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Eventi internazionali

Rafa: voglio vincere più Slam di tutti, non l'ho mai nascosto

Il 'Cannibale' ringrazia Roger Federer per le congratulazioni. "Ho sempre detto che il mio sogno è essere il giocatore con più Slam, ma non puoi passare tutta la vita a pensare a quel che fanno gli altri. Non puoi essere sempre infelice se il vicino ha la casa più grande"

11 ottobre 2020

Rafa Nadal è arrivato ai 20 Slam di Roger Federer. Lo svizzero gli ha fatto subito i complimenti per aver eguagliato il suo record. Lo spagnolo lo scopre in sala stampa, all'inizio della conferenza dopo aver conquistato il suo 13mo Roland Garros. "Non ho visto il messaggio di Roger, ma lo ringrazio" dice. "Come tutti sanno, abbiamo un rapporto molto buono, ci rispettiamo tanto. Per certi versi, lui è contento se vinco e io lo sono quando lui va bene. Per me, questo rapporto significa tanto vista la rivalità che abbiamo da lungo tempo".

"Non ho mai nascosto che vorrei chiudere la carriera con più titoli di tutti nei major" ha aggiunto. "Ma ho sempre fatto la mia strada in carriera. Non puoi stare sempre a pensare: Novak vince qui, Roger vince lì. Non puoi sempre essere infelice se il tuo vicino ha la casa più grande o un cellulare migliore. Devi vivere la tua vita. Io ho fatto così da sempre, ho cercato di seguire la mia strada, di fare il massimo ogni giorno. Ovviamente i record mi interessano, la storia dello sport mi appassiona e condividere il record di Slam Roger ha grande valore. Ma intanto continuiamo a giocare e vediamo che succederà in futuro, alla fine delle nostre carriere".

 

La finale contro Djokovic è la nona partita che Nadal ha giocato dopo aver trionfato ad Acapulco a febbraio. Qualche dubbio che non fossero sufficienti l'ha avuto, spiega. "I dubbi fanno parte della vita. Per me i dubbi sono positivi, vogliono dire che non ti senti troppo forte" dice. "Quest'anno è stato difficile per tutti, la mia preparazione per questo torneo non è stata perfetta anche se mi sono allenato per un po' sulla terra visto che non sono andato a giocare in America.

"Sì, ho avuto dei dubbi prima del match ma è anche vero che la mia fiducia è costantemente cresciuta nel corso del torneo. Sentivo e colpivo sempre meglio la palla. Oggi non ero fiducioso, non puoi mai esserlo troppo quando devi giocare contro Novak, ma avevo un pensiero positivo, sentivo che avrei potuto giocare una buona partita".

Anche nel suo giorno di gloria, nella domenica del primato eguagliato, Nadal considera lo scenario in cui è maturato il trionfo. "La situazione è triste per tutti, nel mondo. Se mi chiedete come mi sento, è ovvio che sono felice. Ma non lo sono come al solito. Non ci siamo goduti del tutto il torneo, come sarebbe stato con lo stadio tutto pieno. Il fatto che abbia vinto non cambia i miei pensieri. Il contesto è triste, noi siamo molto fortunati ad avere la possibilità di allenarci e giocare. Non ringrazieremo mai abbastanza l'Atp, il Roland Garros, lo US Open e tutti quelli che hanno fatto grandi sforzi per organizzare eventi in circostanze così difficili".

Nadal riconosce di aver espresso in finale un livello di gioco "eccezionale, e non potresti vincere altrimenti con un punteggio simile contro di lui. Sono molto fiero di aver giocato al mio livello più alto quando ne avevo bisogno. La soddisfazione è tanta perché nonostante questa considerazione, non sceglierei mai di giocare nelle condizioni in cui abbiamo disputato questo Roland Garros.

"Mi sono adattato bene, sono riuscito ad essere positivo dal primo giorno e accettare tutte le sfide, anche non sentire bene la palla per il freddo e tutto il resto. Questo è uno dei Roland Garros che per me vale di più".

Le sue reazioni emotive dopo il trionfo hanno colpito, l'intensità delle emozioni espresse da Nadal hanno dimostrato quale significato rivesta questa vittoria. "Onestamente un mese e mezzo fa, se mi avessero detto che avrei vinto il torneo, avrei risposto: No, quest'anno sarà troppo difficile. Nello sport, le cose cambiano velocemente. Io ho fatto tutto quello che dovevo con il grande supporto del mio team che mi è stato vicino, mi ha sostenuto soprattutto nei giorni più duri, perché è difficile lavorare giorno dopo giorno se non hai una programmazione chiara. E' grandioso poter avere accanto persone così. La partita di oggi è dedicata a tutti loro".

Nadal spiega poi di non aver ancora chiara la sua programmazione per le prossime settimane. "Non ho deciso se andrò avanti con un calendario normale o fermarmi fino all'anno prossimo" dice, rispondendo a una domanda sulle sue possibilità di lottare per vincere le ATP Finals a fine stagione. "Devo parlare prima con la mia famiglia e il mio team, dobbiamo analizzare con calma la situazione. Lo scenario è difficile, dovremo fare 14 giorni di quarantena in Australia prima che inizi il torneo l'anno prossimo. E' il momento di essere intelligenti. Io sto cercando di fare il massimo per non prendere cattive decisioni".

Con la finale di Parigi, Nadal ha riscattato la sconfitta netta subita nell'ultimo confronto diretto negli Slam, in finale all'Australian Open. Anche se, conferma, "non mi piace l'idea della vendetta. Semplicemente accetto quando le cose non vanno come vorrei. In Australia, lui ha giocato una partita straordinaria. Per me è stato difficile giocar bene, perché è stato troppo forte quel giorno. Oggi è stato l'opposto soprattutto per due set e mezzo. Ma non sono più felice, avendo vinto 60 62 75, di quanto lo sarei stato se fossa finita 64 al quinto. Vincere in lotta dà anche più soddisfazione. D'altra parte, se batti Djokovic in tre set vuol dire che tante cose hanno funzionato alla grande".


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