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Da Jas a Barbora, e oggi Kate: quante donne hanno fotografato Wimbledon

La finale di sabato ripropone la forza delle tenniste e le loro storie, sempre ricche di sentimenti e di momenti delicati. Fino al ritorno nel Tempio della Principessa, che ha superato il male

di | 14 luglio 2024

La vincitrice di Wimbledon 2024 Barbora Krejcikova e la finalista Jasmine Paolini (foto Getty Images)

La vincitrice di Wimbledon 2024 Barbora Krejcikova e la finalista Jasmine Paolini (foto Getty Images)

Donne, la finale di Wimbledon fugge via insieme al sogno dolcissimo di Jasmine Paolini e alle immagini e alle storie che le hanno accompagnate, fino a quella dell’ultima ceca di qualità, la regina dei Championships 2024, Barbora Krejcikova. Noi italiani schieriamo orgogliosi la nostra Jas dal sorriso radioso, Jas dal coraggio più imperioso, Jas che supera centimetri, muscoli e pedigree, e gioca due finali Slam impensabili, una dietro l’altra. Le perde ma si rimette a testa sotto al lavoro con l’angelo custode, Renzo Furlan, a sua volta allenato alla dura vita delle formichine,. Ma ci sono tante altre donne nel sabato nel Tempio.

Donne come mamma Jacqueline che ci crede fino all’ultimo e comunque abbraccia felice e orgogliosa quella figlia che tanto le somiglia. Donne come Martina Navratilova, coi capelli ancora corti e il viso segnato dopo la durissima chemio che le ricorda la partita più importante vinta, oltre i 9 titoli sull’erba magica, ma per fortuna ha il cuore riscaldato dalla sua conturbante fata turchina. Donne come Billie Jean King che è diventata una coppa, ma è soprattutto il simbolo dell’altra metà del cielo che non si abbatte mai e porta avanti tutte le sue battaglie, in campo come fuori. 

Ilana Kloss, Billie Jean King, Martina Navratilova e Julia Lemigova assistono alla finale di Wimbledon (Getty Images)

Donne come Maria Sharapova, più algida e sofisticata che mai, da madre e moglie, nel suo completo tutto bianco come quando batteva a sorpresa, bambina, la divina Serena. Donne come Zendaya che ha scoperto il tennis e non riesce più a staccarsi dal rettangolo del diavolo. Donne come la principessa Kate, che oggi si presenta alla finale degli uomini alla ricerca di aromi, atmosfere, sensazioni, colori diversi per riprendere a vivere per sé, per i figli, per la famiglia dopo aver combattuto contro il male. Donne come la ferrea mancina Ann Jones, anni 85, fra le tante signore con le rughe che spuntano dal Royal Box: sono l’essenza autentica dello sport e potrebbero raccontare storie leggendarie, invece per i telecronisti si riassumono solo in nomi e dati statistici e per i teleutenti rappresentano rughe e vestiti antiquati. 

Maria Sharapova a Wimbledon (Getty Images)

L'attrice Zendaya assiste alla finale Paolini-Krejcikova a Wimbledon (Getty Images)

Donne come la stuzzicante Maya Jama, tutta fiorellini e sorrisi, sogno erotico di (almeno) mezza Gran Bretagna. Donne come l’ex giocatrice di casa, Annabel Croft, promossa intervistatrice sul campo al posto della pensionata Sue Barker, ex giocatrice anche lei, ma soprattutto volto della BBC a Wimbledon, schierata con le campionesse di un solo Slam, Marion Bartoli e Conchita Martinez. Donne, come Debbie Jevans, prima presidentessa di Wimbledon, che chissà quante battaglie e pregiudizi ha dovuto superare per arrivare a premiare la nuova regina dei Championships.

Debbie Jevans (a sinistra) accompagna la regina Camilla a Wimbledon (Getty Images)

Maya Jama a Wimbledon (Getty Images)

DONNE DI FERRO

Tutte queste donne non sono solo foto, anzi, sono diventate figurine dell’almanacco più prestigioso del tennis passando per le loro battaglie. Così dobbiamo per forza ricordare la primadonna che aleggia nei ricordi di tanti, Jana Novotna, passata alla storia più che per il trionfo-riscatto dopo due finali perse, per il pianto sulla spalla della duchessa di Kent che voleva consolarla con due parole di prammatica e si ritrovò travolta dalle emozioni di una figlia in lacrime. La sfortunata ceca, sconfitta da un male incurabile, ha lasciato un testamento di sentimenti sotto vuoto spinti che la sua erede, Barbora da Brno ripropone, rischiando di calarsi troppo nella parte quando sfiora il tracollo sul 5-4 del terzo set.

Non s’è sciolta anche lei come la sua mentore, ha resistito, ha coronato il sogno che sembrava più incredibile, dopo i tanti problemi fisici e con quella faccia da paura che si porta dietro da sempre a far da contrasto a un tennis tecnicamente perfetto. Chissà come l’ha presa, invece,  Donna Vekic, stremata dalla battaglia emotiva contro Jasmine Paolini. Chissà come sta reagendo all’ennesima batosta la campionessa annunciata Coco Guff, ancora in ritardo all’appuntamento con la gloria. Chissà che dovremo aspettarci domani dalla sorpresa Lulu Sun che si è arrampicata fino ai quarti a spese della rediviva Emma Raducanu. Chissà se Paula Badosa s’è rimessa definitivamente sulla rampa del rilancio, come la sfortunata Madison Keys, sempre infortunata e sempre in grado di fare la sorpresa. Chissà che Elena Rybakina trovi la forza per rilanciarsi al vertice e che Anna Kalinskaya, la nuova amica di Jannik Sinner, entri in una nuova dimensione. 

Chissà quali altre sorprese ci regaleranno queste grandi, immancabili, donne.


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