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Toronto, Shelton: "Il mio QI tennistico sta crescendo"

Lo statunitense festeggia il suo primo titolo in un Masters1000 - "Spero che la vittoria mi aiuti a diventare più costante" - e il suo miglior ranking in carriera. Ma ancora non si sente arrivato: "Oggi studio i miei rivali e non cerco più solo di imporre il mio gioco"

08 agosto 2025

Ben Shelton (Getty)

Ben Shelton (Getty)

C'era qualcosa che ancora non quadrava nel percorso di Ben Shelton. Lo statunitense, che a Wimbledon aveva festeggiato il suo ingresso in top10, aveva infatti al suo attivo due soli titoli in carriera - Houston e Tokyo - neanche di quelli dalla caratura più pregiata. Eppure il ranking andava consolidandosi, e con lui i pareri degli addetti al lavori che vedevano (e continuano) a vedere in lui il miglior profilo in prospettiva su cui possa puntare il tennis a stelle e strisce. Il successo di Toronto, arrivato in tre set contro un caparbio Karen Khachanov, ha invece colmato una lacuna tanto negli annali quanto nella sua testa, grazie alla quale il figlio di Bryan può ora guardare a questa seconda metà di stagione con rinnovato ottimismo.

"Sento come se queste due settimane siano state una tempesta perfetta per me: tanti match combattuti giocando quello che è stato forse il miglior tennis della mia stagione. Chiudere poi così, contro un avversario simile che stava giocando benissimo, non potrebbe rendermi più felice", ha esordito Shelton in conferenza stampa.

Il match è stato combattuto, ricco di colpi di scena, e ha avuto un epilogo al tie-break come degna conclusione di una sfida che per quasi tre ore ha tenuto incollati alle sedie gli spettatori. E così Shelton ha ripercorso gli ultimi momenti del match che hanno preceduto il tie-break risolutore: "Nell'ultimo game ho avuto la sensazione che il mio slice al servizio fosse slittato di qualche centimetro a destra, forse per via del lancio della palla o forse per la velocità dello swing alla battuta. Ho deciso quindi di insistere, che puntasse al corpo o al suo dritto o al rovescio, volevo solo che la palla andasse verso destra - ha spiegato il nuovo n.6 del mondo - In risposta invece ho cercato di rimanere aggressivo, di muovermi bene con gli appoggi, cercare il dritto. Il primo tie-break lo avevo perso perché ero stato troppo attendista e lui mi ha surclassato e no volevo che il secondo avesse lo stesso svolgimento".

Che sia questa, adesso, la vittoria della svolta? L'anno scorso da Cincinnati prese il via il gran finale di stagione di Jannik Sinner e a Shelton viene chiesto se anche per lui la vittoria in Ohio possa rivelarsi il trampolino di lancio verso nuovi traguardi: "E chi lo sa - ha scherzato ancora lo statunitense - Ognuno ha un percorso diverso e ognuno scrive la sua storia in modo diverso. Io lo sto facendo a modo mio. Sono tanti i giocatori che ottenuto un grande successo da giovani sono poi riusciti a imporsi in tanti altri grandi tornei. Il tennis sembra avere sempre nuovi giovani campioni da presentare, il che no è normale ma davvero impressionante. Spero che questa settimana mi aiuti a diventare più costante, sento di aver compreso ormai le cose che più mi riescono e di esserci riuscito contro alcuni dei migliori giocatori del circuito, così come quelle su cui dovrò ancora continuare a lavorare". 

Quali allora i prossimi obiettivi? "Provare ad essere costante come lo sono stato questa settimana - non ha dubbi lo statunitense - Più riesci ad esserlo maggiori sono le chance di mettersi nelle medesime condizioni. Si tratta di riuscire ad arrivare in fondo ai grandi tornei, sfidare i migliori giocatori del mondo e vedere a che punto sia, quali i miei punti deboli e dove poter ancora migliorare. Oggi ad esempio guardo più video dei miei rivali rispetto al passato quando pensavo solo a imporre il mio gioco a prescindere da chi avessi di fronte. Il mio QI tennistico sta crescendo, e devo fare in modo che continui a farlo".

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