Poco più di un anno fa, il canadese (ex Top 10) era sceso al n. 140. Oggi si prepara alla sfida a Sinner al terzo turno dello US Open con tre titoli in bacheca negli ultimi 12 mesi: "Risalire è stato difficile, sono grato a tutti quelli che mi hanno sostenuto"
di Samuele Diodato | 29 agosto 2025
Era da Wimbledon del 2024 che Denis Shapovalov non si rivedeva al terzo turno di un Grand Slam. Oggi, ai sedicesimi di finale dello US Open ci arriva da n. 29 al mondo e testa di serie n. 27, pronto a sfidare il n. 1 Jannik Sinner. Uno scenario che potrebbe incutere timore a molti, ma non a lui.
Non tanto per mancanza di rispetto verso il campione in carica a Flushing Meadows, quanto più per il proprio tortuoso percorso che fa emergere in lui, prima di tutto, un sentimento di gratitudine per essere tornato dov’è. In conferenza stampa, dopo il successo al secondo turno su Valentin Royer, ha parlato di Sinner, ricordando l’unico precedente dell’Australian Open 2021 (vinto proprio dal canadese).
For the first time since 2022, Denis Shapovalov has booked his spot in the third round at the #USOpen ??
— Tennis Canada (@TennisCanada) August 28, 2025
Next up ?? World No. 1 Jannik Sinner ????@nationalbank pic.twitter.com/PB4awa7bGM
Ha spiegato bene, però, anche e soprattutto le sue sensazioni. “Ci sono stati giorni pieni di dubbi e momenti duri, ed è stata una lunga strada per tornare. Anche quando ho ricominciato, ho affrontato molte partite difficili. Non arrivavano le vittorie, a volte ero avanti nei match oppure tornava il dolore al ginocchio”.
Un problema fisico che ha cambiato profondamente la sua carriera, e anche – probabilmente – il suo rapporto con il gioco. Un dolore che gli è costato un assenza dai campi per sei mesi, tra il luglio del 2023 e gennaio del 2024. Tanto che in quel terzo turno di Wimbledon del 2024 (perso in cinque set da Ben Shelton), ci arrivava da n. 121, toccando il “fondo”, cioè la 140esima posizione del ranking, solo poche settimane dopo.
“È stato un percorso davvero complicato, ma sono molto grato alla mia squadra e alle persone vicine che mi hanno sostenuto, che mi hanno tenuto in cammino e rassicurato sul fatto che i risultati sarebbero arrivati, ricordandomi di avere tanta pazienza”. Pazienza fino a che, nell’ultima settimana di gare del 2024, la parabola di Shapovalov non si è invertita col successo nell’ATP 250 di Belgrado, il secondo titolo della sua carriera, a cinque anni di distanza da quello vinto – sempre su cemento indoor – a Stoccolma.
“Sinceramente, quel titolo ha significato cento volte di più del primo che ho vinto a Stoccolma – ha confessato il tennista classe 1999, che l’unico mancino con il rovescio ad una mano presente nella Top 300 odierna -. È stata una strada lunga per tornare. Ci sono tanti giovani che emergono, e il tuo nome non incute più lo stesso timore di quando sei tra i primi dieci del mondo. Ha un peso diverso rispetto a quando stai risalendo”.
The winning moment for Shapo ??
— ATP Tour (@atptour) November 9, 2024
5 years after his first ATP crown, he adds another one! ??#BelgradeOpen | @denis_shapo pic.twitter.com/jEQrGtjB0m