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Atp

Sinner incontra la nazionale, Spalletti: "Prendete esempio da lui"

Jannik Sinner ha incontrato la nazionale di calcio a Miami per il primo allenamento in vista dell'amichevole contro il Venezuela di giovedì

20 marzo 2024

Allenamento speciale per gli azzurri della nazionale di calcio che sarà impegnata a Miami giovedì in amichevole contro il Venezuela. Al "Chase Stadium", infatti, gli azzurri  hanno incontrato Jannik Sinner che si sta preparando per l'esordio al Miami Open: esordirà direttamente al secondo turno dopodomani contro Andrea Vavassori o Pedro Cachin.

Accolto dal presidente federale Gabriele Gravina, dal Ct e dal capo delegazione Gigi Buffon, Sinner si è fermato a lungo allo stadio, ha ricevuto gli applausi dei calciatori. Si è fermato a lungo allo stadio, si è fatto fotografare con la squadra, con il portiere Donnarumma, con Meret, Raspadori, Orsolini. 

Spalletti l’ha elogiato come un esempio di autodisciplina e motivazione: "Basterebbe prendere un pezzetto di lui", ha detto.

Foto di gruppo per Jannik Sinner con la nazionale italiana di calcio a Miami (Jannik Sinner)

Tanti sorrisi per tutti, un clima decisamente positivo sia per la nazionale sia per il numero 1 azzurro nel ranking ATP che il ct Spalletti tempo fa ha confessato di ammirare per il suo modo di essere. "Se avesse giocato a calcio, sarebbe stato probabilmente un capitano della nazionale" diceva.

Sinner in effetti da piccolo aveva iniziato proprio con il calcio con il Sexten, la squadra del paese di Sesto Pusteria. E' entrato a cinque anni nei Pulcini ed è rimasto cinque anni. Allora pensava solo a dribblare, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport Wolfram Egarter, allora presidente e oggi direttore sportivo del club. "Ha sempre fatto il centrocampista, piedi buoni e tanta qualità. Correva tanto e organizzava il gioco. Ma era magrissimo, le sue gambe sembravano degli stuzzicadenti”. Come calciatore, Jannik "usava entrambi i piedi, però preferiva il sinistro. Era il più talentuoso del gruppo". E di gol ne ha sempre segnati tanti. Era già competitivo, raccontano, odiava perdere anche a calcio. Una qualità che non ha perso sugli sci, né con in mano una racchetta.


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