

Nel 2024 del circuito mondiale di padel c’è stato tanto, soprattutto i 14 titoli dei nuovi dominatori assoluti Arturo Coello e Agustin Tapia, ma anche la rottura fra un Galan rimasto competitivo e un Lebron che invece ha faticato, la crescita di Nieto/Sanz e Yanguas e non solo. Le nostre valutazioni alla stagione
di Marco Caldara | 29 dicembre 2024
Il 2024 del circuito Premier Padel al maschile è stato l’anno della rumorosa rottura fra gli ex numeri uno Ale Galan e Juan Lebron, o ancora di più del dominio dei nuovi leader Arturo Coello e Agustin Tapia intoccabili per mesi e mesi. Ma c’è stato anche tanto altro, fra sorprese, novità e qualche big che latita. Ecco le nostre valutazioni alla stagione.
VOTO 10 – ARTURO COELLO E AGUSTIN TAPIA
L’unica macchia di una stagione da favola è il crollo nell’ultimissimo match, la finale delle Tour Finals di Barcellona persa al terzo set – con due match-point a favore – contro Coki Nieto e Jon Sanz. Ma non basta a cambiare la valutazione al 2024 dei numeri uno, che rimane una stagione da 10. Erano chiamati a confermare lo splendido 2023 e invece sono riusciti a fare addirittura meglio, con un chiaro cambio di passo da metà estate che li ha visti vincere 47 incontri di fila. Hanno chiuso con 14 titoli, numero impressionante che sarà difficile da replicare persino per loro, malgrado abbiano dimostrato di potersi migliorare ancora. Se lo vorranno, hanno di fronte altri anni da dominatori assoluti.
VOTO 8,5 – JON SANZ E COKI NIETO
Il trionfo a Barcellona profuma tanto di premio a una stagione spettacolare. Avevano già vinto un titolo a metà anno a Bordeaux, ma l’assenza delle quattro coppie più forti l’aveva reso un tantino meno prezioso. La vittoria alle Finals, invece, vale tantissimo, sia dal punto di vista emotivo sia in chiave futura. Perché – anche se non ce n’era granché bisogno – ribadisce le enormi qualità dei due, in particolare di Nieto che rimane forse il giocatore più sottovalutato in assoluto. Prima delle Finals avevano già deciso di separare i propri cammini nel 2025, ma il trionfo al Palau Sant Jordi può spingere i due a tornare sui propri passi.
VOTO 8 – FEDERICO CHINGOTTO
A metà stagione pareva addirittura che lui e Galan avessero trovato l’antidoto allo strapotere dei numeri uno, poi la condizione di “Chingo” è andata in calando e i risultati ne sono stati la conseguenza, con una lunga serie di tornei senza titoli. Ma la sua stagione rimane da 8, per quanto ottenuto e per come si è fatto trovare pronto per la chiamata di Galan. Dopo la rumorosa rottura con Lebron, il madrileno cercava un partner col quale poter vincere di nuovo da subito e Chingotto si è dimostrato assolutamente all’altezza. Tanto che, malgrado una seconda parte di stagione così così, la coppia è già confermata per il 2025. L’argentino se lo merita, per anni e anni di abnegazione bussando alla porta dei giganti.
VOTO 7,5 – MIKE YANGUAS
La partita simbolo del suo anno rimane la sconfitta con Paquito Navarro nella finale del Mondiale, che ha permesso all’Argentina di conquistare di nuovo il titolo iridato. Ma nel 2024 di Mike Yanguas, chiuso al numero 8 del mondo e a solo un migliaio di punti dalla top-5, ci sono state comunque molte più gioie che delusioni, a partire dal primo titolo in carriera vinto a Newgiza. Non sembra avere un futuro da numero uno, ma è diventato un signor giocatore destinato a rimanere a lungo nel giro grosso. Anche perché, doveroso ricordarlo, deve ancora compiere 23 anni.
VOTO 7 – ALE GALAN
Si diceva che rimanesse legato a Lebron solo per questioni di risultati, in quanto non certo di poter ottenere altrettanto con un compagno diverso. Ma quando il vaso è traboccato ha avuto il coraggio di mettersi in discussione, scegliendo un compagno che l’ha obbligato anche a rivedere certe abitudini nel suo gioco. Ha dimostrato di saperlo fare, ha vinto tanto e ha fatto capire che se la coppia con Lebron aveva un punto debole non era certo lui. Da applausi anche la scelta di rimanere con Chingotto: il finale di stagione è stato meno brillante della parte centrale, e la maggior parte dei demeriti non è sua. Ma non si è fatto prendere dalla fretta come sarebbe successo ad altri big.
VOTO 5,5 – FRANCO STUPACZUK, MARTIN DI NENNO
Un titolo a testa, il primo con Yanguas e il secondo con Lebron, in tornei di categoria P2 e disertati da altre coppie di punta. Troppo poco per due che insieme, nel 2023, avevano rappresentato la migliore (e valida) alternativa al dominio di Coello/Tapia.
VOTO 5 – JUAN LEBRON
Che fine ha fatto la sua miglior versione? Di certo non si è vista nel 2024. Ha vinto a inizio stagione con Galan e Riyadh, prima del papocchio di Doha, e poi solo in Finlandia con Di Nenno aiutato dall’assenza delle coppie migliori. Ai tempi dalla rottura con Galan c’era chi credeva che senza il “Lobo” l’ex compagno non avrebbe più vinto nulla, invece è sostanzialmente andata al contrario. Una situazione che deve aver aumentato non poco la frustrazione e i rimpianti di Lebron. Si è capito che ormai la sinistra non fa più per lui, così ha trovato l’accordo con Franco Stupaczuk per il 2025. Proverà a rinascere e ce la può fare perché – seppur arrugginito – rimane un fenomeno.
VOTO 4,5 – PAQUITO NAVARRO
Per dirla con Josè Mourinho, ha chiuso la stagione con zeru tituli dopo dieci anni consecutivi nei quali era sempre riuscito a vincerne almeno uno. E non ha giocato nemmeno una finale. Cosa significa? Facile: che il tempo passa. Paquito rimane il giocatore più imprevedibile e carismatico, di sicuro fra i più spettacolari, ma la sua condizione atletica è quella che è, in un padel nel quale i giovani vanno a mille. Ha ammesso di essersi pentito di anni di critiche al punto de oro e adesso lo rivorrebbe: vien da pensare che lo ritenga un modo per ridurre il gap nei confronti dei tanti che ora gli stanno davanti. Per essere competitivo ha bisogno di avere a fianco un compagno instancabile, un po’ come erano Di Nenno o Chingotto. Ci proverà con Bergamini, ma è difficile credere che sia stato la sua prima scelta per il 2025.
VOTO 4 – SANYO GUTIERREZ
Il discorso fatto per Paquito vale sostanzialmente anche per l’argentino, aggravato dal fatto che almeno Paquito ha disputato una decina di semifinali mentre Sanyo appena quattro, perdendo più volte agli ottavi che ai quarti. Spesso è parso persino svogliato, come se i ritmi del circuito di oggi non facciano per lui. Il meglio è ormai alle spalle e si è capito, ma vederlo perdere certe partite fa comunque male, anche perché nel suo braccio (e nel suo cervello) ci sono qualità che hanno in pochissimi. Nel 2025 giocherà col giovane Javi Leal, giocatore esplosivo e bel caratterino. Chissà che non lo aiuti a risvegliarsi.
VOTO 3 – JUAN TELLO
Fra i top players, o ex tali, è stato di gran lunga il peggiore. E a differenza di altri non ha nemmeno la carta d’identità da prendere come scusa. Ha chiuso la stagione al numero 20 del mondo e basta questo dato per dire tutto. Vedere dove è arrivato Chingotto gli deve aver fatto un gran piacere come amico, ma sicuramente meno come avversario ed ex compagno. Oggi davanti a lui giocatori meno forti, ma ne stanno arrivando altri da dietro. Gli servirà un gran 2025 altrimenti rischia di perdere il treno buono. Per sempre.
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