

Le ultime sul “caso Peng” arrivano dalla Cina. Kontaveit inarrestabile a San Pietroburgo. Halep sceglie di non avere coach. A Dubai si rivede Ostapenko. Stephens balla a Guadalajara. Intanto il conflitto scatenato dalla Russia che ha invaso l’Ucraina si riflette anche nel circuito
di Tiziana Tricarico | 19 dicembre 2022
Ma quale “caso Peng”…. Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach incontra Peng Shuai in occasione di una cena a Pechino alla quale partecipa anche Kirsty Coventry, ex capo della Commissione Atleti, che promette di rimanere in contatto con la giocatrice cinese. Lo rivela un comunicato del CIO senza però fornire dettagli sulle accuse della tennista o sulla possibilità che il presidente Bach spinga ancora per l’apertura di un’inchiesta. “La rivelazione dell'incontro - si legge sul New York Times - non fa molto per cancellare i dubbi di chi si chiede se Peng avesse parlato liberamente nelle sporadiche e apparentemente orchestrate apparizioni pubbliche delle scorse settimane".
A Pechino Peng Shuai incontra anche due giornalisti dell'Equipe: durante il colloquio, durato un’ora, la giocatrice cinese ha risposto a domande precedentemente inviate attraverso il comitato olimpico cinese e sempre nella sua lingua madre. Un interprete le ha poi tradotte. "Non ho mai detto che qualcuno mi avesse aggredito sessualmente”, ha detto a conferma di quanto già dichiarato ai media ufficiali cinesi. Una nuova ritrattazione, dunque, del messaggio che aveva pubblicato sul social network cinese Weibo lo scorso 2 novembre in cui accusava l’ex numero tre del Partito comunista cinese Zhang Gaoli, con cui aveva avuto una relazione, di averla costretta a un rapporto sessuale nel 2018. Messaggio poi cancellato nel giro di mezz’ora. "C'è stato un enorme fraintendimento a proposito di quel messaggio - ha ribadito agli inviati dell'Equipe -. L'ho detto a Shanghai, l'ho scritto in diverse e-mail alla WTA. Non voglio che se ne parli ancora sui media. Il post l'ho cancellato io, perché ho voluto farlo". Peng, che ha lasciato intendere di voler abbandonare il tennis per i problemi al ginocchio e le difficoltà collegate alla pandemia, ha invitato a non politicizzare lo sport.
KONTAVEIT INARRESTABILE A SAN PIETROBURGO
Brutta sconfitta per Camila Giorgi nel primo turno del “St. Petersburg Ladies Trophy” (WTA 500 - montepremi 703.580 dollari sul veloce della “Sibur Arena” di San Pietroburgo, in Russia. La 30enne di Macerata, n.30 del ranking, cede 62 16 62 alla russa Alexandrova, n.43 WTA, che al terzo tentativo riesce a battere l’azzurra. Match giocato a corrente alternata da entrambe ma con la tennista di casa decisamente meno nervosa di Camila (che si lascia andare ad un insolito - per lei - lancio di racchetta), in giornata negativa al servizio (9 doppi falli a fronte di 4 ace).
Il torneo - il cui albo d’oro è aperto da Roberta Vinci, a segno nel 2016 - porta ai quarti cinque teste di serie su otto, in semifinale tre su quattro - Sakkari (n.1), Kontaveit (n.2) Ostapenko (n.7) e l’”intrusa” Begu - e a giocarsi il titolo le prime due del seeding. Al termine di una sfida ricca di colpi di scena Anett Kontaveit, n.9 del ranking e seconda favorita del seeding, si aggiudica il trofeo, il sesto in quattordici finali WTA disputate: l’estone sconfigge 57 76(4) 75 la greca Maria Sakkari, n.7 WTA e prima testa di serie, curiosamente dopo essere stata avanti 5-2 nel primo set (che ha finito per perdere) e sotto 2-5 nel terzo (che ha finito per vincere…). La 26enne di Atene, arrivata ad un passo dal secondo titolo in carriera, sul più bello perde calma e spirito combattivo, due delle sue qualità migliori.
Kontaveit diventa la settima giocatrice a raggiungere le 20 vittorie consecutive indoor nel circuito WTA dal 1989, una classifica guidata da Steffi Graf che ha infilato 43 successi da Washington 1989 alla semifinale dei Virginia Slims Championships 1990. La striscia di vittorie, che le ha permesso di trionfare a Ostrava, Mosca, Cluj-Napoca e San Pietroburgo (dandole la possibilità di debuttare alle WTA Finals), evidenzia il cambio di passo nel suo percorso: "Il cambiamento principale è che ho cominciato a divertirmi molto di più in campo", sottolinea. Il merito, però, è anche di coach Dmitry Tursunov, già allenatore di Aryna Sabalenka, con il quale ha iniziato a lavorare ad agosto 2021 in occasione del torneo di Cincinnati: "Mi ha aiutato a guardare le cose in maniera più rilassata e positiva", dice Anett che da solida colpitrice dal fondo si sta trasformando in efficace attaccante a tutto campo.
HALEP E’…NO-COACH
Come ha fatto Federer per diversi anni della sua carriera, Simona decide di proseguire la sua attività nel tour senza allenatore. In un’intervista alla testata rumena “30-0” conferma di aver interrotto la collaborazione con Daniel Dobre e Adrian Marcu dopo la sconfitta contro Cornet agli Australian Open. L’ex numero uno del mondo ha parlato di una decisione amichevole, che non ha rovinato i buoni rapporti tra loro. “Ora non ho un allenatore e non lo sto cercando - dice -. Voglio prendermi più responsabilità, rinforzarmi come persona e provare a vedere cosa riesco a fare da sola. Ho assorbito tanti consigli dagli allenatori con cui ho lavorato, soprattutto nei sei anni con Darren Cahill”.
Halep già si era trovata in questa situazione per qualche mese tra il 2013 e il 2014, ma in una fase di carriera molto diversa in cui stava iniziando ad affermarsi ad alto livello. Questa, invece, appare come una scelta matura e consapevole. E nella ricerca di un modo meno esigente di vivere la sua carriera Cahill, con il quale continua a sentirsi al telefono quasi ogni giorno, ha avuto un ruolo determinante: “Mi ha capito benissimo, era uno psicologo oltre che un allenatore - spiega -. Io non sapevo come rilassarmi, ma negli ultimi due o tre anni ho imparato come fare. Ora sono più aperta anche in spogliatoio e mi sta facendo bene”.
SERENA PRONTA A DIRE ADDIO?
Come una star sul viale del tramonto, Serena Williams avvolge nel mistero il suo ritiro dal tennis. Che per molti è sancito già dal numero 247 della classifica dov’è scivolata l’ex dominatrice, numero uno per 319 settimane (186 consecutive), regina di 23 Slam, ad un trofeo soltanto dal record di Margaret Smith Court. Ferma da Wimbledon, la statunitense ha disertato la trasferta Down Under e da qualche giorno sta lanciando segnali che sembrano confermare questa tesi.
L’ultima volta, il 29 giugno 2021, ha abbandonato il campo in lacrime per una mezza storta alla caviglia rimediata scivolando sull’erba del Centrale, sufficiente a lasciare via libera alla bielorussa Sasnovich (sul 3-3 15-15). Era sembrata un’uscita di scena teatrale e ideale per un mito che proprio non sembrava in condizione fisica sufficiente per disputare uno Slam. Lenta, sovrappeso, era condannata a cercare una soluzione nei primi due scambi, col morale a zero dopo la pessima stagione sulla terra arrivata dopo la semifinale di febbraio a Melbourne, quand’era stata competitiva per l’ultima volta, battendo Sabalenka e Halep ma crollando poi contro Osaka.
A DUBAI OSTAPENKO SI RIPRENDE LA SCENA
Debutto amaro per Camila Giorgi nel “Dubai Duty Free Tennis Championships” (WTA 500 - 703.580 dollari di montepremi) sui campi in cemento della metropoli negli Emirati Arabi Uniti. La 30enne di Macerata, n.29 del ranking, al primo turno raccoglie solo due game con la ceca Petra Kvitova, n.25 WTA, vincitrice di questo torneo nel 2013. Il torneo può vantare, nonostante qualche rinuncia dell’ultim’ora, ben sei top-ten, ma in semifinale non ne arriverà nemmeno una.
Quattro escono tutte insieme lo stesso giorno. La prima favorita del seeding, la bielorussa Sabalenka (n.2 WTA) si fa sorprendere da Kvitova che festeggia così il primo quarto di finale del 2022. In una sfida tra regine di Parigi la lettone Ostapenko (n.21 WTA), semifinalista a San Pietroburgo, supera al tie-break del set decisivo la polacca Swiatek (n.9 WTA), battuta per la terza volta in tre confronti al termine di un match con sedici break complessivi. Successo a sorpresa anche per la lucky loser elvetica Teichmann, che sorprende l’ucraina Svitolina (n.15 WTA), trionfatrice nelle edizioni del 2017 e 2018, diventata decima testa di serie dopo la rinuncia dell’estone Kontaveit (n.6 WTA): Jill aveva battuto Elina anche a Madrid 2021 salvano sei match-point ma stavolta fatica solo nel primo set. Ad eliminare la spagnola Muguruza (n.7 WTA), che continua a non mostrare la sua versione migliore come dimostra l’ultimo game del match in cui commette ben tre doppi falli, è invece la russa Kudermetova (n.31 WTA) che dopo aver “fatto fuori” Azarenka (n.17 WTA) all’esordio si prende lo scalpo di un’altra ex number one.
Secondo turno fatale anche per la ceca Krejcikova (n.3 WTA): la campionessa del Roland Garros si fa sorprendere in due set dall’ucraina Yastremska (scesa al n.146 WTA) che firma così la sua terza vittoria in carriera contro una top 5. E pensare che prima di questo torneo Dayana ha vinto solo cinque delle ultime quattordici partite disputate.
La semifinale sembra il replay della sfida per il trofeo del Roland Garros del 2017 con Ostapenko che fa recitare ad Halep (n.23 WTA), che pure ha già conquistato due volte Dubai (2015 e 2020), un ruolo poco più che da spettatrice per buona parte del secondo e del terzo set. La lettone completa una rimonta memorabile, 26 76(0) 60 lo score, lanciata da un tie-break senza errori. Semifinale di tutto riposo, invece, per Kudermetova che beneficia del forfait della ceca Vondrusova (n.38 WTA) per un problema all’adduttore e centra la sua finale più prestigiosa in carriera.
Jelena Ostapenko completa nel migliore dei modi il torneo della rinascita: dopo aver eliminato quattro campionesse Slam - Kenin, Swiatek, Kvitova (alla quale annulla un match-point) e Halep -domina in finale 60 64 Veronika Kudermetova e festeggia il terzo titolo WTA sul veloce dopo Seoul 2017 e Lussemburgo 2019. Grazie a questo risultato dopo due anni e mezzo ritrova la top 20 (n.13 WTA).
DOHA: UN PRIMO “ASSAGGIO” DELLA NUOVA IGA
Esordio amaro per Jasmine Paolini, unica azzurra in gara nel “Qatar TotalEnergies Open” (WTA 1000 - montepremi di 2.632.448 dollari) sui campi in cemento del Khalifa International Tennis Complex di Doha, in Qatar. La 26enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.44 WTA (best ranking), è sconfitta al primo turno 63 26 75 dalla belga Mertens, n.26 del ranking e 16 del seeding, vincitrice del titolo nel 2019 (quando il torneo era un Premier). Peccato, perché Jasmine nel terzo set è avanti 4-1 con doppio break e ancora 5-4 con il servizio a disposizione (arriva a due punti dal successo).
Tabellone stellare con 8 top ten al via: uniche assenti la numero uno del mondo, l’australiana Barty, e la ceca Pliskova (n.5 WTA). A guidare il seeding è la bielorussa Sabalenka (n.2 WTA): la 23enne di Minsk, campionessa nell’edizione del 2020, precede la ceca Krejcikova (n.3 WTA), la spagnola Badosa (n.4 WTA), l’estone Kontaveit (n.7 WTA), l’altra spagnola Muguruza (n.9 WTA), finalista nella passata edizione, la greca Sakkari (n.6 WTA), la polacca Swiatek (n.8 WTA) e la tunisina Jabeur (n.10 WTA). La campionessa in carica è la ceca Kvitova (n.21 WTA), che lo scorso anno sconfisse in finale la spagnola Muguruza (il torneo era un “500”: è diventato un “1000” proprio quest’anno): la 31enne mancina di Bilovec ha vinto anche nel 2018 (ed è stata finalista nel 2020). Tra le “past champion” in gara ci sono anche la bielorussa Azarenka, n.16 del ranking e 12 del seeding, a segno nel 2012 e nel 2013: subito fuori la rumena Halep (n.27 WTA), vincitrice dell’edizione del 2014, che si fa sorprendere all’esordio dalla francese Garcia (n.76 WTA).
A differenza di Dubai, negli ottavi arrivano tutte le prime otto del seeding, nei quarti sei delle prime otto con Gauff (n.14) e Ostapenko (n.15) ad infilarsi nei corridoi lasciati liberi dalle premature uscite di scena di Badosa (n.3) e Krejcicova (n.2). Semifinali con poca storia con Swiatek vincitrice su Sakkari e Kontaveit ad impedire ad Ostapenko la seconda sfida per il titolo consecutiva.
Ed anche la finale è un monologo assoluto. Una Swiatek praticamente perfetta conquista il primo 1000 della stagione: in finale la 20enne di Varsavia, n.8 WTA e settima testa di serie, liquida 62 60, in appena 63 minuti, l’estone Kontaveit, n.7 WTA e quarta favorita del seeding, vincendo tutti gli ultimi dieci game e chiudendo con un parziale di undici punti a uno. Dal 2-2 (contro-break a zero della 26enne di Tallinn) la polacca alza però il ritmo, obbligando la sua avversaria a colpire sempre in corsa, e pur annullando una palla-break sia nel sesto che nell’ottavo game si assicura il primo set per 6-2. Sulle ali dell’entusiasmo Swiatek continua a martellare anche nella seconda frazione: al cambio campo sul 3-0 per la sua avversaria Kontaveit scoppia in lacrime nascondendo il volto nell’asciugamani mentre coach Tursunov (colui che l’ha portata per la prima volta nell’élite mondiale) la osserva perplesso.
Lo sfogo, però, non serve: Iga cancella un’altra palla-break nel quarto gioco e vola verso la vittoria (6-0). Affettuoso l’abbraccio tra le due a fine match. “Vedere quello che sta succedendo in Ucraina mi sconvolge - dice Swiatek durante la premiazione dopo i ringraziamenti di rito -. Non riesco a immaginare che tutto questo possa accadere in un Paese così vicino al mio. Anche se molte cose ci dividono, spero che lo sport possa unirci e portarci gioia". Grazie a questo successo la 20enne di Varsavia risale al n.4 WTA, eguagliando il best ranking, subito davanti a Kontaveit, quinta (l’estone può consolarsi con il record personale), ma soprattutto ad una manciata di punti dal terzo gradino del podio mondiale occupato da Sabalenka. E la stagione è solo all’inizio….
STHEPENS BALLA A GUADALAJARA
Termina al secondo turno la corsa di Bronzetti nell’“Abierto Akron Zapopan” (WTA 250 - 239.477 dollari di montepremi) sul cemento del Panamerican Tennis Center di Guadalajara, in Messico. La 23enne di Villa Verucchio, n.112 del ranking (suo “best”), promossa dalle qualificazioni, dopo il successo in rimonta sulla la statunitense McNally, n.156 del ranking, cede 76(2) 62 alla ceca Bouzkova, n.96 del ranking, finalista in questo torneo nel 2019 (quando però era di una categoria inferiore, WTA 125k). Per Lucia ennesimo “best ranking” in arrivo: grazie al risultato di Guadalajara è virtualmente n.102, vicinissima ad entrare per la prima volta in carriera ad abbattere il muro delle top 100.
Proprio Bouzkova stoppa nei quarti la spagnola Sorribes Tormo, n.32 WTA e terza favorita del seeding, nonché campionessa in carica: la 25enne di Castellon lo scorso anno conquistò sul cemento messicano il suo primo trofeo WTA. Fuori nei quarti anche la colombiana Osorio, n.45 WTA, quarta testa di serie, eliminata dalla russa Kallynskaia (n.100 WTA). In precedenza erano uscite addirittura all’esordio sia la britannica Raducanu, n.12 del ranking e prima testa di serie, costretta al ritiro a metà del terzo set contro l’australiana Gavriolova-Saville in un match maratona, che la statunitense Keys, n.29 WTA e seconda favorita del seeding, eliminata in tre set dalla francese Harmony Tan (n.104 WTA).
E così per la prima volta da Miami 2018, Sloane Stephens torna a vincere un torneo. L’ex campionessa degli Us Open 2017 può sfoggiare sorridente il sombrero che spetta, insieme al trofeo, a chi conquista il titolo all'Abierto Akron Zapopan. In finale la 28enne di Plantation, Florida, (n.57 WTA e sesta testa di serie) batte 75 16 62 Bouzkova e festeggia così il settimo titolo in carriera. "E' solo l'inizio della stagione, c'è ancora tanto tennis da giocare, ma sono contenta di essere riuscita a mettere un po' di partite nelle gambe e a conquistare un titolo - dice Sloane -. Ho preparato tutto l'anno scorso, mi sono dedicata all'allenamento e a tutto il resto. Naturalmente i risultati non sono arrivati immediatamente, ma ora i frutti di quel lavoro si stanno vedendo. Voglio ancora tornare dove ero qualche anno fa, è ancora importante per me. E penso di poterci riuscire". In carriera Stephens aveva vinto tutte le prime sei finali giocate, compresa la più importante agli US Open 2017 e quella di Miami 2018. Da allora, però, ne aveva perse tre su tre, l’ultima alle WTA Finals del 2018. E’ la terza statunitense a vincere un titolo nel 2022 dopo Anisimova (Melbourne Summer Set 2) e Keys (Adelaide International 2).
STORIE DI GUERRA
"Dopo aver trascorso due notti in un parcheggio sotterraneo, i miei genitori hanno deciso di mandare me e mia sorella via dall'Ucraina ad ogni costo. Mamma, papà, vi vogliamo bene". Con questo commovente messaggio Dayana Yastremska racconta la sua situazione. Con le parole c’è una foto in cui si vede la tennista abbracciata alla sorella minore, unite di fronte all’incertezza. Nel primo pomeriggio di sabato 26 la tennista di Odessa dà ai tifosi di tutto il mondo un aggiornamento sulla sua situazione: lei e la sorella minore sono arrivate in Francia. “Siamo stanche ma al sicuro”, scrive su Twitter.
Yastremska è a casa, a Odessa, quando inizia l’invasione russa. E’ la stessa città dov’è nata Elina Svitolina, attuale n.15 WTA, atleta ucraina simbolo nel tour che frequenta insieme alle connazionali come Marta Kostyuk, Anhelina Kalinina, Lesia Tsurenko.“Il cuore mi sanguina. Un’altra terrificante notte insonne per la gente in Ucraina. Per favore aiutateci a fermare la guerra!”, posta su Twitter.
Il momento è drammatico e sono tanti gli sportivi che si schierano per la pace. Tra questi anche il russo Andrey Rublev che, dopo la vittoria su Hubert Hurkacz in semifinale a Dubai, lascia sull’obiettivo della telecamera un messaggio che non ha bisogno di commenti: "No war, please", "Niente guerra, per favore". Qualche giorno prima dell’invasione russa in Ucraina, Rublev aveva trionfato in doppio al torneo di Marsiglia con l’amico e collega ucraino Denys Molchanov, e in una story su Instagram pubblicava un disegno con i due Paesi belligeranti stretti in un abbraccio. “Lo sport unisce sempre”, dichiarava. "In questi momenti capisco quanto una mia partita sia poco importante rispetto a quanto di terribile sta succedendo. L'importante è salvaguardare la pace nel mondo e il rispetto gli uni degli altri".
L’ITF cancella tutti i tornei i Russia: l’ATP il Challenger di Mosca. E’ solo l’inizio....
Elina Svitolina, numero uno d’Ucraina, si trasforma in una testimonial contro la guerra nel suo Paese. Dopo l’invasione militare da parte dell’esercito russo continua a pubblicare messaggi, foto e video affinché il mondo prenda coscienza della situazione. Un invito alla sensibilizzazione delle coscienze il suo, che ha ripete anche in un’intervista agli inglesi di Sky Sports. Inoltre annuncia che donerà i montepremi dei tornei che giocherà per aiutare i soldati che stanno difendendo la sua nazione contro l’esercito russo. Prima giocatrice ucraina a entrare in top ten, sposata con il francese Gael Monfils, elogia il coraggio e la forza del suo popolo in un messaggio diffuso sui suoi profili Twitter: "Non giocherò contro avversarie russe o bielorusse finché ATP, WTA e ITF non avranno preso posizione", scrive tra l’altro alla vigilia del primo turno del WTA di Monterrey dov’è sorteggiata proprio contro una russa, Anastasia Potapova.
Non ci sono commenti