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Andy Murray batte Nick Kyrgios, che subisce un penalty game e dopo la partita se la prende con i tifosi. "Ho risposto ad offese razziste e mi hanno penalizzato" ha detto. Lo scozzese non vince un torneo da Anversa 2019. Il suo ultimo titolo sull'erba risale a Wimbledon 2016. Finale in diretta su SuperTennis e SuperTenniX
di Alessandro Mastroluca | 11 giugno 2022
Il "vecchio" Murray batte un Kyrgios bello per un set, poi furioso contro i tifosi che ha accusato di offese razziste. La semifinale di Stoccarda ha riportato indietro il tempo, come in quel vecchio film sul giorno della marmotta. Lo scozzese ringiovanisce sull'erba, e in questa versione vintage si prepara a sfidare Matteo Berrettini nella sfida per il titolo, non prima delle 15 in diretta su SuperTennis e SuperTennix
Dopo Stefanos Tsitsipas, suo primo successo contro un Top 5 da sei anni, Murray si assicura un rientro un Top 50 che aspettava da maggio 2018: sarà infatti almeno numero 47 del mondo, secondo le proiezioni live del ranking ATP.
Anche se già nei primi mesi dopo la seconda operazione all'anca diceva di sentirsi un tennis da Top 50. Ma i meccanismi di classifica e di distribuzione dei punti, insieme alle protezioni introdotte dopo la pandemia, non lo hanno aiutato ad accelerare i tempi della risalita.
Il 7-6(5) 6-2 su Kyrgios, che gli vale la qualificazione alla nona finale sull'erba in carriera, la prima dal trionfo a Wimbledon 2016, racconta i due tempi della sfida. "Sono stato più solido nel tiebreak del primo set. Su questi campi, dove il rimbalzo è basso, spesso uno o due punti fanno la differenza. E in quelli, nel primo set, sono stato più sicuro".
La partita, di fatto, si è chiusa lì. Dopo l'errore sul set point, Kyrgios ha lanciato la racchetta a terra che si è spezzata in due. Aveva già avuto un warning in precedenza, per cui ha iniziato il secondo set con un punto di penalità.
Nel corso del game succede qualcosa, che per tutta la partita non si comprende. Se ne vedono solo gli effetti. L'australiano incassa un penalty game, e dunque il secondo gioco non si disputa, poi chiama in campo il supervisor. La conversazione è lunga, la partita riprende sul 2-0 Murray ma nella sostanza non ricomincia più.
Solo dopo la partita abbiamo conosciuto la versione di Kyrgios, che si affida alle storie Instagram. "Quando finirà mai tutto questo? - ha scritto - Per quanto ancora dovremo avere a che fare con offese razziste da parte dei tifosi? Capisco che il mio comportamento non è il migliore sempre [una frase che sottolinea scrivendola in stampatello nel messaggio, NdA], ma frasi come "zitto e gioca, pecora nera" non sono più accettabili. Poi quando rispondo al pubblico che mi dice queste cose, vengo penalizzato. Non è giusto".
Sull'espressione "pecora nera" e di altre espressioni implicitamente razziste come "lista nera", "mercato nero", ed altre che hanno a che fare con atti illegali (come blackmail che in inglese indica l'estorsione) a proposito della lingua inglese ha scritto la terapista Dee Watts-Jones nel 2004. Espressioni che chi utilizza nella maggior parte dei casi non percepisce come razziste, spiegava. "Il linguaggio di ogni giorno ricorda a noi neri che il nostro colore della pelle è collegato al crimine, alla cattiva reputazione (black mark in inglese), al rifiuto, all'illecito, alla morte. Questo utilizzo collude con il razzismo".
Una macchia che per certi versi, come ha più volte sottolineato, Kyrgios sente di portare addosso. Sa di non essere perfetto, ma spesso rimarca di essere stato sanzionato in maniera percepita come esagerata, di essersi creato una cattiva nomea. Ed è ormai convinto, come il messaggio dimostra, che questo influenzi le reazioni e le sanzioni per le sue azioni.
Ma in campo, va detto, Kyrgios non si aiuta nemmeno tanto. Chi ha guardato il secondo set non ha vinto il ragazzo che si è tatuato il numero degli anni della nonna morta come monito e rimpianto per non essere andato al suo funerale. Ha visto un ragazzo svogliato, che spesso è al limite tra l'autenticità e la maleducazione. Sono queste le impressioni che rimangono più forti, e nascondono anche i lati migliori che pure emergono.
Qualche tempo fa ne aveva parlato anche Murray, per cui Kyrgios nutre una grande stima, per la persona e il giocatore. Un campione che sfiderà Matteo Berrettini con l'obiettivo di centrare il primo titolo ATP da Anversa 2019 e il primo sull'erba da Wimbledon 2016.
La settimana di Stoccarda sembra dar pienamente ragione a Ivan Lendl, il coach che l'ha guidato ai due trionfi ai Championships e che ha voluto di nuovo accanto in questo suo tentativo di sconfiggere il tempo."Andy può ancora raggiungere grandi cose" diceva lo scorso marzo. Soprattutto sull'erba, spiegava. "Penso che sia la sua superficie migliore - ha detto -, ma per molti è la peggiore. Questo aumenta le sue chances".
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