

Jannik Sinner aprirà oggi il programma di singolare alle Nitto ATP Finals contro Stefanos Tsitsipas. Il New York Times lo celebra con un lungo articolo
di Alessandro Mastroluca | 12 novembre 2023
"Vai in campo, crea un grande spettacolo. Sii coraggioso, gioca il tuo tennis migliore e non pensare troppo al risultato". Chiaro il consiglio di Darren Cahill a Jannik Sinner alla vigilia del suo esordio alle Nitto ATP Finals 2023, oggi alle 14.30 al Pala Alpitour di Torino contro Stefanos Tsitsipas.
Di Jannik, il coach australiano ha parlato al New York Times che ha dedicato un lungo articolo, peraltro decisamente elogiativo, al numero 1 d'Italia e 4 del mondo.
SPECIALE NITTO ATP FINALS
Una volta entrato nel suo staff nell'estate del 2022, Cahill ha iniziato a mostrare a Jannik Sinner video di Andre Agassi, che l'australiano aveva riportato al numero 1 del mondo. "Jannik è alto, magro, ha una grande apertura di braccia e può generare grande potenza - ha detto al New York Times -. Andre ha rivoluzionato il gioco ai suoi tempi per come colpiva la palla, soprattutto dal lato del rovescio. Dai grandi giocatori del passato c'è tanto da imparare perché con la tecnologia di allora e con le racchette che avevano loro hanno semplificato molte cose".
Di quei grandi Jannik ha attirato l'attenzione da tempo. "Sinner è il futuro. Lo vedo come un Top 5 e magari anche numero 1" diceva nel 2020 Goran Ivanisevic, coach di Novak Djokovic vicinissimo a chiudere l'ottava stagione da numero 1.
Nitto Atp Finals, bagno di folla per i big
Il futuro si è fatto presente nel 2023. Sinner ha raggiunto la quarta posizione nel ranking mondiale, la seconda migliore di sempre nella storia del tennis italiano. Ha vinto il suo primo Masters 1000 a Toronto ed è l'italiano capace di vincere più partite in una singola stagione da quando esiste il circuito ATP.
Risultati, questi, che traducono i progressi tecnici costruiti con il coach Simone Vagnozzi e Cahill ma sarebbero impossibili senza un altrettanto efficace lavoro sul fisico con il preparatore Umberto Ferrara e il fisioterapista ex Virtus Bologna Giacomo Naldi. "Jannik non è un Alcaraz o uno Shelton, non ha la loro massa muscolare, è longilineo e alto. In questo ricorda Djokovic - ha detto Naldi a Libero -. Per ottimizzare il servizio abbiamo lavorato molto sull'articolazione della spalla per rendere i muscoli meno rigidi. Poi Ferrara ha perfezionato il gioco di gambe, e si nota in campo".
Fisico e qualità tecniche, però, non bastano in uno sport mentale come il tennis. Sinner non ha un mental coach nel team ma lavora con il programma Formula Medicine, presente dal 1989 nel mondo del motorsport, da quando il dottor Riccardo Ceccarelli ha iniziato a lavorare alla March Leyton House, scuderia all'avanguardia anche dal punto di vista della progettazione delle monoposto. Le realizzava Adrian Newey, uno dei migliori e più vincenti ingegneri nella storia della Formula 1, mente dietro le Williams, le McLaren e oggi le Red Bull che hanno vinto 25 titoli mondiali, tra piloti e costruttori.
"Mi danno degli esercizi al computer, è divertente lavorare con loro ma poi devi tradurre tutto in campo" ha detto Sinner, iper-competitivo anche fuori dal campo, pure nelle lunghe partite a burraco, ormai immancabili tra una partita e l'altra con il resto del team.
A Torino si sente l'attesa, la pressione che può trasformarsi in peso o in spinta verso la gloria. "Ai miei giocatori dico sempre di non pensare troppo solo alla vittoria e alla sconfitta, perché questo diventa una palla al piede. Li incoraggio sempre a guardarsi intorno, a godersi l'atmosfera, a sorridere, a fermarsi con i tifosi - ha spiegato al New York Times -. In fondo è per questo che siamo tutti qui".
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