Ci sono tanti giovani che emergono, e il tuo nome non incute più lo stesso timore di quando sei tra i primi dieci del mondo. Ha un peso diverso rispetto a quando stai risalendo”.

Allo stesso tempo, però, è bastato quel “boccone” di felicità per risvegliare anche il suo braccio d’oro, quello che a 18 anni lo portò a battere Rafael Nadal nel Masters 1000 di casa, in Canada, nel 2017. E che nel settembre del 2020 lo ha aiutato a “toccare” il best ranking di n. 10.

E anche se quelle vette sono oggi lontane, il 2025 è già oggi in termini di titoli la sua miglior stagione grazie ai trofei alzati in quel di Dallas (il più prestigioso della sua carriera, un ATP 500, battendo anche tre Top 10 nel percorso) e in quel di Los Cabos (un “250”).

Shapovalov con il trofeo dell'ATP 500 di Dallas nel 2025 (Getty Images)

Shapovalov con il trofeo dell'ATP 500 di Dallas nel 2025 (Getty Images)

Shapovalov con il trofeo dell'ATP 250 di Los Cabos nel 2025 (Getty Images)

Shapovalov con il trofeo dell'ATP 250 di Los Cabos nel 2025 (Getty Images)

Eppure, a 26 anni e dopo tante difficiolta, tutto ha un sapore diverso oggi: “Anche quando ero più giovane vivevo momenti così, ma la fiducia che avevo era più fragile. Oggi, anche se passo un paio di settimane negative, riesco a ritrovarla e a giocare ad alto livello già la settimana successiva, ed è per questo che sono riuscito a vincere tre titoli a partire da Belgrado”.

Ad aiutarlo nella risalita è stata la collaborazione con coach Janko Tipsarevic (ex n. 8 ATP), anche se da Wimbledon al suo fianco c’è lo svedese Mikael Tillstrom (ex n. 39), fino a poco prima all’angolo di Gael Monfils. “Ho sicuramente dovuto lavorare tanto per arrivare dove sono – ha concluso nella conferenza Shapovalov - sto giocando un grande tennis, sono al terzo turno qui con la possibilità di affrontare un giocatore come Sinner. Non vedo l’ora”.

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