

A quasi 38 anni, Sanyo Gutierrez ha realizzato tutti i sogni che aveva da ragazzino, vincendo tanto, raggiungendo il numero uno del mondo e arrivando a giocare al fianco dei nipoti Daniel e Agustin. Il suo segreto? Un approccio molto sereno, che non ha mai reso il padel un’ossessione. Ora prova a guidare Tapia verso la vetta
di Marco Caldara | 22 aprile 2022
L’anagrafe dice Carlos Daniel Gutierrez, ma per tutti è semplicemente Sanyo, oppure “El Mago”, il soprannome che gli è stato attribuito per la capacità di trasformare la pala in una bacchetta magica. Tutti i professionisti del padel sanno inventare soluzioni impensabili ai comuni mortali, ma nessuno come l’argentino classe 1984 di San Luis, che incanta il pubblico da quindici anni e allo spettacolo ha accoppiato un’enorme efficacia, figlia – anche – di un’intelligenza tattica con pochissimi eguali. È grazie a quella che è uno dei soli due giocatori (l’altro è Belasteguin) capaci di vincere almeno un titolo in ciascuna stagione del World Padel Tour, dalla nascita del circuito datata 2013.
L’argentino è terzo alle spalle dei soli Bela e Lima, con 33 titoli conquistati con sei compagni differenti, tre successi al Master Final e un 2018 magico chiuso da numero uno del mondo insieme a Maxi Sanchez, col quale ha rotto l’egemonia di Bela che durava da qualcosa come sedici anni consecutivi. Dopo la rottura con Maxi, Sanyo ci ha provato con Stupaczuk, quindi proprio con Belasteguin, ma la soluzione migliore sembra averla trovata al fianco di Agustin Tapia, che ha 15 anni meno di lui ma alla carenza di esperienza sopperisce con potenza, talento ed esplosività. E soprattutto cresce settimana dopo settimana, con l’obiettivo di diventare presto il numero uno.
In coppia, Sanyo e Tapia hanno vinto due tornei: l’Open di Svezia, nell’ultima parte della scorsa stagione, e quello di marzo a Reus, dove in finale hanno condannato i numeri uno Galan e Lebron a una delle sconfitte più nette di sempre, imponendosi con un doppio 6-2. Un risultato che ha ribadito le potenzialità del duo, candidato a fare grandi cose in una stagione che – per la prima volta nella storia – ha visto quattro coppie diverse aggiudicarsi i primi quattro tornei WPT del calendario.
E pensare che l’avvio del 2022 di Sanyo era stato tutt’altro che semplice: appena iniziata la preparazione è risultato positivo al Covid, poi dopo due settimane si è dovuto fermare di nuovo per una grave infezione alla gola, e così è arrivato al primo torneo stagionale a Miami non al top fisicamente. Eppure, già il secondo appuntamento è finito nelle loro mani e nei due successivi si sono spinti fino in semifinale, confermando la continuità ideale per ambire a scalare ancora le gerarchie. Ora, da coppia numero 3, serve più cattiveria nelle fasi finali dei tornei, per battere più spesso i pochissimi rivali che li precedono. Ma, in quella che si annuncia la stagione più lunga di sempre, le possibilità non mancheranno.
“Quest’anno il calendario sarà lunghissimo – ha detto Sanyo –, ma solo per chi vincerà molto. Se una coppia va a un torneo e perde al primo turno, lo sforzo è poco. Il padel non è come il calcio, nel quale si conoscono già le partite. Qui ogni settimana è una storia nuova. Mi auguro di poter essere fra quelli per i quali il calendario sarà molto intenso. Diventerà importante prendersi cura del proprio fisico: prima all’indomani di una finale si riprendeva già ad allenarsi, mentre ora è necessario procedere con più cautela, inserendo delle pause fra un torneo e l’altro”.
Tuttavia, più che dal punto di vista fisico, i tanti impegni del 2022 Sanyo li teme a livello mentale. A quasi 38 anni non è più un ragazzino, il mese prossimo diventerà padre per la seconda volta, e la lontananza dalla famiglia – di base a Madrid – inizia a pesargli. “L’idea di stare molto tempo lontano da casa – ha detto – non è delle migliori. Ne ho già parlato con mia moglie: faremo il possibile per stare insieme in tutti i tornei che si giocano in Spagna. L’obbligo di viaggiare di più rispetto a prima sarà pesante mentalmente, ma fa parte del gioco. Dovrò cercare di affrontarlo col giusto approccio, altrimenti può diventare pericoloso”.
Se nel World Padel Tour la sua collaborazione con Tapia non è in discussione, resta da capire con chi Sanyo affronterà i prossimi tornei del nuovo circuito Premier Padel, visto che Tapia ha saltato la prima prova per questioni contrattuali col proprio sponsor Nox, e potrebbe vedersi negata la possibilità di partecipare anche alle prossime. Sarebbe un vero peccato, visto che il rapporto e l’affinità fra i due continua a migliorare.
“Col tempo – ha detto anche Sanyo – si è creato un rapporto che va oltre il campo, e ci permette di giocare bene. Da molte parti ho letto che Agustin non gioca più come una volta (lo accusano di rischiare meno di prima, a favore di un padel più percentuale), ma non è un cambiamento che ho suggerito né imposto io. Ha capito che se vuole diventare un giocatore in grado di rimanere a certi livelli per tanti anni, deve essere solido, anche a costo di sacrificare lo spettacolo. Ha le idee chiare, e vuol crescere da questo punto di vista, ma lo fa per se stesso. Io non giocherò insieme a lui per tutta la sua carriera, e per questo deve lavorare per essere competitivo insieme a qualsiasi compagno che avrà a fianco”.
Se per Tapia il grande obiettivo è quello di diventare numero uno del mondo, Sanyo al padel non ha più granché da chiedere. Ha vinto tantissimo, è stato al comando della classifica, è universalmente riconosciuto come uno dei giocatori più forti di tutti i tempi, e c’è da scommettere che su YouTube i video delle sue magie faranno il pieno di clic per decenni. “Il mio ultimo sogno? Andare in pensione – ha scherzato –, mi resta solo quello. Ho ottenuto molto di più rispetto a gli obiettivi che mi ero posto da ragazzino, e questo mi permette di avere un approccio molto tranquillo. Anche se in realtà era così anche prima: un gioco per bambini si è trasformato in un gioco per adulti, e quindi in un lavoro. L’ho affrontato con grande professionalità, ma senza impazzire per il padel”.
Un approccio che gli ha permesso di dare il giusto peso a vittorie e sconfitte, e fissare obiettivi più importanti rispetto al risultato. Come quello di giocare almeno una volta un torneo a fianco di due dei suoi nipoti, Cristian e Agustin, anche loro professionisti, rispettivamente n.72 e n.41 del ranking mondiale. Un sogno esaudito nell’ultimo anno. Col primo, figlio del suo fratello maggiore German ma solo di sei anni più giovane di lui, ha fatto coppia nel 2021 a Marbella, quando Belasteguin era stato costretto a rinunciare al torneo per infortunio. Col secondo, figlio della sorella, ha invece giocato la tappa Premier Padel di Doha, per sopperire all’assenza di Tapia. A sorpresa sono subito usciti di scena, ma il risultato contava zero. Per Sanyo l’unica cosa importante era godersi l’esperienza.
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