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Eventi internazionali

Rimpianto Fritz, solo Kyrgios fra Nadal e la finale

Nadal è il settimo giocatore a raggiungere otto semifinali a Wimbledon nell'era Open. Il maiorchino ha un problema agli addominali che lo condiziona sul servizio e il rovescio, ma Fritz non riesce a sfruttare la situazione negli ultimi due set. Lo spagnolo sfiderà Kyrgios per andare in finale

di | 06 luglio 2022

E' infortunato agli addominali, suo padre gli suggerisce perfino di ritirarsi. Ma Nadal resta, rimonta e vince contro un Taylor Fritz che negli ultimi due set gli ha permesso di giocare quasi solo di diritto e da fermo, ovvero nel modo migliore per non pagare i problemi fisici. Nadal chiude 3-6, 7-5, 3-6, 7-5 7-6(4) e diventa il settimo a centrare otto semifinali a Wimbledon. Ritroverà quel Nick Kyrgios che iniziò la sua scalata proprio battendolo qui ai Championships otto anni fa.

"Mi piace molto giocare partite così - ha detto Nadal, ringraziando i tifosi per il supporto -. Ho vissuto un pomeriggio duro contro un grande giocatore. Complimenti a Taylor che ha giocato alla grande tutta la stagione. Non è stata una partita semplice per me". Il maiorchino ha confermato l'esistenza di un infortunio agli addominali. "Qualcosa non andava bene, dovevo trovare un modo per servire in maniera diversa. In tanti momenti ho pensato che non sarei stato in grado di finire la partita".

Nadal lascia quasi andare gli ultimi cinque game del primo set. Ma non sembra condizionato all'inizio del secondo. Non chiede medical time out, non esce dal campo, sfida il diritto sempre più sicuro dello statunitense. Fritz si è sbloccato, di testa e non solo, dopo aver battuto proprio il maiorchino in finale a Indian Wells. Da allora, ha mostrato con continuità quel livello di gioco che aveva fatto intravedere nel 2016.

Allora a 18 anni, a Memphis, diventò lo statunitense più giovane a centrare una finale ATP dai tempi di Michael Chang nel 1988.  Già marito divorziato e padre, a lungo Fritz non è apparso in sintonia con la sua età. Ora sembra invece pienamente, in campo e fuori, un 24enne entrato in Top 10 e oggi fra i primi 15 del mondo.  Precoce fuori dal campo ma discontinuo dentro, Fritz ha rimesso le cose in equilibrio dopo la pandemia e particolarmente quest'anno.

A Melbourne, all'Australian Open, ha superato per la prima volta il terzo turno in uno Slam, al 22mo tentaivo. A Wimbledon, è diventato il 45mo statunitense nei quarti nell'era Open. Un traguardo raggiunto grazie alla vittoria su Jason Kubler il 4 luglio, giorno della festa dell'indipendenza USA. 

Contro Nadal, che si tocca l'addome, stretto in un tape tirato al massimo, e più volte ai cambi campo si piega in due cercando aria, Fritz va dritto per il suo passo e con il suo tennis. Un tennis che ha mantenuto i punti di forza dello stile essenziale delle origini, ma l'efficacia del servizio e del diritto è cresciuta eccome. E questo cambia l'approccio, aumenta la fiducia nei suoi colpi e la sicurezza che il suo fisico possa spingerlo a realizzare i suoi obiettivi.  

Eppure Nadal accorcia i movimenti in risposta, lascia andare i colpi e il braccio. Nasconde il dolore, o almeno ci prova, ma perde di precisione. Soffre soprattutto al servizio e quando gioca il rovescio, situazioni in cui presumibilmente la torsione sollecita maggiormente gli addominali.  

Fritz, il primo ad aver battuto Nadal quest'anno, resta fedele al piano di gioco e si scopre favorito. Una condizione che può far girar la testa, e che infatti finirà per complicargli la strada.  

Nadal-Fritz assume così la dimensione dello scontro a più livelli. Quello intanto tecnico, con Nadal che appoggia solo il servizio, gioca quasi da fermo ma la mette pur sempre negli angoli e non arretra nel punteggio. E' scontro fra la mente e il corpo, ennesima puntata di un contrasto su cui Nadal ha costruito la narrazione di tutta la sua carriera.

E' scontro anche familiare perché, appena Rafa chiede il medical time-out sul 4-3 nel secondo set, suo padre gli fa cenno chiaramente di mollare e ritirarsi. Invece Nadal rientra e Rafa senior segue i game successivi con un'espressione fra il rabbioso e l'addolorato, con un cipiglio deluso per quel figlio così testardo.

Intorno, sul Centrale, cala un silenzio inatteso, come un respiro sospeso. Niente incitamenti, al massimo qualche applauso accennato e sommesso accompagnano una partita in cui il dato tecnico sfuma in secondo piano.  

Nadal, potendo, giocherebbe sull'uno-due sempre. Tira tutto, evitare gli scambi è il suo obiettivo, il suo modo per fare il meglio con quello che ha e puntare ancora all'ottava semifinale in carriera a Wimbledon, un traguardo raggiunto solo da altri sei giocatori nell'era Open. Come spesso accade in situazioni simili, è il giocatore sano che rallenta un po'. Fritz fa un po' di confusione, Nadal vince il secondo set 7-5 e rimette la partita in equilibrio.  

La velocità media del servizio di Nadal continua a scendere, passa dai 185 chilometri orari del primo set ai 172 del secondo ai 164 del terzo, che gioca sempre in salita senza riuscire a invertire la rotta.  Mentre dal pubblico salgono isolati "Come on Roger!" e "Come on Novak!" di tifosi che da tempo hanno smesso di far sorridere, Fritz controlla il terzo set ma perde il servizio all'inizio del quarto. 

Lo statunitense, incerto nelle scelte sulla palla break, si lamenta per un paio di chiamate dei giudici di linea che in effetti l'hanno danneggiato: hanno giudicato fuori un suo vincente sulla riga sul 40-30 e un servizio che gli aveva dato il punto.  

Sbanda, Fritz, che va sotto 4-2. Si rialza, ma continua a giocare contro il diritto di Nadal, che da quel lato soffre meno.  Gli fa giocare i suoi colpi migliori in condizioni pressoché ideali, non riesce a fargli colpire il rovescio in allungo, e a esacerbare il problema agli addominali. Poi Rafa se ha uno spiraglio per risalire, lo trova e lo sfrutta: dal 4-5 nel quarto, vince 12 punti su 14 e allunga al quinto.  

La sfida rimane sul filo, Nadal però ha sempre meno difficoltà nel controllare gli spazi. Fritz non lo fa uscire dalla zona di sicurezza, non attacca verso l'angolo destro. Resta sospeso tra l'ottimismo della volontà e la difficoltà di trasformare in realtà l'ambizione in un quinto set che assume i contorni del dramma. Al tie-break, il contrasto fra un campione e chi vorrebbe diventare un grande giocatore si palesa in tutta la sua nettezza.  

Dopo quattro ore e venti minuti Nadal può prendersi il tempo di festeggiare con l'orgoglio del campione e il sollievo immancabile dopo un match così. Un successo maturato, peraltro, nel quattordicesimo anniversario del suo primo trionfo a Wimbledon nella memorabile finale del 2008 contro Federer.

In semifinale Nadal, rimasto in campo 15 ore e 21 minuti nel torneo, incontrerà Nick Kyrgios. Otto anni dopo la sua esplosione a Wimbledon 2014, quando ha battuto proprio Nadal allora numero 1 del mondo, ha evitato le insidie di una partita complicata per tanti motivi contro Cristian Garin.

Il cileno, giocatore solido e regolare, aveva il physique du role per scompaginare i piani dell'australiano, lo scompaginatore per eccellenza. Invece Kyrgios, pur brontolando con se stesso a lungo, non protesta con l'arbitro né con i giudici di linea. Controlla la partita con il gioco, e non ha bisogno del corollario extra-sportivo per lo show. Vince 6-4, 6-3, 7-6(5), fa valere la superiorità sull'erba e riporta l'Australia nelle semifinali del singolare maschile a Wimbledon per la prima volta dopo Lleyton Hewitt nel 2005.

"Spero di essere pronto, dovrò essere al 100% per batterlo" ha detto Nadal. La sfida è già lanciata. Lo spettacolo deve ancora cominciare.


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