Vagnozzi torna sulla bella prova con Jack Draper: “All’inizio c’era un po’ di tensione – spiega – , in particolare si è visto nei primi due set, facevano errori che di solito non fanno. Ci aspettavamo un match del genere, con scambi lunghi, a volte Jannik ha esitato ma sapeva che Draper alla lunga fa fatica. Fargli giocare qualche palla in più e stancarlo faceva parte del piano tattico”.
Il pubblico segue con attenzione l’allenamento, aspetta con ansia di raccogliere le palline, che Sinner lancia sempre sulle tribune a fine sessione... ma un temporale improvviso ha interrotto tutto nel momento dei servizi. Mentre Jannik scappa via verso gli spogliatoi sotto il diluvio, Taylor Fritz sposta il suo allenamento sui campi indoor: “Lo conosciamo – conclude coach Vagnozzi – , serve bene e sappiamo cosa aspettarci da lui. Ci sarà tensione, ovvio, per tutti e due; lui è alla prima finale Slam e oltretutto la gioca in America. Ma la tensione fa parte di questo sport, e i più forti sono quelli che la gestiscono meglio”.
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