

La numero 1 del mondo contesta la scelta degli organizzatori del Tour estivo in Nord America e degli Us Open di differenziare le palle rispetto agli uomini. A rischio di infortuni ed errori frequenti
di Vincenzo Martucci | 23 agosto 2022
Evitiamo i facili giochi di parole, svicoliamo dalla spiegazione più semplice, non infiliamoci nei ghirigori psico-sociali sul complicatissimo universo-Stati Uniti, ascoltiamo attentamente la legittima protesta della numero 1 del mondo, Iga Swiatek, fra le candidate al successo agli US Open, l’ultimo Slam stagionale, dal 29 agosto a New York. “Non so perché le palle sono diverse da quelli degli uomini. Forse 15 anni fa le donne hanno avuto qualche infortunio al gomito perché erano più pesanti e le hanno cambiate, ma oggi come oggi siamo così preparate fisicamente che non credo succederebbe”.
DIO DOLLARO?
Il pallino rosso che differenzierà le palle del torneo femminile anche a Flushing Meadows, come in tutta la stagione estiva sul cemento nordamericano equivale davvero al bollino blu di pericolo in difesa della donne? I più propendono per una scelta di mercato della nota casa produttrice di palle che serve questo Major dal 1978 e deve poi accontentare il folto pubblico femminile del tennis di circolo, che è prettamente anziano e frequentatore del doppio, e gioca quindi un tennis completamente differente da quello delle professioniste.
Una motivazione che, se così fosse, sarebbe ancora più ingiusta nei confronti delle professioniste del WTA Tour abituate in allenamento come in partita a giocare con le stesse palle degli uomini, mentre in questi mesi di battaglie sul cemento americano fronteggiano palle dello stesso peso ma ricoperte di uno strato di feltro in meno rispetto a quelle dei colleghi. Una stranezza, visto che, anche se la durata dei set fra i due tornei è differente - Nadal e compagni giocano match al meglio dei 5, le donne sempre al meglio di 3 - il montepremi è stato equiparato già dal 1973.
Il responsabile della Wilson, Jason Collons ha spiegato a Tennis.com: “La regular duty, usata dalle donne, si muove diversamente nell’aria e dà l’impressione di una pallina più leggera. Ma, se facciamo cadere le due palle dalla stessa altezza, avranno uguale rimbalzo al suolo. La palla delle donne ha meno fluff, quindi incontra meno resistenza nell’aria e viaggia più veloce, la extra duty, degli uomini, ha più fluff resta di più sulle corde e sembra più pesante”. Di sicuro se ti colpisce fa più male, sostengono i più. Ma questo particolare non fa parte della spiegazione.
PERICOLI
La polacca, campionessa del Roland Garros 2022 e 2022 che l’anno scorso a New York si è fermata al quarto turno (contro Belinda Bencic), incalza: “Questa situazione dei tornei sul cemento americano è davvero singolare. In Europa non troviamo queste palle e quando le acquistiamo in negozio sono quelle dei tornei degli uomini, e con quelle mi alleno. E questo crea un altro problema: incordando le nostre racchette sempre più tese e poi cambiando palle all’improvviso rischiamo di farci male a braccia e mani dovendo riadattare il tocco di palla”.
La spiegazione della scelta diversa dagli altri tornei non può essere tecnica. Insiste la Swiatek: “Onestamente, non mi piacciono. Ho sentito anche molte altre giocatrici che si lamentavano, e molte sono top 10. Sono più leggere e volano da pazzi. Noi donne abbiamo un gioco davvero potente, non è più come 10 anni fa quando l’eccezione erano Serena e Venus, e le ragazze giocavano più lentamente. Il gioco è cambiato e con queste palle non riusciamo a lasciar andare i colpi, non riusciamo a controllarle e facciamo più errori. E così non penso proprio che aiutiamo lo spettacolo. Anche perché, dopo tre games diventano sempre più leggere e devi limitare la velocità del servizio, altrimenti ti scappano via”.
Dopo le proteste dell’anno scorso, il presidente della WTA, Steve Simon, è intervenuto per ottenere che i tornei della stagione estiva sul cemento USA si giocassero almeno con lo stesso modello di palla non con due diversi. Magari dal prossimo anno interverrà anche su questo aspetto.
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