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Jannik, decimo quarto 1000: “Mai dare nulla per scontato”

L’altoatesino ha battuto o’Connell in due set ed è tra i last 8 per la decima volta in un mille. Nel prossimo turno ci sarà Machac: “So cosa aspettarmi da lui”

di | 27 marzo 2024

Il diritto di Jannik Sinner (Getty Images)

Il diritto di Jannik Sinner (Getty Images)

C’è armonia tra Jannik Sinner e le tonalità del blu che caratterizzano i campi di Miami. Non brilla, va sotto nel punteggio, non si scompone e vince. Sorride leggero ai tanti tifosi italiani che lo reclamano, a soli 22 anni è diventato il primo italiano a giocare dieci quarti di finale nei Masters 1000, il quarto consecutivo a Miami.

La partita con l’australiano O’Connell è iniziata con un break, ma con la calma dei grandi dal 2-4 nel primo set ha infilato sette game consecutivi che, di fatto, hanno segnato la partita: “Oggi non è stato facile – ha spiegato in conferenza stampa – era un po’ ventoso e abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo per adattarci. Lui oggi ha utilizzato molti slice, io ho spinto molto sul rovescio provando a chiudere con il dritto. E’ stata difficile, anche mentalmente, ma bisogna accettare questo tipo di difficoltà e adeguarsi alle condizioni”.  

Con il tennista australiano c’era un unico precedente di tre anni fa, e Sinner lo aveva perso: “Per me all’epoca erano le prime esperienze sul tour – ricorda - . Ora sono un giocatore totalmente differente, ho fatto molte esperienze e fisicamente sono cresciuto. Sono cambiato, sia come persona sia come giocatore, ma bisogna sempre fare attenzione in questi match, mai non dare nulla per scontato”.

Tra lui e la terza semifinale a Miami troverà il ceco Tomas Machac: “Non ci siamo mai affrontati ma guardo tanto tennis e so cosa aspettarmi da lui. Sta giocando un ottimo tennis, gioca con il braccio libero e non a caso in questo torneo ha già battuto Rublev e oggi Arnaldi. Gioca benissimo, solido, inoltre sa gestire bene le partite anche con il vento”.

In questa porzione di trasferta americana Jannik è accompagnato da Darren Cahill, ma la mattina dei match c’è un prezioso scambio di impressioni e sensazioni con Simone Vagnozzi: “Lo chiamo quando mi sveglio – racconta – e parliamo della partita. Lui poi la guarda da casa e mi manda un messaggio con le sue impressioni, cosa è andato bene e cosa male. Nulla di più perché a volte fa bene staccare un po’ e stare solo con Darren, a volte sento il bisogno di cambiare, lo trovo utile. Con lui riprenderemo da Montecarlo”.

Le immagini del suo incontro con il campione di wheelchair tennis Alfie Hewitt hanno fatto il giro del mondo, un’esperienza che Jannik ha apprezzato profondamente: “I veri fenomeni sono loro - dice convinto - , fanno sembrare facile una cosa che facile proprio non lo è. Mi sono sentito fortunato nel fare questa esperienza, spero che sul circuito vengano organizzati questi tornei sempre più spesso. Mi è capitato di vedere le loro partite in Australia... a volte sono molto più divertenti delle nostre”.

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