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Grandi protagonisti all’Open di Reus, dove hanno sfiorato la finale, Miguel Yanguas e Coki Nieto sono la più giovane fra le prime 12 coppie della classifica mondiale. Dopo aver fatto esperienza nel 2021 accanto a compagni molto esperti, sono pronti per il salto di qualità. Con un assetto… al contrario
di Marco Caldara | 15 marzo 2022
La breve lista dei vincitori stagionali annovera il giocatore più forte di tutti i tempi (Belasteguin), uno che ha vinto tantissimo (Gutierrez) e due – Tapia e Coello – che lo faranno presto. Ma non è sbagliato dire che il circuito mondiale di padel sta vivendo un equilibrio senza precedenti. Al Miami Open c’era stata la sorprendente finale del duo Campagnolo/Garrido, mentre nella seconda tappa stagionale a Reus hanno rischiato seriamente di fare lo stesso Miguel Yanguas e Jorge “Coki” Nieto, numero 20 e 21 del ranking mondiale, battuti solo in semifinale da Tapia/Gutierrez dopo aver fallito tre match-point consecutivi.
Nel corso del torneo i due spagnoli classe 2002 e 1998 hanno mostrato un grande potenziale, per una coppia nata da poco ma che sin da subito ha saputo attirare l’attenzione degli esperti. Intanto perché fra le prime 12 del mondo sono la formazione più giovane, e poi perché giocano un padel brillante, moderno, figlio di un’età che li vede parte della nuova generazione di giocatori spagnoli.
Un discorso che vale per Yanguas in particolare: insieme a Coello, Arroyo, Ramirez, Alonso e Leal, il giovane di Malaga fa parte della Next Gen dello sport della pala, destinata a godere a pieno di quella diffusione che negli anni a venire diventerà sempre più ampia su scala globale, fino a rendere i padelisti più forti in circolazione dei veri e propri big del mondo dello sport, in termini di valore commerciale, popolarità e incassi.
Osservando i due compagni, dati i 15 centimetri di statura a favore di Yanguas, verrebbe da pensare che è lui a occupare il lato sinistro del campo. Invece è l’opposto: malgrado il metro e 75, dalla parte del “reves” c’è Nieto. Un assetto particolare – tanto che Coki è il primo a riconoscere di essere migliore nella fase difensiva piuttosto che offensiva – che ha funzionato a meraviglia la scorsa settimana al Pavellò Olimpic de Reus, dove i due spagnoli hanno prima battuto Belasteguin/Coello e poi fatto fuori anche i numeri due Paquito Navarro e Martin Di Nenno, regolati con un doppio 6-4 al termine di un match praticamente perfetto.
Un’iniezione di fiducia che si è vista all’indomani, quando Mike e Coki hanno messo all’angolo anche Tapia/Gutierrez, arrivando a un solo punto dall’eliminare la terza testa di serie in tre giorni. Per farcela non sono bastati tre match-point nel tie-break del secondo set, e lo 0-6 del successivo terzo parziale è stato un prezzo carissimo da pagare, lasciandolo loro con tanta amarezza e lanciando i rivali verso il comodo successo del giorno seguente contro i numeri uno Juan Lebron e Ale Galan.
Tuttavia, delusione a parte, per i due spagnoli resta una consapevolezza tutta nuova: quella di poter lottare (e vincere) anche contro le primissime coppie del circuito, che fino a pochi giorni fa parevano di un’altra categoria.
Nieto è nel giro che conta già da un po’, tanto che due anni fa mancò l’accesso al Master Final solo a causa di un sorteggio sfortunato, quando il forfait di Pablo Lima aprì un posto e la monetina mandò a giocare a fianco di Paquito Navarro il suo compagno Javi Rico (i due occupavano ex-aequo la diciassettesima posizione, con gli stessi punti). È ancora la più grande delusione della sua carriera, ma il 23enne madrileno ha saputo rimboccarsi le maniche: nel 2021 ha fatto pratica a fianco di due giocatori molto esperti come Juan Martin Diaz (prima) e Tito Allemandi (poi); ha vinto europeo e mondiale FIP con la Spagna; e si è presentato alla nuova stagione più forte che mai, agguantando subito una semifinale che in tutto il 2021 aveva visto solamente una volta, nell’Open svedese di Malmo.
Lo stesso vale per Yanguas, che invece lo scorso anno ha “studiato” dal carismatico Miguel Lamperti e di semifinale si è appena preso la seconda negli ultimi tre tornei, a conferma di una crescita sempre più evidente destinata a renderlo uno dei grandi protagonisti del futuro. Perché nel suo padel c’è tutto: fisico, tecnica, qualità difensive e offensive, una mano educatissima e la capacità di portare il pubblico dentro alla partita. L’ha già mostrato spesso, e a occhio e croce lo farà vedere sempre più.
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