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Eventi internazionali

Come eravamo: il tennis e il mondo nel '98 e nel '76

Come eravamo nel 1998? E come eravamo nel 1976? Furono due anni di passaggio, gli ultimi due in cui l'Italia si prese la finale di Davis. Due stagioni difficili, nelle quali il tennis riuscì ad aprire una porta di speranza sul futuro

di | 26 novembre 2023

Per capire esattamente quanto sia storica, questa finale di Coppa Davis, per il movimento del tennis italiano, è utile contestualizzare le occasioni più recenti nelle quali questo risultato si era concretizzato. L'ultima era stata a Milano, Forum di Assago, 1998. Di fronte a noi c'era la Svezia, in un incontro girato male ai padroni di casa sul crac della spalla di Andrea Gaudenzi nel quinto set contro Magnus Norman. In quel momento, in testa al ranking Atp c'era Pete Sampras, leader in un gruppo di top 10 che comprendeva pure Marcelo Rios, Alex Corretja, Pat Rafter, Carlos Moya, Andre Agassi, Tim Henman, Karol Kucera, Greg Rusedski e Richard Krajicek. Di questi, c'è chi oggi si gode la pensione, chi fa il commentatore, chi allena. 

Ma la distanza è evidente soprattutto se parliamo del tipo di tennis che giocavano questi campioni: almeno cinque di loro – Sampras, Rafter, Henman, Rusedski e Krajicek – facevano del serve&volley un'arma letale, da usare spesso e volentieri al di là delle superfici. Era ancora il tempo degli specialisti: c'erano i terraioli e c'era chi aspettava di giocare sull'erba per mettere da parte il suo bottino di punti grazie alle volèe. E l'Italia? L'Italia vide quella finale di Davis come una sorta di mezzo miracolo, considerato che all'epoca il primo azzurro nel ranking era proprio l'attuale presidente Atp Andrea Gaudenzi, numero 44 al mondo, seguito da Davide Sanguinetti (47) e Gianluca Pozzi (62). La Svezia, pur non essendo più nel suo periodo migliore, contava ancora su sette top 100 e su cinque giocatori fra i primi 50.

1998 e 1976, i momenti da ricordare

Il 1998 è anche l'anno in cui il film Titanic trionfa alla Notte degli Oscar, l'anno dell'istituzione della Banca Centrale Europea e quello in cui Marco Pantani centra la doppietta Giro d'Italia-Tour de France. È anche l'anno in cui ci lascia Lucio Battisti, provocando una grande ondata di commozione nel Paese. Commozione che ovviamente è veicolata dalla televisione, visto che internet non è ancora roba per tutti e che i social network in Italia sarebbero sbarcati solamente 10 anni più tardi. Il Papa è Giovanni Paolo II, che proprio quell'anno vola a Cuba per un incontro rimasto nella storia con Fidel Castro. Mentre il 4 di settembre Larry Page e Sergey Brin danno vita a quello strumento che oggi quasi tutti usiamo per cercare qualsiasi tipo di informazione: Google.

Se torniamo indietro nel tempo fino al 1976, invece, la distanza aumenta e la percezione di trovarsi in un altro mondo pure. In testa al ranking Atp (creato peraltro appena tre anni prima) c'è l'americano Jimmy Connors, seguito da Borg, Nastase, Orantes, Ramirez, Vilas e da Adriano Panatta, numero 7 e migliore degli italiani. In Cile, dopo tutte le proteste e i dubbi circa la possibilità di giocare o meno in casa del dittatore Pinochet, gli azzurri partono nettamente favoriti e finiscono per dominare, vincendo l'Insalatiera in un incontro di cui rimane poco: qualche immagine in bianco e nero, qualche video rubato da chi era presente. Ma il match fu cosa per pochissimi, poiché la tivù decise di non trasmetterla 'per ragioni politiche'. Paradossalmente, di quella sfida si sanno più dettagli oggi (anche grazie al film documentario 'La squadra') che allora.

Nel 1976 il tennis vive un momento magico soprattutto grazie alle vittorie di Panatta a Roma e al Roland Garros. Un momento che segna un salto di popolarità della racchetta nel nostro Paese. Il Giro d'Italia lo vince Felice Gimondi, Ingemar Stenmark si aggiudica la Coppa del Mondo di sci, Hunt vince di un punto il Mondiale di Formula 1 segnato dall'incidente di Lauda. Uscendo dal mondo dello sport, è anche l'anno in cui Steve Jobs e Steve Wozniak fondano la Apple Computer, destinata a rivoluzionare il mondo dell'informatica.

In Italia e nel mondo la censura è ancora molto forte. Un esempio? la Corte di cassazione condanna 'Ultimo tango a Parigi' di Bernardo Bertolucci, vietandone la proiezione e ordinando di bruciare le copie del film, considerato scabroso. Per nostra fortuna, la pellicola in qualche modo è sopravvissuta e oggi rappresenta un pilastro del cinema italiano. Sono gli anni delle Brigate Rosse e dei colpi di stato in Sudamerica, anni difficili e di passaggio. Nel 1976 nasce il quotidiano La Repubblica, muore Mao, la nube tossica di Seveso fa paura. Non sono anni semplici, ma il tennis consola e fa sperare in un futuro migliore. Una specie di medicina, un po' come oggi.


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