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Sinner, indagine WADA ancora in corso: cosa significa. Ruud lo difende

Casper Ruud difende Jannik Sinner, assolto dopo la positività al Clostebol: "Ha dato subito una spiegazione credibile". Le ultime sull'indagine Wada

di | 14 settembre 2024

Jannik Sinner con il trofeo degli Us Open 2024 (Foto Getty Images)

Jannik Sinner con il trofeo degli Us Open 2024 (Foto Getty Images)

"Sinner ha individuato subito una spiegazione per la sua positività, 15 giorni dopo il controllo anti-doping" ha detto Casper Ruud in un'intervista alla tv pubblica norvegese Tv2. "Non ci sono tanti atleti che riescono a offrire una spiegazione di quanto successo in tempi così brevi, ma Jannik l'ha fatto. Aver capito subito da dove venisse la sostanza proibita e aver offerto una spiegazione credibile è un elemento a suo favore" ha aggiunto il norvegese. 

L'intervento del tre volte finalista Slam in difesa di Sinner arriva mentre la WADA fa sapere che la revisione sulla vicenda che riguarda il numero 1 del mondo è ancora in corso.  "Nessuna decisione è stata ancora presa in merito. La Wada ha ricevuto il fascicolo del caso la settimana scorsa. In merito alle scadenze relative a un eventuale appello, gli articoli 13.2.3.5 del Codice Mondiale Antidoping sono espliciti" ha fatto sapere l'agenzia in una nota, come riferisce la Gazzetta dello Sport. 

In base all'articolo 13.2.3.5 del Codice Anti-Doping, il termine perché la WADA presenti appello è la data più lontana tra: 21 giorni dalla scadenza per il ricorso di ogni altro soggetto coinvolto (in questo caso NADO Italia); o 21 giorni dalla ricezione da parte della WADA del materiale completo sulla decisione. Dato che il termine per la presentazione degli altri ricorsi era il 9 settembre, e la WADA ha ricevuto il fascicolo la scorsa settimana, dunque prima del 9 settembre, la data limite andrebbe individuata al 30 settembre.

"La situazione non deve preoccupare" ha scritto Andrea Buongiovanni della Gazzetta dello Sport, "perché, sentenze del Tas alla mano, sono numerosi i casi in cui l’Agenzia mondiale antidoping ha ritenuto di dovere ricevere “maggiore documentazione”. La richiesta riferita alla vicenda Sinner non è quindi una spia di criticità, piuttosto una questione routinaria".

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La decisione potrebbe anche essere una sorta di reazione alle critiche per il mancato ricorso contro l'assoluzione dei 23 nuotatori cinesi trovati positivi alla trimetazidina sei mesi prima dell'Olimpiade di Tokyo e assolti dopo un'indagine interna cinese che ha individuato tracce della sostanza nelle cucine dell'hotel dove gli atleti avevano soggiornato prima delle gare. Secondo un'inchiesta della tv tedesca ARD e del New York Times, tra gli atleti che sarebbero stati coperti ci sarebbero anche Zhang Yufei e Wang Shun, medaglie d'oro ai Giochi di Tokyo.

La Wada ha ripetuto fin dall'inizio che non ha commesso alcun errore nel non sanzionare i nuotatori. L'agenzia ha sottolineato di aver "analizzato l'intero fascicolo nei dettagli e con considerevole scetticismo" e di non aver trovato "prove per contestare lo scenario di contaminazione presentato dagli atleti e da CHINADA", l'agenzia anti-doping cinese.

Anche il rapporto finale di un'indagine indipendente curato dal procuratore svizzero Eric Cottier esclude responsabilità da parte della WADA. Da questa vicenda, ha spiegato in una conferenza stampa il direttore generale dell'agenzia Olivier Niggli, "ci sono lezioni da imparare". Si possono migliorare le linee guida interne per la gestione dei casi di doping, ha spiegato, e le comunicazioni in caso di positività con gli atleti e le agenzie anti-doping nazionali.

Dopo il caso dei nuotatori cinesi, inoltre, la WADA aveva posto l'attenzione sull'elevato "numero di casi che sono stati chiusi senza squalifica quando non è stato possibile contestare la teoria della contaminazione”. 

"Approfondire il caso Sinner potrebbe essere una reazione alle accuse di inefficienza" ha scritto Marco Bonarrigo sul Corriere della Sera. Ma in ogni caso sembra improbabile che si arrivi a un ricorso. L'agenzia dovrebbe infatti convincere gli arbitri del TAS che Sinner fosse consapevole del rischio (ad esempio che era a conoscenza del fatto che Naldi stesse usando il Trofodermin, il farmaco contenente Clostebol), e leggendo la sentenza non appare così semplice. In più ci sono da considerare gli effetti che potrebbe avere per la WADA una sconfitta in appello al TAS. Sarebbe, come ha concluso Bonarrigo, "una mazzata memorabile". La WADA vorrà correre questo rischio adesso? Non resta che attendere.


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