

Il serbo gioca in Israele il primo torneo individuale dopo la vittoria a Wimbledon di luglio. All’esordio ha surclassato lo spagnolo Andujar: ha bisogno di punti ATP per consolidare la sua posizione in classifica in vista delle Nitto ATP Finals, suo grande obbiettivo di fine stagione
29 settembre 2022
E’ un Novak Djokovic davvero bello carico, quello che ha esordito al torneo di Tel Aviv rifilando un 6-0 6-3 al 36enne spagnolo Pablo Andujar, n.115 del mondo. E’ entrato in campo concentratissimo, come se fosse una finale, e ha fatto di tutto per non regalare niente a un avversario intenzionato a tenere onorevolmente il campo. Una perfetta sintesi dell’attitudine con cui il serbo sta affrontando l’impegno si è avuta nel secondo game del secondo set quando Djokovic, in vantaggio 6-0 1-0 ha combattuto oltre 20 minuti prima di concedere il primo gioco dell’incontro all’avversario, che ha dovuto salvare 5 palle break per riuscirci.
Prima dei due match della Laver Cup, lo scorso fine settimana, l’ultima partita ufficiale di Djokovic risaliva alla finale di Wimbledon (dalla quale non aveva ricavato punti, perché quest’anno i Championships non ne assegnavano). Dunque, dopo il rientro “soft” nella grande kermesse della O2 Arena di Londra, per celebrare l’addio al tennis dell’amico/rivale Roger Federer, parte ora il rush finale verso l’ultimo grande obbiettivo stagionale: le Nitto ATP Finals di Torino.
Djokovic, in quanto vincitore di uno Slam, è qualificato di diritto se però chiuderà la stagione tra i primi venti della Pepperstone ATP Race to Turin, classifica nella quale attualmente è 15esimo, attardato dall’aver disputato solo 6 tornei quest’anno, a causa del suo non essere vaccinato contro il Covis-19. Dunque deve tornare in azione e vincere, se non vuole rischiare di vedersi scavalcato.
E’ arrivato a Tel Aviv con il carico di emozioni di Londra: “Ho un enorme rispetto per Roger e per tutto quello che ha fatto per il nostro sport. Ha avuto una carriera epica, può esserne orgoglioso. Rimarrà come uno dei più grandi atleti di tutti i tempi”, ha detto Djokovic, alla vigilia del suo esordio. "Il suo ritiro è un momento triste per il tennis".
Il serbo, che ha compiuto 35 anni lo scorso 22 maggio, è ben lungi dal pensare al ritiro. Forte degli 88 titoli conquistati in carriera punta a tenere alto livello.
"Voglio continuare a giocare a tennis anche se ho ottenuto praticamente tutto quello che si può raggiungere nel tennis", ha detto Djokovic. “Ho ancora passione e voglia di esprimermi ai massimi livelli”.
Quella del Watergen Open di Tel Aviv è la prima di tre settimane consecutive in cui Nole vuole essere sul campo: “Tel Aviv è stata la scelta perfetta per me", ha detto Djokovic. “Anche perché non venivo in Israele da un po' e l'ultima volta ho vissuto un'esperienza fantastica.”
Nel 2006, l’allora diciottenne Djokovic era stato protagonista di un match di Coppa Davis in Israele. “Era l'atmosfera più rumorosa che avessi mai provato, persone tanta gente appassionata. E ho anche visitato Gerusalemme durante in un’occasione successiva. Ma è stato un bel po' di tempo fa”.
Nei primi allenamenti sembra che i fastidi al polso del weekend londinese di Laver Cup siano superati: l’ex n.1 punta a ritrovare prima possibile il suo tennis migliore, per un grande finale di stagione. E sente di avere la ricetta giusta per riuscirci.
“Non esiste un segreto o una chiave che risolva tutti i problemi. È una combinazione di elementi che fanno parte del tuo modo di essere: chi sei, come ti alleni, com’è il tuo stile di vita. Tutto questo contribuisce a raggiungere il successo", ha detto Djokovic. “La mia formula con me funziona. Ma provo anche cose nuove, perché voglio sempre migliorare. Soprattutto quando hai di fronte ragazzi come Alcaraz, che esprimono grande potenza e sono carichi di adrenalina. Bisogna riuscire a capire come migliorare per alzare il proprio livello".
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