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C'é un giudice a Wimbledon: si arresta il progetto di espansione

Sulla scia di quanto fatto nelle città sedi degli altri tre Slam, anche a Wimbledon si preparava ad ampliare il suo site. Dopo dieci anni di trattative mancava solo l'ok di un giudice. Che non è arrivato

di | 03 gennaio 2024

Sembrava ormai cosa fatta. Dopo quasi dieci anni di trattative, approcci più o meno informali e offerte al rialzo, l'All England Lawn Tennis and Croquet Club era infine riuscito a strappare l'agognato sì ai vicini del Wimbledon Park Golf Club per dare il via a un ampliamento del suo site che avrebbe previsto la costruzione di 38 nuovi campi, incluso un nuovo stadio da 8.000 posti con tanto di tetto retrattile. 

E invece no. Tutto da rifare. Così ha stabilito il tribunale di Wandsworth, borgo londinese su cui insiste una piccola parte dello storico club che, dopo aver ottenuto l'approvazione dalla Corte di Merton, aspettava solo il suo via libera per avviare il suo progetto d'espansione. Adesso la proposta dovrà essere rivagliata dagli uffici del sindaco di Londra, riportando alla casella di partenza un iter travagliato - e per certi versi ironico - durato quasi una decade. 

Hai voglia a parlar di futuro e di grandeur. Con le tradizioni oltremanica non si scherza. Occorre cautela. A Wimbledon le prime palline gialle furono introdotte nel 1972, ma solo gradualmente, così da rendere la transizione meno traumatica. Figurarsi un ampliamento di oltre 40 acri. Parigi, Melbourne e New York, sedi degli altri tre Slam, hanno avuto vita più facile quando decisero di aggiungere campi e cubature ai loro site. Per quanto nobili fossero le intenzioni a Church Road - voler fare giocare le qualificazioni, oggi di scena a Roehampton, nello stesso club sede del torneo (“so that the players can feel the experience of Wimbledon”) - i vicini del WPGC hanno invece impiegato anni prima di acconsentire allo smantellamento di un percorso che vanta oltre 130 anni di storia: il prestigio non ha prezzo, ed erano servite numerose offerte al rialzo, e una moral suasion degna dei migliori statisti, prima di convincere gli 800 aristocratici soci del club ad acconsentire al grande passo.

Quello con cui non avevano fatto i conti i membri del Cda dell'AELTC erano invece i residenti della zona e le locali associazioni ambientaliste. Petizioni, proteste, sit-in, una raccolta di oltre 16.000 firme per dire che "lo sviluppo del progetto avrebbe causato un danno sostanziale agli spazi aperti e alle terre" del distretto, complice l'abbattimento di oltre 300 alberi, per non dire del disturbo che avrebbero arrecato i lavori per l'ampliamento. A nulla son valse le assicurazioni sull'inumazione di oltre 1.000 nuovi alberi così come nel vuoto sono caduti gli annunci che hanno accompagnato una proposta - parole di Sally Bolton, Chief Executive dell'All England Club - "che avrebbe dato il via a una delle più grandi trasformazioni a impronta sportiva che la città ricordi da quelle fatte per le Olimpiadi del 2012, nonché benefici per tutta la comunità locale". 

Progetti e buone intenzioni naufragate di fronte allo scarno comunicato con cui "Il comitato di pianificazione dei lavori di Wandsworth ha deciso di rifiutare la proposta di ampliamento avanzata da Wimbledon". Tutto fermo. Tutto da rifare, o quasi. Perché la palla ora passerà agli uffici del sindaco e della municipalità urbana. Vidimare la decisione della corte di Wandsworth o assumersi la responsabilità di dare ugualmente via libera al progetto. La decisione è attesa per i primi mesi del 2024, per una partita ormai tutta politica a cui tradizioni e appassionati guardano con identico, seppur divergente interesse.

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