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Campioni internazionali

Shelton, il sogno continua: sorriso e gioco da campione

Ben Shelton è il quarto giocatore negli ultimi vent'anni a raggiungere i quarti di finale al suo primo Australian Open. Suo il derby contro Wolf. Un anno fa era numero 569 del mondo.

di | 23 gennaio 2023

Guardate il sorriso di Ben Shelton e non avrete più dubbi, l'Australian Open è senza dubbio un "Happy Slam". Per lui, questo ventenne che sembra un po' sgraziato e prima di quest'anno non aveva mai messo piede fuori dagli USA, lo è di sicuro. Nel suo primo ottavo Slam, al secondo major in carriera, ha concesso due palle break in cinque set, e le ha salvate entrambe. Ha messo a segno 64 vincenti e sconfitto 67(5) 62 67(4) 76(4) 62 J.J.Wolf nel derby USA numero 201 all'Australian Open nell'era Open. Un anno fa era numero 569 del mondo, non era nemmeno il primo singolarista della sua squadra alla University of Florida. E il coach della squadra è suo padre Bryan, arrivato al massimo a una classifica di numero 55 del mondo nel 1992.

Oggi è il 42mo statunitense nei quarti dell'Australian Open, e l'81mo in tutti gli Slam, nell'era Open. E grazie a questo risultato entrerà tra i primi 50 del ranking ATP. Secondo le proiezioni in tempo reale, è virtualmente numero 43. Secondo l'australiano Alexei Popyrin, che Shelton ha sconfitto al terzo turno, "se continuerà a giocare così, sarà Top 10 nel giro di sei mesi".

Non c'è stato un momento particolare, spiegava alla vigilia del derby, nel quale il suo tennis è esploso. "Mi ci è voluto un po' di tempo prima di cominciare a prendere davvero la mia strada, credo che sia il risultato di miglioramenti graduali nel mio gioco - ha detto -. Ho cominciato a fidarmi di più la scorsa estate".

Un'impressione confermata dai risultati. Nel 2022, ha vinto tre titoli Challenger, a Charlottesville e Knoxville in finale su Christopher Eubanks (che gli ha dato consigli chiave e l'ha accompagnato dal primo al secondo evento), e a Champaign su Aleksandar Vukic. Ha giocato altre tre finali nel circuito, sempre negli USA, a Rome, Chicago e Tiburon. Il grande pubblico l'ha conosciuto al Masters 1000 di Cincinnati dove ha eliminato Lorenzo Sonego e il futuro finalista dello US Open Casper Ruud, prima di cedere a Cameron Norrie. A Flushing Meadows avrebbe poi debuttato in uno Slam perdendo al primo turno, al quinto set, contro Nuno Borges.

 A novembre 2022 è entrato tra i primi 100 del mondo, diventando il primo giocatore dal 1981 a vincere il titolo universitario NCAA e a debuttare in Top 100 nel ranking ATP nel corso dello stesso anno. Così, per la prima volta nella sua giovane carriera, ha viaggiato fuori dagli Stati Uniti per giocare tornei. Non l'aveva mai fatto prima, a nessun livello. Ha infatti giocato solo negli USA tra ITF e Challenger, e prima aveva fatto pochissima attività junior, condensata in appena quattro tornei.

"Non ero esattamente una grande promessa, non avevo lo stesso livello di altri giocatori che vedevo a 13, 14, 15 o anche a 18 anni - ha raccontato questa settimana -. Anche negli USA c'erano giocatori che mi battevano ogni settimana, non vincevo mai nessuno dei tornei nazionali a cui partecipavo. Perciò mio padre pensava che avrei dovuto prima migliorare qui, non c'era ragione di andare all'estero dove magari avrei perso lo stesso e finito per imparare le stesse cose. D'altra parte, frequentavo la scuola pubblica e non potevo assentarmi per periodi lunghi, i tornei anche ITF durano una settimana, non erano come gli eventi USTA che duravano dal sabato al lunedì per cui potevo andarci, saltare un giorno e poi tornare a scuola".

Shelton, tanto sorridente e quasi tenero quando ha incontrato i koala allo zoo di Melbourne, si sta rivelando ferocemente competitivo. Anche se non abbandona quell'andatura un po' ciondolante e un look vintage con la maglia larga, quasi svolazzante ad ogni colpo. Sta diventando tipica anche la sua esultanza, con l'indice alla tempia. "Non vi sento" dice ai tifosi, che han finito per amare la sua storia. E' un'eredità dei tempi del college che gli è tornata molto utile contro Popyrin, di fronte a un pubblico molto caldo, molto partecipe, ovviamente tutto o quasi per il suo avversario.

"Quando tutti fanno il tifo per te, avverti questa aspettativa e quando sbagli un colpo senti che li hai in qualche modo delusi - ha detto -. Per me è più facile giocare quando il pubblico mi viene contro, mi piace l'atmosfera ostile, mi motiva".

Non è detto che Shelton, quarto debuttante nell'ultimo ventennio ai quarti al suo primo Australian Open, la troverà contro Tommy Paul, che ha portato a tre il numero di statunitensi nei quarti dell'Australian Open dopo Sheldon e Korda. Non se ne vedevano così tanti a questo punto di uno Slam dallo US Open 2005.

Paul ha festeggiato il primo quarto di finale Slam della sua carriera grazie al 62 46 62 75 su Roberto Bautista Agut. Lo statunitense ha completato sei break e messo a segno 58 vincenti contro i 35 dell'ex semifinalista di Wimbledon per completare l'undicesima vittoria consecutiva contro un avversario spagnolo.


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