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Rinderknech, a 30 anni il primo ottavo Slam: "Mi godrò la sfida con Alcaraz"

"Ho vissuto momenti difficili all'inizio dell'anno", ha detto il n. 82 dopo la vittoria su Bonzi. "Ora vedo le cose in maniera diversa, sono più maturo: so come giocare contro Alcaraz, proverò a darmi una chance"

di | 30 agosto 2025

La carica di Arthur Rinderknech (Foto USTA)

La carica di Arthur Rinderknech (Foto USTA)

Ho un nuovo modo di affrontare le cose, con più prospettiva e più maturità. Ha risposto così, Arthur Rinderknech, al giornalista de L’Équipe che gli aveva chiesto se si trattasse di una consacrazione o di un nuovo inizio. Domanda legittima, da rivolgere al n. 82, che a 30 si è qualificato per la prima volta agli ottavi di finale di uno Slam allo US Open 2025.

L’ha fatto battendo il connazionale Benjamin Bonzi, n. 51, col punteggio finale di 46 63 64 62. “Non è mai facile affrontare un amico: ho dovuto attingere a tutte le mie energie dal punto di vista mentale per liberarmi della pressione”. Un dettaglio di cui si è detto orgoglioso non solo nell’intervista, ma anche nella conferenza stampa: “Ho vinto tutti i match di questo torneo perdendo almeno un set – ha ricordato -. Ogni match è stata una battaglia, quindi più che del livello espresso sono felice della stabilità mentale”.

Per ritornare, quindi, a quella diversa prospettiva di cui ora è consapevole, il nativo di Gassin: “Non ero mai caduto così in basso dall’inizio della mia carriera. Ho avuto la fortuna di salire in fretta, senza mai scendere troppo in classifica, ma questa volta ho vissuto un periodo davvero complicato a inizio anno.

Fino a giugno, infatti, il suo bilancio nei tabelloni principali del circuito maggiore era di 5-15. Poi, però, è arrivata la stagione sull’erba, col quarto di finale raggiunto al Queen’s (da lucky loser) prima di perdere da Carlos Alcaraz, futuro vincitore del torneo. Quello stesso Alcaraz che ora lo attende negli ottavi di finale dello US Open.

Sfida alla quale, però, Rinderknech arriva con un morale completamente differente. Dopo il Queen’s, infatti, al primo turno di Wimbledon è riuscito a superare Alexander Zverev (n. 3 ATP) in cinque set, ottenendo lo “scalpo” più prestigioso della sua carriera. “Negli ultimi tre Slam (considerando anche il match perso da Sinner al primo turno del Roland Garros), potrò presto dire di aver affrontato tutti i primi tre giocatori del mondo”.

Ho la fortuna di aver già giocato più volte contro Alcaraz, so cosa è capace di fare, cosa serve per riuscire a competere con lui – ha aggiunto -. L'ostacolo da superare è enorme, ma non mi farò troppe paranoie: andrò avanti per la mia strada con il mio team e darò tutto in campo”. Il bilancio negli scontri diretti dice 3-0 per il n. 2 al mondo, che la prima volta vinse proprio a Flushing Meadows, l’edizione del 2021, in quattro set.

“Non posso certo sentirmi favorito contro Carlos. Ma c’è comunque la stessa volontà e lo stesso desiderio di andare a cercare la vittoria. Al momento, insieme a Jannik, rappresentano i due ostacoli più alti nel tennis, quasi imbattibili. Sono già riuscito a dargli un po’ fastidio, so che posso far valere le mie armi”.

Arthur Rinderknech in azione col dritto allo US Open (Foto USTA)

Arthur Rinderknech in azione col dritto allo US Open (Foto USTA)

Prima di Bonzi, a New York ha sconfitto in quattro set Roberto Carballes Baena (n. 87) e poi, soprattutto, in cinque set Alejandro Davidovich Fokina (n. 18), recuperando un break di svantaggio nel set decisivo. E oltre al “nuovo modo di vedere le cose”, il segreto dei suoi successi allo US Open è anche un legame speciale con gli Stati Uniti.

Ho sempre detto che lo US Open sono il secondo Slam per importanza per me (dopo il Roland Garros). Sono cresciuto nel mondo dei college americani, alla Texas A&M University, perché a 18 anni non ero né abbastanza bravo né abbastanza sicuro di voler diventare un tennista”, ha confessato.

“Mi sono sempre piaciute le competizioni a squadre dei college, mentre mi piaceva meno l’idea di viaggiare per il circuito come singolarista, mettendo anche pressione alla mia famiglia dal punto di vista economico. Poi, dopo due o tre anni, grazie al grande staff di allenatori che ho avuto, ho cominciato a trovare le giuste motivazioni, e oggi mi trovo qui. Mi godrò la partita contro Carlos e cercherò di darmi una chance”.

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