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Eventi internazionali

Alberghi, case, regole: tutto sulla bolla del tennis "a tre livelli"

In una conferenza stampa, la USTA ha spiegato i dettagli della bolla a New York. Previsti tre livelli, con norme di interazioni diverse: per giocatori e team, broadcaster e personale del torneo.

di | 19 agosto 2020

 Il Billie Jean King Tennis Center a Flushing Meadows, quartiere Queens di New York

Il Billie Jean King Tennis Center a Flushing Meadows, quartiere Queens di New York

Tre livelli per una bolla sola. A New York, per il Western&Southern Open (il combined normalmente ospitato a Cincinnati) e lo US Open, per limitare le interazioni e ridurre i rischi di contagio, l'organizzazione prevede regole diverse per tre differenti gruppo. Il primo livello include e il loro staff, gli ufficiali del torneo, medici e fisioterapisti: ovvero circa un migliaio di persone. Nel secondo il personale delle televisioni, che possono interagire in maniera molto limitata. Infine, lo staff del torneo per cui valgono limitazioni ancora più strette.

Di questo, e deli dettagli del protocollo di sicurezza, si è parlato in una lunga conferenza stampa con Michael Dowse, CEO e direttore esecutivo della USTA, la Federazione USA; Stacey Allaster, ex CEO della WTA oggi direttore del settore tennis professionistico per la stessa USTA, intervenuta anche in qualità di direttore dello US Open; e il dottor Bernard Camins, che dirige il dipartimento di prevenzione delle malattie infettive al Mt.Sinai Health Systems e fa parte del gruppo dello USTA Medical Advisory Group.

Il protocollo e l'isolamento in caso di positività

L'annuncio di un primo caso di positività al Covid-19, che però non riguarda tennisti o membri del loro staff. Il protocollo, ha spiegato Camins, prevede che tutti all'arrivo a New York vengano controllati due volte nel giro di 48 ore. Nel caso specifico, l'unico positivo su 1400 controlli è emerso al secondo giro di tamponi. Anche se asintomatico, dovrà rimanere in isolamento per dieci giorni. In quarantena anche la persona che era in camera con lui, che sarà isolata per 14 giorni, periodo potenziale di incubazione del virus.

Per quanto riguarda i giocatori, ha poi sottolineato Allaster, le norme prevedono che per poter disputare i due tornei debbano essere sul posto quattro giorni prima del loro primo incontro. Chi non raggiungesse con questo anticipo New York verrebbe escluso dal torneo: qualche doppista iscritto allo US Open non è, ad esempio, arrivato in tempo per il Masters 1000. Se, durante il torneo, un tennista dovesse risultare positivo, sarebbe automaticamente cancellato dal tabellone e messo in quarantena, in base al protocollo del dipartimento di sanità dello Stato di New York.
 

La direttrice degli Us Open Stacey Allaster

Alloggi: gli hotel e le residenze private

La maggior parte degli atleti è alloggiata negli alberghi individuati dall'organizzazione. Ma c'è anche chi ha scelto residenze private, anche queste sotto controllo. Si parla di otto giocatori (3 uomini, 5 donne) che hanno la possibilità di avere più di tre ospiti, ma per tutti valgono le norme del livello 1. Si crea, spiega Allaster, la bolla all'interno della casa.

Questo vuol dire che non si può, ad esempio, invitare qualcuno da fuori per una sera e nessuno può uscire e rientrare a piacimento. Il fatto che nella casa privata affittata da un giocatore e dal suo staff ci sia una bolla nella bolla, vuol dire anche che nessuno può entrare quando gli ospiti sono all'interno, nemmeno gli addetti alle pulizie, ammessi solo quando la casa è vuota.

Peraltro, specifica Allaster, gli addetti chi si occupa di pulire le residenze private a disposizione dei giocatori è obbligato a indossare la mascherina e non interagisce con nessun altro all'interno della bolla. Chi ha scelto le residenze private, quando esce deve contattare l'organizzazione in quanto il trasporto per l'impianto è centralizzato.

 

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