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Sinner: "Stiamo facendo cose nuove, ma non voglio stravolgere il mio tennis"

Le parole di Jannik Sinner dopo la vittoria su Terence Atmane negli ottavi del China Open a Pechino

27 settembre 2025

Jannik Sinner (Getty)

Jannik Sinner (Getty)

"Sto cercando di fare cose nuove in campo, e su questo sto spendendo abbastanza forza mentale, però dobbiamo stare attenti a non far troppo. Non dobbiamo stravolgere la mia identità, cambiare tutto quello che sono come giocatore". Commenta così Jannik Sinner la vittoria su Terence Atmane, che già aveva battuto in semifinale a Cincinnati, negli ottavi dell'ATP 500 di Pechino. L'azzurro ha raggiunto al China Open il terzo quarto di finale consecutivo nel torneo, come erano riusciti a fare solo Djokovic (2012-15), Isner (2013-15), e Nadal (2013-17). Giocherà il tredicesimo quarto di finale negli ultimi 13 tornei sul duro contro l'ungherese Fabian Marozsan, numero 57 ATP, che ha sconfitto 63 76(5) il francese Alexandre Muller. Missione non facile per l'ungherese: Sinner ha vinto 20 partite in stagione su 22 sul duro, e tutte le ultime 61 contro avversari fuori dalla Top 10 su questa superficie.

"Ci siamo affrontati ad Halle più di un anno fa - ha detto Sinner in conferenza stampa - Sta giocando bene. Ho visto le sue partite qui, ha dei picchi molto alti, colpisce forte e ha un gran tocco. E' una nuova sfida e non vedo l'ora di affrontarla".

Chiara la sensazione di work in progress, la volontà di Sinner di testare una serie di innovazioni nel corso del match contro Atmane. "In questo momento sto provando a fare, diciamo, l'80% del mio tennis abituale e un 20% di novità; secondo me dovrei arrivare al 90-95% di quel che sono io e provare a cambiare un 5% e magari all'inizio fare queste cose diverse nei momenti più più tranquilli. Sto pensando soprattutto alle rotazioni al servizio, poi oggi ho provato di più la palla corta, il serve and volley - ha detto Jannik - Ma devo stare attento a non perdere quello che sono. Comunque fa tutto parte del processo, è normale".

Chiaramente, dopo le prime due partite è impossibile che il ricorso a colpi o soluzioni meno abituali venga naturale. "Penso ancora troppo, è impossibile automatizzare tutto in così poco tempo" ha ammesso.

In questo percorso, ha concluso Sinner, "mi serve anche la forza e la convinzione del mio team. Simone è stato giocatore, quindi probabilmente sa quanto sia difficile cambiare delle cose, soprattutto in partita. Alla fine io sono in campo, ma gioco per tutta la squadra e quindi mi caricano, mi capiscono quando sbaglio e quando faccio una cosa bella. Mi danno tutti la carica e il giusto appoggio".

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