

L'ovazione ricevuta a Boston dimostra quanta ammirazione ci sia ancora per Rod Laver. La sua eredità non è soltanto il risultato delle sue imprese sportive
di Alessandro Mastroluca | 25 settembre 2021
La presenza di Rod Laver al TD Garden di Boston, per l'apertura della competizione a lui intitolata, scatena un'ovazione intensa. L'emozione è sempre la stessa, ad ogni apparizione di "The Rocket". "La standing ovation per Laver, quando è emtrato nello stadio è sdavvero speciale - ha detto Jim Courier, che a Boston effettua le interviste a caldo dopo gli incontri -. I giocatori e i tifosi lo amano, è meraviglioso da vedere".
Martedì Laver, l'unico ad aver completato due volte il Grande Slam e l'ultimo ad aver centrato questo traguardo nel tennis maschile, è tornato in uno dei luoghi simbolo della sua carriera.
Accolto dallo stesso affetto, l'australiano è tornato a Longwood, uno dei più antichi club degli Stati Uniti. Laver arrivò a 17 anni in questo luogo storico, fondato nel 1877, e qui vinse cinque dei primi sei US Pro Championships giocati sui campi in erba che caratterizzano l'impianto.
L'australiano, come ricorda un documentato articolo di Forbes, può vantare molto più di un torneo a suo nome. A lui è intitolato il centrale dell'Australian Open a Melbourne Park, lo stadio tennistico più grande della nazione.
E poi ci sono le Rod Laver, modello di scarpe Adidas che lo omaggiano da oltre cinquant'anni. Il suo accordo con il fondatore Horst Dassler precede anche quello con Stan Smith, oggi presidente della Hall of Fame, ma conosciuto dalle giovani generazioni più per le scarpe diventate icona di stile.
"Io e Stan eravamo rivali soltanto in campo, fuori siamo sempre stati amici - ha detto Laver -. Mi piace scherzare con lui, gli dico che solo una delle nostre scarpe ha dato anche il nome a uno stadio".
L'accordo tra Laver e Horst Dassler, fondatore dell'Adidas, è iniziato alla fine degli anni Sessanta anche se il lancio ufficiale sarebbe avvenuto nel 1970. Il marchio aveva già un punto di riferimento nel tennis, Robert Haillet. Erano intitolate a lui, infatti, le scarpe che dal 1978, con qualche modifica di stile come le patch verdi sul tallone e la linguetta, diventeranno le Stan Smith.
Ancora oggi, Laver possiede 25 paia delle sue scarpe, comprese le versioni speciali. "Vedere i giovani che indossano le Rod Laver vintage mi rende fiero - ha ammesso -. In fondo, sarà anche vero che la moda vive di cicli, ma sono abbastanza sicuro che non ci sarà un ritorno di fiamma simile per le racchette di legno".
All'avanguardia per tecnologia e progettazione allora, oggi le Rod Laver sono un'icona di stile senza tempo. Ma alla Laver Cup, da quest'anno, le scarpe ufficiali sono le On di cui Roger Federer, co-organizzatore della manifestazione, è investitore e testimonial. Anche lo svizzero, come Laver, è a Boston. Anche lui, come Laver, ha ricevuto un'ovazione intensa al TD Garden. Succede quando la storia si fa emozione.
Non ci sono commenti