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Campioni internazionali

Tsitsipas: "Io, appassionato e spensierato. Da piccolo avevo il poster di Nadal"

Il greco ha concesso una lunga intervista a Sport24, che vi presentiamo integralmente tradotta in italiano. Racconta le difficoltà sofferte durante la pandemia, l'ammirazione per Zlatan Ibrahimovic, la sua visione del tennis e della vita.

di | 16 dicembre 2021

Ammira Zlatan Ibrahimovic, aveva il poster in camera di Rafa Nadal, possiede una Tesla ma non può guidarla perché non ha ancora la patente. Sono solo alcune delle curiosità su Stefanos Tsitsipas nell'intervista che il greco ha concesso a Creta a Vasilis Skountis per Sport24.gr. Intervista che possiamo presentarvi integralmente, tradotta in italiano, grazie all'aiuto dell'amico e collega Enzo Navarra.

Il greco ha pienamente recuperato dall'infortunio al gomito. «Ho avuto la fortuna di trovare un ottimo specialista che ha aiutato molti tennisti e atleti famosi. Mi ha aiutato molto e sono felice di sentirmi di nuovo al 100% dopo qualche mese difficile dal punto di vista psicologico».

Ti ha dato fastidio saltare il Masters 1000 di Parigi-Bercy e le Nitto ATP Finals di Torino?
«Moltissimo». 

Per un atleta cosa significa dare forfait per infortunio e non giocare ai massimi livelli? 
«Ti blocca, ti ferma. Ti manca quella specie di "superpotere" che avverti quando sei in campo»

Hai chiuso il 2021 da numero 4 del mondo dietro Novak Djokovic, Daniil Medvedev e Alexander Zverev. Hai giocato la tua prima finale in uno Slam al Roland Garros, una semifinale all'Australian Open, hai vinto il tuo primo Masters 1000 a Montecarlo. Come valuti la stagione?
«Era difficile rendermene conto, ma sono riuscito a ottenere traguardi considerati duri da raggiungere. Mi ero posto come obiettivo per quest'anno di vincere un 1000 e ci sono riuscito a Montecarlo. Se avessi continuato nella seconda parte dell'anno con lo stesso ruolino di marcia della prima forse avrei chiuso al numero 1. Direi che è stato un anno che mi ha entusiasmato. Ma la finale del Roland Garros è stata molto dura sotto tanti punti di vista».

Due immagini: la tua rimonta da sotto di due set contro Nadal a Melbourne e quella subita da due set sopra contro Djokovic in finale a Parigi. Quali sono le differenze?
«In effetti, quella vittoria contro Rafa mi è tornata indietro come un boomerang (sorride amaro, ndr). Ritengo che entrambe abbiano molto a che fare con la testa del giocatore. Mentalmente a Parigi stavo molto bene però Nole ha aumentato i giri. Io mi sono anche un po' adagiato, lui ha giocato il suo miglior tennis. Ha fatto con me quello che io avevo fatto a Rafa in Australia. E nel momento più importante del torneo»

Numero 1 nel ranking o un titolo Slam: cosa pensi che arriverà prima? Il tuo amico Giannis Antetokounmpo ha vinto l'NBA, tu devi vincere un Grande Slam...
«Ritengo che sia difficile arrivare in vetta al ranking senza aver vinto uno Slam. Naturalmente la vittoria in uno Slam è nei miei pensieri»

Tutti i volti (e le maschere) del principe Tsitsipas

La racchetta è la mia arma. Senza non vado in guerra

Ti ha fatto arrabbiare quello che è successo, o meglio quello che non è successo, nei Giochi Olimpici?
«Il caldo era insostenibile per giocare a tennis quest'anno in Giappone. Quindi mi è dispiaciuto ma non era così tanto importante per me. Ho subito una sconfitta pesante, ma credo che nel tennis ci siano tornei più importanti dei Giochi Olimpici»

Ti entusiasma l'idea di rendere il tennis uno sport nazionale, qualcosa che per i canoni greci sembrava impensabile?
«Ormai è un mio dovere. Sento che andiamo verso quella direzione. Ogni anno la situazione è migliore, sempre più ragazzi seguono il tennis e per me potrebbe anche superare il calcio»

Quante racchette hai spaccato nella tua carriera?
«Direi meno di dieci» 

Cos'è la racchetta per te? Il tuo scudo o la tua arma?
«È la mia arma. Senza quella non vado in guerra».

Hai iniziato a giocare a tennis grazie a tuo padre, tua madre o al tuo istinto?
«Entrambi i miei genitori hanno influito all'inizio ma ho seguito il mio istinto dall'età di 10 anni e non mi sono mai voltato indietro»

Ti piacciono le rivalità?
«Sì, mi servono. Sono molto competitivo di natura e col tennis da bambino ho sentito qualcosa di unico. In quel periodo giocavo a calcio e a basket a Vouliagmeni: gli sport di squadra mi piacevano ma quando ho vinto il mio primo torneo di tennis in Francia era come se avessi visto questo sport con un altro occhio. Totalmente un altro mondo».

Tsitsipas e i campioni del passato

Ti è mai capitato di voler mollare la racchetta e lasciare il tennis?
«Sì, è capitato cinque o sei anni fa»

Perché?
«All'età di 16 anni giocavo i Futures. Non ero al livello che volevo e in effetti mi è passata per la mente l'idea di ritirarmi»

Qual è il regalo che chiederesti a Babbo Natale?
«Sono io Babbo Natale. Preferisco aiutare agli altri e fare loro regali piuttosto che riceverli, mi sento più felice così»

Chi è il GOAT del tennis?
«Pete Sampras». 

Ti è piaciuto quando ti hanno paragonato a Borg?
«Sono d'accordo, abbiamo dei tratti in comune. Solo che lui in campodiceva meno parolacce di me (ride, ndr)»

E McEnroe?
«Siamo agli estremi (continua a ridere, ndr) ma non penso di far parte di quella categoria»

E di quelli in attività chi è il migliore per te? Federer, Djokovic, Nadal...
«È una domanda molto difficile, non ci sarà una risposta...»

Quali caratteristiche prenderesti dai tre? E cosa daresti loro per renderli migliori? Cominciamo da Federer.
«Vorrei il suo talento e gli darei un antikristò (una pietanza tipicamente cretese, tipo agnello o capra cotta allo spiedo, NdT)»

Nadal?
«Vorrei il suo atteggiamento combattivo e gli darei... un bicchierino di rakì (superalcolico cretese, NdT)»

Djokovic?
«Vorrei la sua mentalità d'acciaio e gli darei un consiglio. Mi dice sempre che sono dai Balcani in quanto greco: vorrei dirgli che sono dall'Egeo, sono mediterraneo, non balcanico»

"Inseguo la perfezione"

A proposito di consigli, due anni fa prima della finale alle Nitto ATP Finals Djokovic ti disse: «Sorridi, pensa positivo e vedrai che andrà tutto bene». E il giorno dopo hai battuto Thiem. Stai ancora seguendo questo consiglio? Ed è difficile farlo?
«Sì, ogni giorno. E no, non è difficile se hai le persone giuste al tuo fianco»

?n quale momento ti sei sentito davvero tra i grandi del tennis?
«Quando ho battuto Nadal a Madrid. Perché era nel suo Paese, in un grande torneo e davanti alla Regina di Spagna, che è anche greca»

Vorresti cambiare qualcosa nel tuo stile di gioco?
«Ho qualcosa in mente, in particolare direi per quanto riguarda il servizio»

Pensi che il tuo rovescio a una mano sia migliorato?
«Sì, ci ho lavorato molto su e ho avuto dei risultati soddisfacenti»

Quante ore al giorno trascorri in campo e cosa insegui?
«4-5 ore insieme alla palestra, inseguendo la perfezione che non esisterà ma ci andrò molto vicino»

Se tu fossi a capo del tennis, cosa cambieresti nei regolamenti o nei tornei?
«Permetterei il coaching in campo. Per me è assurdo che oggi il regolamento lo vieti»

E in Grecia cosa cambieresti?
«Siamo in un Paese eccezionale, con molti aspetti positivi e altrettanti negativi. Cambierei la nostra cultura sportiva»

Con i primi soldi guadagnati nel tennis, cosa hai comprato?
«Un computer»

Hai tatuaggi?
«??»

? cosa ti tatueresti se cedessi a questa tentazione?
«Il tridente di Poseidone»

Come mai?
«È un simbolo di aggressività ed è legato alla Grecia e alla storia»

Qual è stata la tua più grande pazzia?
«Molte volte riguardo le mie pazzie in campo e non mi riconosco, sento che quando gioco sono un'altra persona»

Avevi un idolo sportivo, un poster in camera tua?
«A 8 anni avevo il poster di Rafa Nadal»

Quale soprannome ti piacerebbe?
«Tsitsipinho»

Perché?
«Ho molti tifosi brasiliani e spero che questo soprannome derivi da loro»

Qual è il tuo più grande sacrificio per diventare Tsitsipinho?
«La mia vita sociale»

Ti manca?
«A volte»

È feroce il mondo del tennis?
«Sì, a volte hai bisogno di difenderti»

Questi scatti d'ira in campo secondo te sono una forma di autodifesa?
«Non direi, è la mia passione per lo sport che ho scelto e perché voglio sempre il meglio quando gioco»

Pete Sampras è il più grande di tutti i tempi

Sei mai andato nel paesino di tuo padre, vicino a Karditsa (in Tessaglia, NdT)?
«Sì, molte volte. È un posto molto tranquillo e sento che mi "disintossico" ogni volta che mi trovo là»

Vivresti mai in un paesino?
«Sì, vorrei provare ma non penso che farò mai in tempo»

Qual è il tuo calciatore preferito?
«Zlatan Ibrahimovic»

Perché?
«Il suo stile, la sicurezza nei propri mezzi, la sua tecnica»

Ha superato i 40 anni e ancora gioca: secondo te nel tennis c'è una data di scadenza?
«Non credo. Giochi fino a quando non ti annoi della routine quotidiana, finché non perdi la passione per lo sport»

Il rovescio di Stefanos Tsitsipas (foto web ATP Lione)

Visto che ora va di moda, scriveresti una lettera al bambino Tsitsipas? 
«Sì, qualche volta l'ho pensato ma poi non l'ho mai fatto»

? cosa gli scriveresti?
«Gioca responsabilmente»

Ora passiamo alle domande difficili. L'anno scorso hai ricevuto molte critiche per un tweet in cui ti auguravi l'apertura di un magazzino Harrods in Grecia. Pensi che le reazioni siano state esagerate? 
«Credo proprio di sì»

Il tuo tweet o la reazione delle persone in generale?
«Da parte delle persone che lo hanno letto. A me piace la qualità e credo, da rappresentante del mio Paese, che questa qualità venga portata anche in Grecia. Lo intendevo in questo modo»

"Il mio tennis creativo"

Hai ricevuto delle critiche anche a Cincinnati in agosto dopo le tue dichiarazioni sui vaccini. Come le commenteresti?
«Non sono mai stato contro la vaccinazione e un giornalista ha travisato le mie parole. Sono stato diffamato senza alcun motivo. Credo che ogni persona fisicamente fragile debba vaccinarsi»

Ti vaccinerai?
«Naturalmente»

Non l'hai ancora fatto, no?
«Non l'ho fatto»

Parliamo dei tuoi toilet break, per cui ti sei attirato altre critiche. Come hai affrontato questa situazione?
«L'ho presa in maniera normale. All'inizio pensavo fosse uno scherzo, non ho infranto alcun regolamento. Allo US Open la temperatura era alta e volevo solamente cambiarmi. Due miei avversari, Zverev e Murray, hanno creato polemiche che si sono aggiunte a quelle sul vaccino in quel periodo. Non volevo che si creassero così tanti problemi, soprattutto quando rientravo dopo la pausa e avevo tutto il pubblico contro di me. Sono riuscito a gestirla bene ma non è proprio quello che desideri se giochi in uno stadio così grande»

Hai mai pensato di chiudere i profili social?
«Ogni giorno (ridono entrambi, ndr). Penso di farlo ogni giorno che passa»

Altre critiche, non avevi la mascherina a una festa di Capodanno a Dubai...
«Giusto, in un Paese in cui le leggi sono totalmente diverse rispetto a quelle in Grecia. Sì, troveranno sempre qualcosa e non ormai non leggo più nulla. Penso che sia meglio per me»

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Ancora, ti hanno criticato perché hai spaccato la tua racchetta davanti a tuo padre.
«È di tanto tempo fa, è stato un incidente per cui è solamente colpa mia e ovviamente non volevo che succedesse. Ho perso il controllo e tutto è andato storto. La gente mi ha giustamente criticato perché è stato un gesto irresponsabile. Per questo prima ti ho detto "gioca responsabilmente"»

Nell'ottobre del 2019 hai detto che il tennis di Medvedev è noioso. Il tuo com'è?
«Creativo»

Cosa crei? 
«Scendo a rete, gioco delle volée vincenti, palle corte... sento di avere una buona varietà di colpi. Gioco per vincere e non per far perdere l'altro»

Il 6 settembre hai detto che ti sei trovato al limite della depressione nel 2020...
«Appena è cominciata la pandemia»

Era solo la pandemia o era una combinazione di fattori?
«È stato un mix. Fisicamente ero al meglio e sentivo dentro di me che sarebbe stato il mio anno, raggiungendo molti obiettivi. La pandemia ha bloccato tutto per un lungo periodo e ho sentito un senso di ingiustizia»

Quanto ti senti un tipo tosto?
«Ho imparato ad esserlo perché il tennis ti porta ad essere così e ti dà continuamente dei "pugni" da tutte le parti»

Ti ha mai spaccato la faccia quando ti ha messo alle corde?
«Centinaia di volte»

Impari di più dalle vittorie o dalle sconfitte?
«Personalmente da entrambe. Se imparo anche dalle vittorie è un grande bonus, perché imparo il doppio».

So che è presto ma quando uscirà la tua autobiografia o un film su di te, che titolo sceglieresti?
«Appassionato e spensierato»


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