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Campioni next gen

Il volo di Alcaraz: tra top 15 e top 10 entro Parigi?

Se la vetta del ranking mondiale è senza dubbio l'obiettivo finale, Carlos Alcaraz già nella prima parte del 2022 potrebbe salire parecchio nel ranking. Ipotizzando sulla terra un rendimento simile a quello della seconda parte del 2022 (sul duro), ecco dove potrebbe ritrovarsi entro l'estate

16 febbraio 2022

Sì, ok, è forte e ormai lo sappiamo. Ma dove può arrivare Carlos Alcaraz? Se la domanda, sul lungo termine, appare persino banale, visto che lo spagnolo punta diritto al numero 1 Atp, anche sul breve termine la situazione appare particolarmente interessante. 

L'allievo di Juan Carlos Ferrero, che questa settimana è rientrato in gara a Rio de Janeiro dopo un mese dalla sconfitta con Matteo Berrettini a Melbourne, ha costruito la sua attuale classifica di numero 29 Atp quasi esclusivamente nella seconda parte del 2021.

Di conseguenza, questi mesi potrebbero già essere determinanti per raggiungere quell'obiettivo che lo stesso Alcaraz ha fissato per la stagione in corso: i top 15. Con una domanda che si fa largo immediatamente: non sarà stata una previsione addirittura pessimistica, considerato il suo potenziale?

Per rispondere, diamo un'occhiata alla composizione del suo bottino. Carlos conta oggi su 1673 punti, così distribuiti.

  • 360: Us Open

  • 115: Roland Garros

  • 90: Australian Open 2022

  • 70: Australian Open 2021 (in scadenza la prossima settimana)

  • 45: Wimbledon

  • 90: Parigi Bercy

  • 45: Madrid

  • 35: Cincinnati

  • 10: Indian Wells

  • 180: Vienna

  • 45: Rio de Janeiro

  • 250: Umag

  • 125: Oeiras Challenger

  • 90: Winston Salem

  • 90: Marbella

  • 12: Estoril

  • 10: Denia (Itf del 2019)

  • 7: Gran Canaria Challenger

  • 4: Murcia Challenger

Significa che dei 1673 punti in cascina, ben 1160 (quasi il 70 per cento del totale) sono stati ottenuti da luglio in avanti. Ossia dopo la stagione sulla terra battuta europea, quella che in teoria meglio si adatta al tennis dello spagnolo. Prendendo per buono l'obiettivo dell'iberico, ossia i top 15, in quella posizione c'è al momento il russo Aslan Karatsev, che però ha in uscita ben 745 punti proprio questa settimana. 

Carlos Alcaraz (Foto Getty Images)

Così, è più corretto prendere come riferimento l'altro spagnolo Roberto Bautista Agut, attualmente numero 16 con 2380 punti. La distanza dal connazionale è dunque di soli 707 punti, anche se Alcaraz ne ha in scadenza 115 il prossimo lunedì.

Per arrivare a colmare il gap, servirebbero quindi due o tre belle prestazioni, magari una vittoria in un '500' e un paio di quarti in altrettanti '1000'. Non semplice, ma nemmeno impossibile.

Tanto più se andiamo a valutare il rendimento di Carlos contro i top players: da quando è entrato nel giro che conta, cioè da pochi mesi, Alcaraz ha già fatto fuori Goffin, Ruud, Berrettini, Murray, Tsitsipas e Sinner. Ha perso invece da Rafael Nadal (al loro primo match), e ancora da Medvedev, Berrettini e Zverev (due volte).

Ciò significa che contro i top 10 ha un bilancio quasi in parità (4 a 5). Non male per un 18enne, unico della sua età fra i primi 89 Atp, con il danese Holger Rune (numero 90) come primo inseguitore.

Next Gen, Carlos guarda tutti dall'alto - Le foto

Il finale del 2021 non è stato facile, per Carlos, che ha contratto il Covid vedendosi costretto a rinunciare alle Finals di Davis, dove avrebbe dovuto trascinare la Spagna verso una possibile (ma comunque difficile) riconferma. Proprio la positività al coronavirus ha stravolto i piani dell'iberico e del suo staff, tanto che nel post Australian Open la priorità è stata solo una: recuperare il tempo perduto per farsi trovare pronto nel momento dei tornei più importanti.

Dunque, riassumendo: niente prove indoor in Europa e trasferimento in Sudamerica per giocare il 500 di Rio, dove peraltro è arrivato un buon esordio di fronte a Jaume Munar, avversario non facile che per giunta lo aveva sconfitto nei quarti a Marbella nell'aprile del 2021. Quello era, tuttavia, un altro Alcaraz, non certo il giocatore solido e sicuro che ammiriamo oggi.

Adesso Carlos è molto più consapevole dei suoi mezzi, ha capito come vincere anche quando gioca (relativamente) male ed è difficile pensare possa incorrere in scivoloni eclatanti come quelli del 2021, quando perse pure da Alexander Erler, onesto pedalatore austriaco che si divide tra Itf e Challenger.

Mantenendo una media di rendimento pari a quella della seconda parte del 2021, Alcaraz sarebbe già più o meno sicuro di agganciare i top 15 entro il Roland Garros. Ma allora perché non guardare più in alto? Attualmente il numero 10 è Jannik Sinner ed è piuttosto lontano, visto che ha un vantaggio di 1756 punti. Un divario importante, ma ci sono 1274 punti da difendere, per l'altoatesino, nelle stesse settimane in cui Alcaraz non avrà pressoché nessuna cambiale da onorare.

Proprio il duello – per ora favorevole all'iberico, 2-0 nei testa a testa – fra Sinner e Alcaraz, sembra uno di quelli su cui si potrà costruire il tennis del futuro. Un confrontro che sta nello stile di gioco, nel carattere e nell'approccio al tennis di due ragazzi destinati comunque a fare grandi cose.

Volendo prendere la terra battuta come terreno sul quale costruire il suo inseguimento, Alcaraz potrebbe avere a disposizione questi tornei: Rio (questa settimana), Monte-Carlo, Barcellona, Madrid, Roma e Roland Garros. Con l'eventuale aggiunta di qualche altra prova (Estoril, Marrakech, Lione?) se dovesse servire. Rimanendo ai tornei principali, ipotizzare una media (cauta) di 180 punti a evento è in linea con quanto mostrato da Alcaraz fino a questo momento: significherebbe portarsi a casa 1080 punti.

Ma a contorno, stavolta sul duro, ci sarebbero pure il 500 di Acapulco e i due 1000 americani di Indian Wells e Miami. Per rispondere alla domanda iniziale, dove può arrivare Alcaraz durante il 2022, possiamo concludere che i top 15 sono ben più di un'ipotesi e i top 10 sono alla sua portata. Come punto di passaggio, non certo di arrivo.

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