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Padel

L’ex numero 1 ATP che ha giocato nel World Padel Tour

Fra 2015 e 2016, Juan Carlos Ferrero ha tentato la strada del padel, disputando una decina di tornei del circuito mondiale. Ci sapeva fare, si allenava coi migliori e ha impiegato poco a ottenere buoni risultati, ma poi gli impegni nel tennis (da coach e imprenditore) l’hanno obbligato a dire addio alle ambizioni con la pala

di | 10 luglio 2021

A un primo impatto possono sembrare piuttosto simili, ma chi inizia a giocare a padel un po’ più seriamente si accorge in fretta che rispetto al tennis la disciplina presenta delle differenze enormi, le quali richiedono tempo (e difficoltà) per essere assimilate. Ma per chi ha sempre giocato a tennis lo sport della pala diventa comunque un’attrazione alla quale è spesso difficile rinunciare. Lo dimostrano i tanti casi di ex campioni del tennis che hanno deciso di fare almeno una sortita nel World Padel Tour, in particolare in quel 2015 nel quale pareva diventata una  vera e propria moda. È proprio sei anni fa che Sara Errani è diventata la prima italiana in assoluto a disputare un torneo del WPT, al Master di Valencia, ma il primo a lanciare il trend fu Guillermo Canas, che un po’ a sorpresa – e visibilmente appesantito – si presentò a giocare con una wild card nell’Open di Palma di Maiorca.

Lo seguì lo svedese Thomas Johansson, che oggi nel padel ha un ruolo attivo come direttore generale del circuito parallelo APT, il quale partecipò al torneo di Malaga. Ma l’unico ad averci provato un tantino più seriamente è stato Juan Carlos Ferrero, ex numero uno del mondo, che a dodici anni dal suo titolo al Roland Garros e dalla finale dello Us Open decise di mettersi di nuovo in gioco. “Mosquito” ha giocato un buon numero di tornei fra 2015 e 2016, ritagliando uno spazio alla disciplina fra gli impegni da coach-imprenditore con la sua JC Ferrero Equelite Sport Academy di Alicante e quelli da giocatore nel Senior Tour ATP.

La scheda di Ferrero sul sito del WPT ricorda che in totale lo spagnolo ha preso parte a nove tornei, vincendo una decina di partite e mostrando un buon feeling col padel. Il suo debutto fu nella tappa di La Nucia, ad Alicante, insieme Borja Francés. In un Centrale pieno all’inverosimile per una sfida del primo turno di Pre-Previa, i due la spuntarono per 3-6 6-3 7-6 contro Juan Miguel Such e Richard Brooks, e poi vinsero un altro incontro all’indomani, prima di arrendersi al turno decisivo per l’accesso alla Previa. “Ogni tanto – raccontò lo spagnolo all’epoca – mi capitava di giocare a padel anche durante la mia carriera tennistica, per divertimento. Ma da qualche tempo ho iniziato a prendere il tutto un po’ più seriamente”.

Ferrero ha sempre avuto chiaro il fatto che per raggiungere i primi della classe gli sarebbero serviti almeno cinque anni di allenamenti a pieno regime, e non l’ha mai fissato come un obiettivo. Ma fino a quando ha giocato ha provato a fare il massimo: si è allenato con i migliori, ha diviso spesso il campo con Sanyo Gutierrez ed era arrivato a giocare a ottimi livelli. Ma soprattutto ha scoperto – e apprezzato – tutto il buono del padel. “Bisogna imparare a essere solidali, a rispettare il compagno e i suoi errori. Nel tennis in campo ci vai da solo, dipende solo da te. Nel padel, invece, lo spirito di squadra è fondamentale”.

Nel corso della sua carriera nel padel, Ferrero ha affrontato anche il n.1 d'Italia Marcelo Capitani (primo a destra)

Ferrero giocava dal lato del rovescio, per sfruttare quella vena offensiva che chi nasce tennista ha (generalmente) più sviluppata rispetto a chi cresce giocando a padel, e nel corso dei suoi due anni di World Padel Tour pala ha mostrato di saperci fare, tanto da lasciar immaginare che potesse prendere l’impegno sempre più seriamente. Ma non è stato così: la sua ultima comparsata nel circuito mondiale risale all’Open di Siviglia del 2016, poi gli impegni nel tennis sono diventati sempre più importanti e l’allora 35enne spagnolo ha deciso di chiudere la parentesi padel, per dedicarsi al cento per cento al suo primo amore.

Non più da giocatore bensì da coach: l’anno dopo ha intrapreso una collaborazione con Alexander Zverev, iniziata alla grande ma poi terminata presto, ma si è consolato in fretta perché di lì a poco ha iniziato a lavorare col baby fenomeno Carlos Alcaraz, arrivato fra i primi 100 del mondo lo scorso maggio, una ventina di giorni dopo il suo 18esimo compleanno. È una delle potenziali star del futuro, Ferrero lo segue come un ombra e non ha dubbi sul fatto che il suo assistito farà grandi(ssime) cose. Un buon motivo per mettere il padel in standby, almeno per un po’.

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