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Niente più casi Sinner? La WADA: "Apriremo un tavolo di lavoro"

Il direttore della WADA all'Equipe annuncia l'apertura di un tavolo di lavoro per discutere della possibilità di non punire atleti positivi a sostanze proibite in dosi minime

30 novembre 2024

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La WADA, l'agenzia nazionale anti-doping, apre alla possibilità di non sanzionare atleti positivi ai controlli per concentrazioni minime di sostanze proibite. "Oggi esiste un problema di contaminazioni. Non è che ce ne siano più di prima, è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare le quantità infinitesimali. Questa cosa va gestita. Apriremo un tavolo di lavoro" ha detto il direttore Oliver Niggli al quotidiano francese L'Equipe dopo la squalifica di un mese inflitta a Iga Swiatek, positiva alla trimetazidina riscontrata in una concentrazione di 50 picogrammi per millilitro.

Meno di un miliardesimo di grammo, dunque. Come nel caso di Sinner, positivo ai controlli il 10 e 18 marzo 2024 al Clostebol, riscontrato nel primo caso con una concentrazione nelle urine nel primo caso di 86 picogrammi per millilitro, e nel secondo di 76 picogrammi per millilitro. La WADA, come noto, ha fatto ricorso al TAS contro l'assoluzione in primo grado per assenza totale di colpa o negligenza.

Entrambi, Sinner e Swiatek, hanno sostenuto che la positività sia il risultato di un'assunzione involontaria per contaminazione. Nel caso di Jannik, conseguenza di massaggi dal suo ormai ex fisioterapista Naldi che aveva precedentemente assunto il Trofodermin (spray che contiene il Clostebol) acquistato in Italia dall’ex preparatore atletico Ferrara.

Nel caso di Swiatek perché il lotto di un farmaco da banco contenente melatonina, che non ha la trimetazidina tra i componenti, ne recava invece tracce. "Le quantità sono così piccole che puoi contaminarti facendo cose banali - ha detto Niggli -. Ma la realtà è che sentiamo tante storie e capisco il pubblico, pensa che siamo ingenui, che ci beviamo tutto. È un problema. Se volessimo semplificarci la vita, potremmo fissare delle soglie e non vedere tutti questi casi. La domanda è: siamo pronti ad accettare il microdosaggio? Dove ci fermiamo?".

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