Le parole di Matteo Berrettini che ha raccontato l'amicizia con Flavio Cobolli dopo la vittoria contro Raphael Collignon nella semifinale tra Italia e Belgio di Coppa Davis a Bologna
21 novembre 2025
"Don't worry". Il consiglio dato all'amico Flavio Cobolli prima dell'esordio in questa edizione della Final 8 di Coppa Davis (e non solo) contiene quella leggerezza che Matteo Berrettini sente di non possedere del tutto. Dopo la vittoria di Cobolli contro Zizou Bergs, Matteo racconta soprattutto lo spirito di un'amicizia nata quando i due erano poco più che bambini.
"Al circolo Aniene a Roma ho iniziato a lavorare con suo padre e con Vincenzo Santopadre, che poi è diventato ovviamente il mio coach storico. All’epoca Flavio aveva otto anni. È lì che ci siamo conosciuti.Vincenzo e Stefano organizzavano questi piccoli tornei, tornei del weekend, in cui si giocava al meglio di tre set ma fino a quattro game. Ricordo lui e suo fratello Guglielmo che giocavano a tennis, si divertivano. Gli facevamo quasi da baby sitter. È davvero pazzesco che ora siamo nella stessa squadra. Lo guardo adesso, è un uomo ormai Mi vengono i brividi a pensare a questa relazione nel corso degli anni" ha ricordato Berrettini, che ha sei anni più di Flavio.

Con il passare del tempo chiaramente l'amicizia è cambiata, ha acquisito strati di spessore e profondità. "Ci alleniamo e condividiamo momenti insieme. Quest'anno, dopo Miami, stava facendo un po’ di fatica. L'ho visto mentre camminava con il figlio di Vincenzo, Matteo, che ovviamente conosco anche lui da moltissimo tempo. Gli ho chiesto: 'Che farai adesso?' E lui: 'Penso che dovrei solo vincere qualche partita. Andrò a giocare un challenger a Napoli'. Gli ho detto: 'Flavio, sei numero 30 del mondo. Non ne hai bisogno. Allenati due settimane e poi le cose arriveranno. Non preoccuparti'. Dopo quel periodo ha vinto il titolo a Bucarest".
Nonostante la diversità di caratteri e di approcci, ha aggiunto, "ci capiamo al volo ed è il bello dell'amicizia. C'è stato un periodo in cui passavo con Stefano più tempo di Flavio - ha detto - Con lui parliamo ancora della vita in generale, io tendo sempre con i giovani a cercare di farli rallentare un attimo. Oggi vanno tutti sempre molto veloci, si chiedono tanto, devono imparare a godersi un po' più di più i momenti".
