Figlio di due assistenti di volo, appassionato degli aerei fin da bambino, Riedi è il giocatore con la più bassa classifica agli ottavi dello Open dai tempi di Berger nel 1985. Ha superato infortuni e operazioni e ha indicato in Sinner il suo modello
di Alessandro Mastroluca | 01 settembre 2025
Leandro Riedi ha ripreso il suo volo allo US Open. Lo svizzero, numero 435 del mondo prima del torneo, è il giocatore con il ranking più basso a raggiungere gli ottavi di uno Slam dal 2002 (ci arrivò Krajicek, allora n.1093), il secondo con la più bassa classifica a farcela allo US Open dopo Jay Berger (allora numero 730) nel 1985.
Lo svizzero si ispira al numero 1 del mondo Jannik Sinner. “Amo il suo gioco, cerco di avere uno stile simile al suo” ha detto durante lo US Open. In questo torneo Riedi ha superato le qualificazioni senza cedere nemmeno un set. Nei primi due turni ha battuto lo spagnolo Pedro Martinez e l'argentino Francisco Cerundolo, numero 19, recuperando da sotto 36 46 02, firmando la vittoria di maggior prestigio della carriera. Il ritiro del polacco Kamil Majchrzak ha allungato il suo torneo della vita. Una gioia che si pone come un'anomalia in una storia di ambizioni frenate dagli infortuni. La storia di un volo rimandato, di un viaggiatore rimasto troppo tempo chiuso dentro un hangar.
Volare è il mestiere di famiglia. Entrambi i genitori di Riedi, Roman e Anna, erano assistenti e si conosciuti in aereo. Sua madre poi ha lavorato nella lounge di prima classe di un aeroporto, mentre suo padre è andato in pensione. Sarah, la sorella maggiore di Leandro, ha seguito le loro orme. Riedi è l'unico ad aver scelto una strada diversa. Ha iniziato con il calcio, ma si è innamorato presto del tennis. "Mio padre disputava qualche partita di club in Svizzera. Un giorno mi portò con sé in campo e mi divertii moltissimo” ha detto ad ATPTour.com.
Resta comunque affascinato dagli aerei. “Adoro volare perché in aria non c'è WiFi, nessuno ti disturba, hai tempo per te stesso - ha detto - A nove anni controllavo già che tipo di aereo fosse, quanto fosse grande, quante persone potesse ospitare. Se non avessi fatto sport, avrei cercato di diventare pilota”.
Già i primi risultati da junior, però, confermano che la sua scelta non si può considerare un semplice capriccio. Da junior raggiunge un best ranking di numero 6 nell'ottobre 2020, una stagione in cui ha vinto l'Australian Open in doppio con il rumeno Nicholas David Ionel, e perso la finale del Roland Garros in singolare contro il connazionale Dominic Stricker.
Peraltro è proprio con Stricker che nel 2021 vincerà il suo primo ITF in doppio (M15 Majadahonda, in Spagna). In quella sua prima stagione nel circito professionistico arriveranno anche il primo ITF in singolare (M15 Selva Gardena, Italia) e il debutto nel main draw di un torneo ATP, a Gstaad.
Nel 2022 ha ottenuto anche i primi successi nel circuito Challenger. Ha vinto in doppio a Tiburon (con Vacherot), in singolare a Helsinki partendo dalle qualificazion e ad Andria. Ha chiuso l’anno alla posizione n.161.
Nel 2023 sale ancora. Centra la prima vittoria ATP a Marsiglia contro il francese Arthur Rinderknech, debutta in un Masters 1000 a Indian Wells, a luglio batte Holger Rune, allora numero 6 del mondo, in Hopman Cup.
All’inizio del 2024, però, Riedi scivola fuori dalla Top 300. “Ero troppo focalizzato sui punti e sul ranking. Mi dicevo: perderò punti, la gente penserà che sono scarso… Dovevo dare sempre il massimo e ha finito per ritorcersi contro di me” ha ammesso. La consapevolezza lo conduce a cambiare strada. Si rimette subito in marcia, vincendo due Challenger di fila a Oeiras (in Portogallo) e a Ottignies (in Belgio), battendo in finale Borna Coric (allora n.40). A fine gennaio è rientrato in Top 175. Ma il destino ha un'altra prova in serbo per lui. A settembre 2024 si opera al ginocchio destro. Non basta. Cinque mesi dopo la prima operazione, deve anche tornare sotto i ferri.
“Non credevo più nel mio corpo, pensavo di non poter tornare. Immaginavo di fare un torneo e poi fermarmi cinque settimane. Avevo paura. Ma avevo un team eccezionale intorno a me. Ero arrabbiato, non volevo parlare di tennis. Non ho guardato una sola partita per quattro mesi, da gennaio ad aprile” ha spiegato, come riporta il quotidiano francese L'Equipe.
Ha passato dieci mesi a lavorare solo sul fisico, senza toccare la racchetta. “Ho nuotato molto, passato tempo con gli amici. Giocavo ai videogiochi, soprattutto Mario Kart, sono diventato bravissimo. Anche Soccer FC 25, 26. Chiedevo una sola cosa: niente tennis. Avevo bisogno di prendere le distanze”.
La voglia di giocare e di stupire non gli è passata. Riedi a ripreso a lavorare con il suo amico e allenatore Yannik Steinegger, ha debuttato in uno Slam a Wuimbledon, perdendo al primo turno contro Oliver Tarvet. Poi allo US Open firma il suo capolavoro. E si prepara a sfidare Alex De Minaur con la leggerezza di chi coltiva una speranza che come gli aeroplani può volare.