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Roland Garros, si continua con i giudici di linea

Lo Slam parigino, contrariamente a quanto deciso dagli altri tre Major, intende proseguire ad avvalersi del contributo dei giudici: "Non siamo solo una federazione, siamo un marchio"

30 settembre 2025

La verifica di un segno controverso al Roland Garros (Getty)

La verifica di un segno controverso al Roland Garros (Getty)

A Parigi certe tradizioni sembrano resistere più a lungo che altrove. Il Roland Garros ha infatti annunciato ieri che continuerà ad avvalersi del contributo dei giudici di linea non consegnandosi così interamente al giudizio del ELC (electronic line challenge) come invece deciso dagli altri tre Major.  

"Siamo una federazione in cui arbitri e giudici lavorano ogni giorno e, lo dico con tutta l'umiltà possibile, siamo anche il paese che dà al tour il maggior numero di ufficiali di gara. E' una cosa di cui andiamo orgogliosi, abbiamo un ottimo sistema di allenamento. Siamo un marchio e vogliamo rimanere tali - ha dichiarato Gilles Moretton, presidente della FFT - La volontà della federazione è quella di mantenere i giudici di linea il più a lungo possibile; a oggi sono i giocatori che guidano, e se un giorno dovessero dire all'unanimità 'Non vogliamo più giocare senza l'ausilio delle macchine' allora vedremo. Ma crediamo di aver un futuro radioso davanti a noi per far sì che questa piramide resti in piedi".

Nell'ultima edizione del Roland Garros erano presenti 404 ufficiali di gara - di cui 284 francesi - scelti al termine di un percorso di selezione che ha visto coinvolti oltre 30.000 candidati provenienti e operativi nei club, comitati e tornei che insistono nel paese. Alla base della decisione comunicata da Moretton, oltre al prestigio della tradizione, molto ha contribuito la natura unica della superficie su cui si gioca alla Porte d'Auteil, superficie 'viva', e per questo non del tutto veritiera quando chiamati a immortalare il momento dell'impatto con la palla. Gli ultimi episodi controversi risalgono all'ultima edizione del torneo quando fu Alexander Zverev a fotografare con il suo telefono il segno lasciato dalla palla sul campo erroneamente mal interpretato dalla tecnologia. 

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Diverse furono le valutazione fatte a Wimbledon, dove quest'anno si sono giocati primi Championships senza giudici di linea. A darne l'annuncio a poche settimane dal via del torneo fu la chief executive dell'AELTC, Sally Bolton, che giudicò la scelta "inevitabile" spiegando come per ogni campo sarebbero rimasti operativi solo due giudici con il compito di "offrire supporto al giudice di sedia per tutto ciò che accade in campo e in caso di blackout dell'ELC (electronic line calling)". 

Nel salutare il contributo secolare offerto dai giudici nello svolgimento dei Championships, Bolton aggiunse che "molti di loro se l'aspettavano e che i tempi erano quelli giusti per compiere questo passa in avanti". A Parigi, evidentemente, non sono ancora arrivati. E alle tradizioni si continuerà ancora a guardare con un occhio di riguardo.

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