Luciano Darderi va veloce: sul campo, ha impiegato appena un’ora e 24 minuti per centrare la prima vittoria della carriera a Flushing Meadows, e in conferenza stampa, ti guarda negli occhi e va diretto al nocciolo della questione. Dopo una estate d’oro sulla terra rossa, il 23enne azzurro cerca conferme anche sul cemento degli US Open. “Non mi aspettavo di giocare a questo livello – l’analisi del suo successo al debutto sull’australiano Hijikata -, tornando da un infortunio è sempre difficile, soprattutto sul cemento che non è la mia superficie. Ma oggi, sinceramente, mi sono sentito per la prima volta dopo tanti anni molto solido in campo, e per questo sono molto contento. Tornavamo entrambi da un infortunio, i primi game sono stati un po’ complessi, ma ho gestito molto bene la partita. Il servizio ha fatto la differenza oggi, è stata la chiave della partita”.
Darderi ha già dimostrato di saper imparare in fretta i segreti delle superfici che conosce di meno, e anche sul cemento sa di poter essere molto competitivo: “Ho pochissime ore di tennis sul cemento – spiega - , ma il mio gioco è adatto anche a questa superficie: tiro forte col servizio, mentre sulla risposta faccio un po’ più fatica, perché la palla arriva in modo molto diverso rispetto alla terra. Ma il match di oggi mi dà fiducia, giocare tre set a questo livello, contro un giocatore che la superficie la conosce bene, è un bel segno. La cosa più difficile nella fase di adattamento sono i movimenti: spostarsi sul cemento rispetto alla terra è molto diverso, cambia anche il tempo sulla palla, che schizza di più. A volte bisogna giocare più dentro al campo, cambiando un po’ il gioco”.