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Eventi internazionali

Il futuro di Mister 22 Slam: "Avanti, ma serve una soluzione per il piede"

Altro che ritiro: Rafael Nadal stravince l'ennesimo Roland Garros e in conferenza stampa parla di presente e futuro. Il problema al piede rimane grave, ma cercherà di individuare una soluzione. "Fino a quando riuscirò a essere felice giocando a tennis - ha detto -, continuerò a farlo. Wimbledon? Non voglio mancare, se il mio corpo me lo consentirà"

05 giugno 2022

È un Rafa Nadal ebbro di gioia, quello che si presenta davanti ai giornalisti dopo aver vinto il suo 14esimo Roland Garros. Lo spagnolo ha analizzato le due settimane parigine, dalle emozioni vissute ai dolori al piede, con uno sguardo al futuro per scacciare lo spettro di un potenziale addio al tennis giocato al termine della finale parigina, come da voci (false) circolate in mattinata.

Non è questo il giorno per parlare dei 22 titoli dello Slam – le prime parole di Nadal in conferenza stampa – ma è il giorno per parlare del Roland Garros, perché siamo qui a Parigi. Avere nuovamente questo trofeo accanto significa tutto per me. Ho vissuto due settimane fantastiche, in cui sento di essere migliorato ogni giorno. Sono molto felice e non ringrazierò mai tutti abbastanza per il sostegno che mi è stato dato fin dal primo giorno”.

Subito alcune considerazioni sull’avversario, Casper Ruud. “Casper è un grande giocatore, da domani sarà il numero 4 della Race. È in alto nel ranking e sta migliorando ogni anno, mentre in passato è stato un ottimo giocatore ma solo sulla terra battuta. Ora sta vincendo titoli e lottando anche sulle altre superfici. La cosa più importante di questo sport, a mio avviso, è il lavoro quotidiano e lui lavora duramente. Oggi è stata una giornata tosta per lui, non lo nego, ma il suo team deve essere orgoglioso dei risultati straordinari che sta ottenendo. È circondato da belle persone”.

Il dolore al piede è sempre più forte ma lo spagnolo ha le idee chiare. “Il mio approccio è sempre lo stesso. Come ho detto nei giorni precedenti, è ovvio che in questo modo non posso e non voglio continuare. Andrò avanti nel mio lavoro e cercherò di trovare una soluzione e un miglioramento per ciò che sta accadendo al piede. In questi giorni credo di aver giocato in condizioni estreme ma non ho voluto parlarne per rispetto degli avversari. Se non fosse stato per l’anestesia non sarei potuto scendere in campo ma il Roland Garros è il Roland Garros. Tutti sanno quanto sia importante per me questo torneo, quindi volevo provarci e darmi una possibilità. La prossima settimana proveremo con una radiofrequenza sul nervo per provare ad intorpidirlo a lungo termine. Qualora non dovesse funzionare, dovremo capire se optare per un intervento chirurgico che però non mi garantirebbe di essere di nuovo competitivo. Procederemo un passo alla volta, come è stato per tutta la mia carriera. Se sarò ancora in grado di essere felice giocando a tennis con le cose che ho, continuerò a farlo. Se non ci riuscirò, mi dedicherò ad altro”.

La stagione su erba è alle porte e Rafa vuole provare ad esserci. Wimbledon? Parteciperò se il mio corpo sarà pronto per farlo. Wimbledon è un torneo che non voglio perdere. Nessuno vuole perdersi Wimbledon. Un giocatore come me è sempre pronto a disputare un torneo del genere. Amo Wimbledon, davvero, lì ho vissuto emozioni incredibili”.

Il 14 volte campione del Roland Garros fa un passo oltre i record. “Non si tratta di essere il migliore della storia. Non si tratta di record. È che mi piace ciò che faccio, mi piace giocare a tennis. E mi piace la competizione. Io, Roger e Novak abbiamo raggiunto risultati che probabilmente non ci saremmo mai aspettati, abbiamo realizzato i nostri sogni. Ciò che mi spinge ad andare avanti non è il numero degli Slam ma la passione per il tennis, vivere momenti magici che mi rimarranno dentro per sempre e giocare nei migliori stadi del mondo. È chiaro che sono sorpreso da tutto questo. Se non ti sorprende vincere 14 Roland Garros o 22 tornei del Grande Slam, è perché sei molto arrogante e io non sono così. Ogni esperienza che ho vissuto mi ha aiutato a crescere”.

In un certo senso, può essere soddisfatto anche Casper Ruud. Non per la finale persa nettamente, ma di certo per il miglior torneo della sua carriera. “Sapevo - ha detto il norvegese - che sarebbe stata durissima: i numeri di Nadal parlano per lui. C’è un motivo se qui non ha mai perso una finale. Come ho già detto durante la premiazione, io sono solamente una delle tante vittime che ha distrutto in finale su questo campo”.

“Era la prima volta che provavo l’esperienza di giocare la finale in un torneo del Grande Slam, anche se devo dire che fino a quando sono sceso in campo non ci ho pensato troppo. Ma quando ho visto lo stadio pieno e l’atmosfera che c’era ho fatto fatica a trovarmi a mio agio, almeno inizialmente. Poi, col passare dei minuti, ho iniziato a sentirmi meglio, a respirare meglio e mi sono rilassato. È stata sicuramente una bella sfida: affrontare in finale, su questo campo, il giocatore che ha vinto più Slam di tutti. Non è facile”.

“Nel secondo set sono stato in vantaggio 3-1 e naturalmente mi sarebbe piaciuto vincere il set, ma in quel momento Rafa ha alzato il livello, dimostrando che quando ne ha bisogno sa giocare alla grande. Allo stesso tempo, quando si è trovato in vantaggio per due set a zero è riuscito a giocare con maggiore libertà, avvicinandosi al campo e trovando vincenti sia col diritto sia col rovescio. Non sapevo bene da che parte fosse meglio giocare, perché mi faceva male da entrambi i lati”.

“Ricorderò questo match per il resto della mia carriera. Ci sono certi momenti, nella carriera di un giocatore, che ognuno ricorda meglio di altri: questo per adesso sarà al comando della mia lista, perché è la partita più importante che io abbia mai giocato. Mi sarebbe piaciuto renderla più combattuta, ma pazienza. Un giorno potrò raccontare ai miei nipoti di aver giocato contro Nadal sul Philippe-Chatrier, nella finale del Roland Garros. Mi godrò questo momento per lungo tempo”.


“Cosa mi porto a casa da questo torneo? Sono stato bravo ad approfittare delle mie chance. Fin dal sorteggio del tabellone tutti si sono focalizzati sulla parte alta del tabellone, dicendo che sotto ci sarebbe stata una possibilità per molti giocatori, visto che nessuno aveva mai vinto qui. Ho capito che potevo essere io ad arrivare in fondo e sono stato il migliore della parte bassa. Di questo sono molto soddisfatto. Ho anche capito che i match di cinque set possono essere molto, molto lunghi. Devi sapere che non sempre giocherai il tuo miglior tennis lungo l’arco dei cinque set, ma l’importante è farlo nei momenti che contano. In più, talvolta in passato nei tornei del Grande Slam non ero riuscito a recuperare a dovere nei giorni di riposo. Stavolta invece ci ho prestato maggiore attenzione e mi sono sentito bene per l’intero torneo. È tutta esperienza, dalla quale imparare”.


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