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Davis Cup Finals, Italia-Belgio 2-0: Cobolli d'acciaio ci regala la terza finale consecutiva

L'azzurro piega al tie-break del terzo set Bergs, in un susseguirsi di match point conquistati e falliti da ambo le parti e qualificando l'Italia per il terzo anno consecutivo in finale. Per noi si apre adesso la possibilità di uno storico tris

di | 21 novembre 2025

L'esultanza di Flavio Cobolli in Coppa Davis (Foto FITP)

L'esultanza di Flavio Cobolli in Coppa Davis (Foto FITP)

Ancora una vittoria. Ancora un punto decisivo. Ma arrivato al termine di una partita epica, diversa da qualunque altra giocata sin qui nella sua carriera. Flavio Cobolli ha battuto nel secondo singolare Zizou Bergs col punteggio di 63 67(5) 76(15) dando all'Italia il punto del 2-0 nel tie contro il Belgio e qualificandola per il terzo anno consecutivo alla finale di Coppa Davis dove attende ora di conoscere il nome della sua rivale che uscirà dalla semifinale di domani tra Spagna e Germania (ore 12, live su SuperTennis) e in cui gli Azzurri di capitan Volandri potranno andare a caccia di uno storico tris. 

Una partita unica, irripetibile. In cui l'azzurro ha dovuto annullare cinque match point e altri cinque ha visto volar via, opposto a un Zizou Bergs nelle vesti di un rivale mai così caparbio, deciso a confermare l'affinità che lo lega a questa competizione in cui riesce puntualmente ad alzare il livello delle sue performance, come fatto questa sera, quando per oltre due ore è riuscito a mantenere un'intensità di gioco priva di cali che ha costretto Cobolli agli straordinari. 

Sono queste le partite in cui occorre scavare dentro di sé. Quando ostacoli e difficoltà sembrano aver infine avuto la meglio. Riaffiorarne vincitori equivale a scoprire qualcosa in più di sé: qualità e risorse sin lì sconosciute, certo. Ma su tutto il carattere, il coraggio e la voglia di ribellarsi a un copione il cui epilogo più volte è stato a portata di mano e più volte è finito con l'essere scompaginato dal vento. 

Una partita accorta, giocata sul filo del rasoio e in cui ogni errore avrebbe potuto rivelarsi decisivo ai fini del risultato finale, e che Cobolli è riuscito a far sua grazie a un tennis tanto coraggioso quanto maturo, eccitato da una maglia azzurra che quando indossata sembra continui a infondergli sempre più fiducia e consapevolezza, in un percorso verso la piena maturità che beneficerà sicuramente dell'esperienza acquisita durante queste giornate bolognesi.

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Un primo set in cui, per quanto mai stati agevoli - eccezion fatta per il 5° tenuto a zero -, Cobolli ha chiuso i suoi turni di servizio con lucidità e precisione, disegnando traiettorie ad aprirsi il campo e tracciandone altre a inchiodare punti sempre preziosi e dal peso specifico sempre maggiore. La firma è stata l'ultimo game, quello del 6-3, il più lungo del set in cui Bergs è risalito dallo 0-40 costringendo il romano a giocarsi ben cinque set point prima di archiviare una pratica che, se prolungata, avrebbe rischiato di scalfire parte della fiducia sin lì acquisita. 

Le conseguenze di simili game, in cui ci si gioca il tutto per tutto, tendono sempre a rivelarsi nel breve termine. E invece Bergs, complice un'affinità con la Davis più volte dichiarata, giocata per di più al termine di una stagione che lo ha visto giocarsi ben due finali (Auckland e s'Hertogenbosch) impreziositi da un quarto di finale nel Masters1000 di Shnaghai, anziché cedere ha continuato a colpire e bussare alle porte del servizio dell'azzurro ricevendo, di contro, risposte sempre adeguate al contesto e alla situazione, per un parziale declinatosi come un duello tra pistoleri: nessun game deciso ai vantaggi, voglia di chiudere in fretta i propri colpi come a dichiarare con piglio sempre più caparbio le proprie intenzioni. Sono parziali che di norma si decidono per un paio di punti e così stato, quando giunti al tie-break, è stato il belga a trovare lo spunto con cui riuscire a pareggiare i conti.

Ormai in piena trance agonistica, il terzo set è stato giocato da entrambi in apnea, a volte affidandosi a scelte frettolose, ma sempre trovando il modo di risollevarsi e riportarsi a un punto dal colpo da KO. Il tie-break è stato il degno climax di questa sfida, una partita nella partita, un'aritmia senza sosta, che ha fatto sussultare panchina e spalti fino al boato finale replicato ancora dallo stesso Cobolli, esausto e infine felice al centro del campo. Il talento non è riproducibile, scriveva David Foster Wallace, ma l'ispirazione è contagiosa. E a giudicare da come tifosi e compagni di squadra hanno accolto questo successo, quell'ispirazione è ora il vento migliore per accompagnare il viaggio dell'Italia verso la finale.

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