

Nuovo appuntamento con la serie "WTA Legends". Rivivremo su SuperTennis la finale degli Internazionali d'Italia 1996 tra Conchita Martinez e Martina Hingis
di Alessandro Mastroluca | 23 dicembre 2020
Negli anni Novanta, gli Internazionali d'Italia hanno una sola regina, la spagnola Conchita Martinez. Dal 1993, ha conquistato tre titoli consecutivi e diciannove partite di fila, di cui solo tre al terzo set. Con questo bagaglio si presenta alla finale del 1996 che le avrebbe dato il quarto titolo consecutivo e completato il più lungo dominio nella storia del torneo femminile al Foro Italico. Di fronte, nella finale che riviviamo nel terzo appuntamento di "WTA Legends" alle 11, l'allora quindicenne Martina Hingis.
LO SCENARIO
Conchita Martinez ha sempre amato Roma. Qui si è espressa al meglio, ha sentito un fascino particolare. Per anni ha chiesto in una stanza in un hotel a Trinità dei Monti. È diventata una presenza fissa nelle vie e nei ristoranti intorno a piazza di Spagna. Ma il pubblico di Roma non ha mai amato la campionessa di Monzon, piccolo paesino ai confini della Spagna, che nel 1993 ha iniziato il suo regno al Foro battendo Martina Navratilova nei quarti, Mary Jo Fernandez in semifinale e Gabriela Sabatini in finale.
Anche nel 1994 gli applausi, tre minuti di ovazione, sono tutti per l'avversaria sconfitta, Navratilova, che vanta l'indesiderato record di finali perse agli Internazionali BNL d'Italia. Pochi mesi, sempre contro la stessa leggendaria avversaria, avrebbe vinto il suo primo Wimbledon. "E' un successo che cambia la vita" commenta.
Con le dovute proporzioni, l'equivalente al femminile di Roger Federer è Martina Hingis. Anche lei ex numero uno, anche lei vincitrice di innumerevoli titoli del Grande Slam: 25 fra singolare (5), doppio (13) e doppio misto (7). Si è ritirata a fine 2017.
Nel 1995, supera Arantxa Sanchez, che comunque diventa quel giorno numero 1 del mondo.
Nel 1996 trova un'altra Martina in finale, la piccola svizzera Hingis che mamma Melanie ha chiamato come Navratilova. Hingis non ha il gioco di volo della leggenda che ha vinto più titoli e partite di tutte nelle storia del tennis Open, ha però la stessa competitività.
E a Roma, in quel 1996, ha sorpreso nei quarti Steffi Graf, tornata al Foro per la prima volta dopo nove anni. "E' stata brava: ha capito che non ero padrona del match. Ha mostrato maturità" ha detto Fraulein Forehand. "Devo tutto a mamma, e ne sono felice" commenta la svizzera, che in semifinale elimina Irina Spirlea. Martinez, invece, ha concluso tardi un match durissimo contro la croata Iva Majoli per tornare per la quarta volta in finale.
LA PARTITA
La spagnola fa valere l'esperienza e quel dritto arrotato così difficile da contrastare per la svizzera, ancor più sulla terra rossa umida per la pioggia. Gli oltre settemila tifosi presenti si schierano dalla parte di Hingis, ma non basta. "Non era una questione di dritto o rovescio, il problema non erano i colpi. era tutto nella mia testa - ammette la svizzera dopo la partita -. Ero stanchissima dopo le vittorie contro Graf e Spirlea, non riuscivo a concentrarmi".
Il giorno dopo la finale, Hingis cerca una distrazione e la trova giocando con i bambini per una ventina nel corso di un evento sponsorizzato ai piedi del Colosseo.
COSA SUCCEDERA' DOPO
Hingis si prenderà una grande rivincita due anni dopo, battendo Conchita Martinez nella finale dell'Australian Open del 1998. La spagnola, battuta anche nell'atto conclusivo del Roland Garros 2000 dalla francese Mary Pierce, ha concluso la carriera nel 2006 con 33 titoli in singolare, 12 in doppio, cinque successi in Fed Cup, due argenti e un bronzo alle Olimpiadi, e un best ranking di numero 2 WTA. Sarebbe poi diventata capitano della nazionale di Fed Cup e di Coppa Davis, e apprezzata coach di Karolina Pliskova e Garbine Muguruza.
Dopo la finale di Roma del 1996, la carriera di Martina Hingis è decollata nel 1997, una stagione iniziata con 38 vittorie di fila fino alla finale del Roland Garros. Se avesse battuto Iva Majoli, avrebbe completato il Grande Slam. Tra il 1997 e il 1999 ha conquistato cinque major in singolare: tre Australian Open (1997, 1998, 1999), Wimbledon (1997) e lo US Open (1997). Ha perso sette finali nei major, compreso il suo più grande rimpianto: la rimonta subita contro Steffi Graf da 6-4 3-1, poi 5-4, a Parigi nel 1999.
Nella prima parte della sua carriera (1996-2007), ha aggiunto anche nove major in doppio. Allo US Open 1998, è diventata la più giovane delle 17 giocatrici capaci di completare il Career Grand Slam nella specialità.
Si è ritirata una prima volta nel 2003, è tornata nel 2005 poi ha abbandonato il circuito nel 2007. Tra il 2015 e il 2017 torna in campo per la terza volta, e vince dieci Slam in doppio e doppio misto oltre all'argento olimpico a Rio 2016 con Timea Bacsinszky.
Ha chiuso la carriera con 114 titoli complessivi e un bilancio di 548-133 in singolare. E' una delle pochissime giocatrici ad aver raggiunto tutte le finali possibili negli Slam, in singolare, doppio e doppio misto. Ha dato il suo addio definitivo al tennis nel 2017, da numero 1 del mondo del ranking WTA di doppio.
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