

Il ceco, numero 1 del suo Paese, supera lo svizzero Stricker in quattro set mostrando un'ottima attitudine e un tennis completo. Figlio di ex sportivi professionisti, punta ai top 10 con l'ex coach di Tomas Berdych. Nakashima (che nel 'Gruppo verde' aveva battuto Lehecka) piega Draper in quattro set
11 novembre 2022
La finale dell'edizione 2022 delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals sarà un match che abbiamo già visto nel girone. Di fronte sabato sera all'Allianz Cloud (inizio alle ore 21) Brandon Nakashima e Jiri Lehecka, con il ceco che proverà a prendersi la rivincita sull'americano, a segno in tre set nella loro prima sfida milanese. Provengono entrambi dal 'Gruppo verde' che comprendeva due italiani, Francesco Passaro e Matteo Arnaldi. E proprio il modo in cui gli azzurri hanno tenuto testa ai futuri finalisti rivaluta ulteriormente il loro torneo.
Il primo finalista è uno sciatore mancato, figlio di ex sportivi professionisti – mamma nell’atletica, papà nel nuoto – che in campo sa fare tutto e che ha un compito di quelli davvero pesanti: salvare una delle scuole più importanti al mondo, ormai ridotta ai minimi termini. Jiri Lehecka, boemo di 20 anni, a Milano come quinto favorito, mette fine alla bella corsa di Dominic Stricker, mancino svizzero che pure aveva ben impressionato nei giorni scorsi: 4-1 4-3 2-4 4-1 il punteggio finale in un'ora e 22 minuti.
Stavolta invece Stricker non decolla proprio (soprattutto al servizio), la partita nemmeno. Un impacciato errore di diritto dello svizzero porta Lehecka avanti di un break, prologo alla conclusione del primo parziale con un 4-1 (in un quarto d'ora) che sorprende un po'. Fin qui, il ceco aveva fatto il suo dovere, aveva mostrato ottime cose nel girone, ma non pareva ancora un serio candidato per il titolo. Una sensazione che peraltro faceva a pugni con il ranking mondiale, dove è proprio Jiri quello più avanti: numero 74 contro 111 del rivale. La gestione del campo di Lehecka, in particolare, è sorprendente: non c'è un settore del gioco nel quale soffra, nemmeno a rete, dove mostra un'ottima mano.
Sorprendente è anche il pubblico di Milano, con l'Allianz Cloud quasi al completo, pur senza italiani in campo. A ennesima dimostrazione che il torneo in questione attira eccome, per tanti motivi: i giocatori, certo, ma pure le regole, l'atmosfera, qualcosa di profondamente diverso dal tennis che vediamo ogni settimana nel circuito.
Stricker nel frattempo picchia e picchia, ma vince giusto un set e per il resto trova un avversario attento e concentrato, che non lascia passare nulla e concede pochissimo – quasi niente – in termini di errori gratuiti. Lehecka del resto ci deve essere abituato, alla pressione. Non ha mai fatto mistero di essere cresciuto con Roger Federer come modello, e soprattutto oggi si ritrova a essere il numero 1 ceco, nonché l'unico top 100 del suo Paese nella classifica mondiale. Un disastro, se consideriamo la storia della Repubblica Ceca infarcita di stelle; una benedizione per un ragazzo che in altri tempi sarebbe stato 'uno dei tanti' e che invece oggi può diventare il salvatore della patria tennistica anche solo arrivando nei top 50. Obiettivo peraltro molto vicino.
"Probabilmente - ha detto il ceco - è stata la mia miglior partita nel torneo, contro un avversario di altissimo livello. Sono felice di potermi giocare questo primo titolo Next Gen in un'atmosfera straordinaria come quella che stiamo trovando all'Allianz Cloud".
Jiri, che nel torneo aveva superato anche Francesco Passaro e Matteo Arnaldi (sempre in tre set), ha svoltato alcuni anni fa quando ha deciso di affidarsi a Michal Navratil, figlio di Jaroslav, da anni capitano di Davis. Coach che aveva già lavorato con Berdych e con Vesely, gli ultimi due cechi capaci di ottenere risultati di un certo prestigio. Adesso Lehecka cerca di metterli nel mirino e magari di superarli. Con il sogno top 10 e con le Finals Next Gen come possibile trampolino di lancio.
Brandon Nakashima il resistente, Jack Draper l'attaccante (anche un po' spregiudicato). La seconda semifinale è un confronto di stili che alimenta lo spettacolo, decisamente superiore rispetto alla prima partita del venerdì. Il match si presenta alla pari alla vigilia (41 Atp Jack, 49 Nakashima) e mantiene le attese, restando in equilibrio a lungo. Il botta e risposta va avanti lungo tutto il primo set, conquistato dall'americano di San Diego al terzo set point. Mentre il secondo vola via in direzione Gran Bretagna con una saetta di rovescio, la stessa saetta che il nuovo progetto di campione inglese ha tatuata sul braccio sinistro.
Jack è bello da vedere, non solo perché nella vita fa anche il modello. È bello da vedere in campo, con un atteggiamento costantemente propositivo, rivolto alla ricerca del punto in modo genuino e persino spensierato. Ricorda alcuni grandi attaccanti del passato, Draper: Greg Rusedski per il servizio mancino, Pat Rafter per certi movimenti da pantera. Ma in aggiunta ci mette pure un gioco da fondo tutt'altro che trascurabile. Anzi, il diritto fa malissimo (e viene colpito quasi sempre con grande anticipo), ma pure il rovescio – bimane o a una mano quando serve, in difesa – non è affatto da meno.
Il problema per lui è che dall'altra parte c'è un tipo che non si fa impressionare. Nakashima, che ha centrato quest'anno il primo titolo Atp in casa, è abituato a chi picchia forte. Nel corso del 2022 ha disinnescato personaggi come Grigor Dimitrov, Denis Shapovalov, Sam Querrey (sull'erba), Tommy Paul. In più, negli ultimi mesi ha continuato la sua crescita, nonostante l'assenza di risultati clamorosi. Questo ragazzo di papà giapponese e madre vietnamita sa bene come reagire di fronte alle difficoltà. Quando Draper affonda, lui si fa trovare pronto, rispondendo spesso e volentieri a servizi abbondantemente sopra i 200 orari. Non solo: sa anche come ribaltare lo scambio, perché ha buona mano e una completezza tecnica non comune. Il fatto che sia meno "glamour" di altri non lo rende meno pericoloso. Dalla sua ha anche un team formidabile con i tecnici argentini Eduardo Infatino e Franco Davin (ex di Juan Martin del Potro) e il fisio Claudio Zimaglia ex team Piatti): le ambizioni sono altissime.
Brandon passa bene da entrambe le parti e piano piano gli attacchi di Draper fanno meno paura. Il terzo set se lo prende per 4-2, il quarto sembra volare via già sul 2-1 e 0-30, invece l'inglese resta attaccato all'avversario ancora per un po'. Un match-point per Nakashima se ne va sul 3-2 e 40-40, servizio Draper. Il secondo, nel tie-break, è quello buono. Finisce 4-3 1-4 4-2 4-3 in un'ora e 39 minuti. “Mi sono divertito, ho giocato un ottimo match – ha detto l'americano di origine asiatica – e mi sento pronto per la finale. Non avrò pressione per aver vinto nel girone contro Lehecka, sarà un altro match e sarà complicato”.
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