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Wimbledon, il ritorno dei russi non è impossibile: la posizione di Murray

Aumentano le indiscrezioni sulla riammissione di russi e bielorussi, seppur come atleti neutrali, a Wimbledon. Il commento di Andy Murray

di | 10 marzo 2023

Andy Murray si aspetta che succederà. Il Daily Mail ha anticipato che succederà. Ma la certezza sulla riammissione di russi e bielorussi a Wimbledon nel 2023, seppur solo come atleti neutrali, ancora non c'è.

L'anno scorso gli organizzatori dei Championships, ovvero i proprietari dell'All England Lawn Tennis Club (AELTC) che lo ospita, hanno deciso di rompere l'accordo sottoscritto da ATP, WTA, ITF e tornei dello Slam con il CIO che consentiva l'ammissione di russi e bielorussi nei tornei individuali ma solo come atleti neutrali, senza inni e bandiere.

La decisione è una conseguenza dell'esclusione delle delegazioni di Russia e Bielorussia dal CIO e da tutte le federazioni sportive che ne fanno parte a causa dell'invasione dell'Ucraina dello scorso febbraio, in violazione della Tregua Olimpica.

La decisione degli organizzatori di Wimbledon, definita dal presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach "un esempio di interferenza politica nello sport" ha avuto significative conseguenze.

La scorsa edizione del torneo, infatti, non ha assegnato punti ATP. Inoltre gli organizzatori e la LTA, la Federtennis britannica, hanno subito multe di 950 mila euro da parte dell'ATP e 750 mila euro da parte della WTA per aver impedito l'iscrizione di russi e bielorussi anche negli altri tornei sull'erba organizzati in Gran Bretagna la scorsa estate.

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Su un piano di principio, i britannici non cambierebbero la loro posizione, motivata dal desiderio di impedire che il successo sportivo di atleti russi o bielorussi, in campo in qualsiasi forma, venga utilizzato dal governo di Putin o di Lukashenko come uno strumento di propaganda. Ma cresce anche il timore che una reiterazione della linea dura possa far perdere la licenza a tutti i tornei ATP e WTA in Gran Bretagna: sarebbe un colpo durissimo per la LTA.

"Non abbiamo ancora deciso cosa faremo in relazione alla prossima edizione di Wimbledon - ha detto all'agenzia di stampa Reuters un portavoce dell'AELTC -. Continuiamo a lavorare fianco a fianco con il governo inglese e con tutti i soggetti coinvolti nel mondo del tennis su questo tema".

Secondo il Daily Mail, le pressioni subite avrebbero in realtà già convinto gli organizzatori di Wimbledon ad ammettere russi e bielorussi come atleti neutrali. Non si esclude nemmeno l'ipotesi di un'ammissione soggetta alla sottoscrizione di un codice di comportamento o di un'espulsione in caso di supporto all'invasione dell'Ucraina, definita da Putin "operazione militare speciale".

"E' una decisione molto difficile, capisco i giocatori che non hanno potuto prendere parte al torneo l'anno scorso, ma comprendo anche la situazione generale" ha detto Andy Murray alla BBC, la tv pubblica inglese. "Da quello che ho capito, credo che alla fine ammetteranno russi e bielorussi a Wimbledon e per me non sarà un problema. Ma se dovessero decidere diversamente, capirei lo stesso".

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Molto prudenti le posizioni dei top player esclusi l'anno scorso. "Non prenderò questa decisione al posto loro, né li aiuterò in alcun modo a prenderla" ha detto Daniil Medvedev, numero 6 del mondo e miglior russo nel ranking ATP. "Come ho sempre detto sono per la pace. E rispetterò la loro decisione".

Anche la bielorussa Aryna Sabalenka, vincitrice dell'ultimo Australian Open, si mantiene su posizioni simili. "Ho capito che non è una cosa che posso controllare - ha detto -. Di sicuro non ho fatto niente al popolo ucraino". La decisione ufficiale è attesa entro il mese prossimo.

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