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Il tedesco, grazie al successo contro l'italiano Arnaldi, diventa il quinto giocatore in attività ad aver tagliato questo traguardo: "Che traguardo, non sono in molti ad averlo raggiunto"
01 agosto 2025
Una carriera non sempre andata secondo i piani, scandita da stop e ripartenze ma senza dubbio intestata alla resilienza. E' così che il sito ufficiale dell'ATP descrive il viaggio di Alexander Zverev, giunto ieri al traguardo delle 500 vittorie da professionista in un 2025 in cui ne ha già assommate 37 e che ha portato in dote per lui il 24° titolo della sua carriera.
Indimenticabile fu per lui il 2021. Stagione in cui vinse ben 6 titoli e che lo vide trionfare la seconda volta alle Nitto ATP Finals. Un'annata che a tutti sembrò la rampa ideale per lanciarsi all'assalto della prima posizione del ranking la stagione successiva. E che Zverev riuscì solo a sfiorare. Opposto a Rafa Nadal nella semifinale del Roland Garros, il tedesco incappò in un brutto infortunio alla caviglia rompendosi i legamenti e stirando tendini e quant'altro presente nell'articolazione. Un'operazione riuscì a rimetterlo in piedi, ma i tempi per rivederlo all'altezza dei suoi standard si presentavano incerti e non davano garanzie.
Ed è qui che Zverev ha saputo dimostrarsi un campione di resilienza. Perché, dopo aver provato ad accelerare - invano - i tempi del suo rientro in campo ed esser incappato in una sconfitta al secondo turno agli Australian Open, l'ex n.2 del mondo riuscì comunque ad aggiungere altri due titoli alla sua bacheca qualificandosi inoltre per il Masters Final di fine anno. Il rilancio si completò tuttavia nel 2024 grazie a due titoli Masters1000 e la tanto attesa finale al Roland Garros lui sfuggita due anni prima (e persa in cinque set contro Carlos Alcaraz). Cui, nel gennaio dell'anno successivo, si aggiunse un'altra finale Slam a Melbourne, sfumata anch'essa al cospetto di Jannik Sinner.
Attuale n.3 del mondo, Zverev è al momento l'unico giocatore - forse - in grado di poter reggere l'onda d'urto dei due competitor più forti della nuova generazione di giocatori, ma con un pedigree in cui spicca anche una medaglia d'oro olimpica, quale che sia il risultato finale della sua carriera, il nome del tedesco resterà comunque iscritto nel ristretto club dei giocatori capaci di tagliare questo prestigioso traguardo. Fatto di consistenza, tenacia e ostinazione. Qualità non meno importanti dei trofei che ancora riuscirà ad aggiudicarsi.