Matteo Gigante piega il croato al tie-break del terzo set e affronterà al secondo turno il canadese Gabriel Diallo
di Alessandro Mastroluca | 29 luglio 2025
Si porta l'indice alla tempia, Matteo Gigante, dopo aver firmato la quart vittoria in carriera con un Masters 1000. Numero 125 del mondo, all'esordio al National Bank Open al Sobeys Stadium di Toronto ha vinto di testa, di intelligenza. Ha piegato Borna Coric, numero 92, 46 62 76(2), dopo due ore e 36 minuti di partita, e si prepara a sfidare il canadese Gabriel Diallo, numero 36 ATP e 27ma testa di serie.
Gigante parte meglio (2-0) ma la maggiore solidità di Coric nella parte centrale fanno la differenza nel primo set. Il croato non sfonda di potenza, ma erode fiducia con la profondità, la costanza, la pesantezza di palla. Sfrutta a suo vantaggio il rendimento asimmetrico da fondo del mancino romano, che ricama alla grande di rovescio ma fa più fatica a far viaggiare la palla di diritto. Le incertezze appesantiscono i turni di battuta di Gigante che subisce due break di fila e va sotto 4-2. Un passaggio decisivo in un set in cui mette in campo meno di una prima su due e in queste occasioni vince il 77% di punti, ma ne fa meno della metà quando serve la seconda.
Il rovesciamento della situazione sembra far bene a Gigante, perché ricomincia a giocare meglio, anche se i 21 gratuiti a 10 finiranno per annullare gli effetti del numero quasi doppio di vincenti (13 a 7). Il mancino romano, numero 125 del mondo questa settimana (il suo best ranking), si guadagna anche una palla del possibile contro-break per andare 5-5. Coric gioca una prima solida, Gigante risponde sulla riga ma affonda a rete il rovescio successivo.
Altre due prime all'altezza del passato del croato, ex numero 12 del mondo e campione a Cincinnati nel 2022, chiudono il set. Un parziale in cui Gigante ha vinto cinque punti in più negli scambi brevi, durati non più di quattro colpi, Coric sette in più in quelli più lunghi.
Anche nel secondo set è Gigante il primo a scattare in vantaggio di un break: prima punisce un attacco molto corto di Coric e lo infila con un passante lungolinea, poi fa valere il suo bel rovescio e lo costringe a un diritto scarico e a metà rete.
Matteo dà un bel segnale nel quinto gioco: cancella una chance di controbreak (3-1 30-40) con il terzo ace della partita, ne salva un'altra poi copre bene la rete e allunga 4-1. E' un segnale. Gigante, che perde solo un punto quando serve la prima nel set e ne mette in campo due su tre, rinforza le sue ambizioni e toglie leggerezza al tennis del croato. L'ex n.12 del mondo, limitato a 7 vincenti e altrettanti gratuiti, consegna due set point al servizio: salva il primo ma sul secondo lascia sfilare la risposta di Gigante che invece rimbalza in campo. Tutto rimandato al terzo set.
Borna Coric (Getty Images)
Un terzo set che per Gigante inizia in salita, con un break da recuperare già dopo il primo game: bravo a salvare la prima chance con un ace, alla seconda mette appena in corridoio un diritto dal centro in avanzamento. Ma Gigante dimostra di non esserlo solo di nome, e cancella lo svantaggio: passante robustissimo di diritto in corsa su un attacco un po' tenero più risposta profonda che induce all'errore uguale 1-1. Lo scenario si ripete tra il settimo e l'ottavo game. Complice un po' di fretta nelle esecuzioni, Gigante va sotto 3-4 ma il croato gioca il suo peggior game di servizio: tre palle in rete e una volée di rovescio oltre la riga esterna del corridoio.
Gigante non può non rendersi conto di avere l'occasione per vincere, ancor di più dopo aver tenuto il servizio, pur con qualche brivido, nel game che vale il sorpasso sul 5-4. Coric cancella due match point, il primo dopo uno scambio da 21 colpi, il secondo con una prima vincente. Ma continua a giocar meglio i punti in cui è sotto rispetto a quelli in cui ha l'occasione di staccarsi, di avvicinare la vittoria. Gigante, al contrario, gestisce le emozioni con maggiore stabilità. Ne è un esempio il tie-break finale in cui perde il mini-break in apertura, poi recupera e vince tutti gli ultimi sei punti. Il finale lo scrive con un ace, l'ottavo della partita. Una partita vinta tanto con la testa quanto con la qualità del gioco.