"Dai miei genitori ho imparato a lavorare duro", ha raccontato la statunitense al sito del Cincinnati Open, dove giocherà il terzo turno. "Djokovic mi ha ispirato da più piccola, oggi guardo a Sinner"
di Samuele Diodato | 12 agosto 2025
A 17 anni, Iva Jovic era già la più giovane giocatrice in tabellone al Cincinnati Open. Eppure, la californiana, n. 88 WTA, entrata in qualità di lucky loser, si è spinta ancora oltre: ha battuto l’argentina Solana Sierra (n. 72), al primo turno, e poi ha lasciato appena tre game (63 60) alla testa di serie n. 20 e n. 23 al mondo Linda Noskova, per prenotarsi un posto nei sedicesimi di finale, dove oggi affronterà una bi-campionessa Slam come Barbora Krejcikova, scesa al n. 80 dopo la mancata difesa del titolo a Wimbledon.
Il cognome del giovane talentino a stelle e strisce non mente. È nata negli Stati Uniti, ma è figlia di due immigrati, papà Bojan, serbo, e mamma Jelena, croata. Due farmacisti che “hanno dovuto ricominciare da zero” dopo aver cambiato vita, ha raccontato Jovic in una lunga intervista al sito del Cincinnati Open.
Iva Jovic (Getty Images)
Si dipinge come la “classica ragazza californiana” a cui piacciono le attività legate al mare e i parchi divertimento, ma in casa è cresciuta con delle regole. Due su tutte: non litigare troppo con la sorella minore (Mia, che oggi studia a UCLA), la prima con cui ha diviso il campo da tennis, e imparare a parlare il serbo per capire bene la mamma e tutti i parenti.
Non è dato sapere se le sue origini abbiano influito, eppure nell’identificare il suo modello tennistico, Jovic non ha dubbi: “Guardavo sempre i Big Three: Djokovic è stato una grande fonte di ispirazione per me, così come vedere Serena Williams dominare”. Guarda anche alla generazione attuale, però, Iva, senza nascondere la predilezione per il n. 1 al mondo Jannik Sinner: “Adoro come gioca. Cerco di copiare il più possibile da lui”.
“Cincinnati è un posto stupendo, dopo gli Slam questi sono davvero i tornei più importanti – ha detto -. Dopo aver perso nelle qualificazioni ero infastidita, ed ho scoperto del ripescaggio solo il giorno stesso del primo turno. È una sensazione strana: da un lato sembra di aver “imbrogliato”, dall’altro si riesce a giocare più liberi. Spero di giocare spesso così in futuro”, ha concluso.
L’impatto iniziale, per chi sogna una carriera ad alti livelli, non è mai facile. Viverla con leggerezza, ma con l’ambizione di chi – come contro la sorella, da bambine – non sopporta di perdere è un filo sottile su cui Jovic non teme di poter camminare: "Penso di aver imparato molto dai miei genitori sul duro lavoro, e sul fatto che bisogna guadagnarsi tutto ciò che arriva. Sono davvero delle persone straordinarie”, ha puntualizzato.
Iva Jovic (Getty Images)
E per guadagnarsi certe cose, si sa, bisogna essere disposti ad imparare. Un anno fa, Jovic vinceva il Campionato Under 18 americano (USTA 18s National), mentre a giugno, grazie alla vittoria nel WTA 125 di Ilkley, si è guadagnata – appunto – l’ingresso nella Top 100 WTA. Ora, da studentessa diligente, sta tentando lo step successivo. In stagione, tra l'altro, ha già superato il primo turno all'Australian Open e al Roland Garros, sempre fermata da Elena Rybakina. A Wimbledon, invece, si è arresa all'esordio dopo un cammino brillante nelle qualificazioni.
“La transizione dal circuito junior a qui è entusiasmante. C’è una mentalità diversa, tutti lottano per ogni singolo punto”, ha raccontato. “Se abbassi la guardia anche solo un po’, può finire tutto. È a questo che mi sto abituando: dover essere super concentrata in ogni singola partita, a prescindere da chi hai di fronte. Ma penso di stare migliorando in questo aspetto e giocare contro professionisti di altissimo livello ti rende semplicemente una giocatrice migliore. Sono grata di essere qui”.