

Il n. 99 farà il debutto nell'ATP 250 di Buenos Aires contro Etcheverry: "Dopo l'Australia, più persone hanno iniziato a riconoscermi. Dentro di me cerco di essere come sempre. Quando sono arrivato in Brasile mi sono reso conto che tutti erano più attenti”.
di Samuele Diodato | 11 febbraio 2025
Lo circondano come lo si fa con quelli che di normale hanno ben poco. A leggere la stampa argentina, si potrebbe dire senza esagerare che a Buenos Aires, nel club dove si sta svolgendo l’IEB+ Argentina Open (ATP 250 con 688.985 dollari di montepremi) sono davvero… tutti pazzi per Joao Fonseca (n. 99 ATP), il diciottenne di Rio de Janeiro che tanto negli ultimi mesi sta facendo parlare di sé. Tutti cercano una foto, un autografo con lui, come fosse già una testa di serie, o - meglio ancora - un campione affermato.
E poco importa se il pubblico albiceleste, più tardi, nel momento del debutto, si schiererà con il suo avversario, l’argentino Tomas Martin Etcheverry (n. 44). In molti lo apprezzano proprio perché lui, classe 2006, cerca di rimanere sé stesso nonostante sia l’astro nascente del tennis mondiale, capace di battere Andrey Rublev (al tempo n. 9) nel giorno dell’esordio assoluto all’Australian Open e in generale in uno Slam.
È anche cinico, il direttore del torneo Martin Jaite, quando parla di lui: “La prima volta che l'ho visto è stato l'anno scorso, a giugno, all'Argentine Tennis Club Challenger, dove perse in semifinale e sembrava già diverso. Mi sembra un ragazzo semplice e schietto. È molto calmo e educato. Ho chiamato il manager (Gustavo Abreu) ??e gli ho detto che volevamo averlo".
Teníamos una misión y la cumplimos ??
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“Lo trattiamo come se fosse uno dei migliori, - ha detto a La Nacion - con una stanza di lusso in un hotel a cinque stelle, di fronte all'Obelisco. Per noi è anche una scommessa sul futuro, affinché possano avere buona considerazione di noi negli anni a venire. Per fortuna, dopo di noi c’è il torneo di Rio de Janeiro”. Torneo nel quale Fonseca non può e non potrà mancare, il che aumenta la possibilità di rivederlo anche in Argentina in futuro.
Proprio essendo stato a contatto col ragazzo e con lo staff, Jaite non lesina paragoni importanti: “Da quello che vedo, mi ricorda molto Alcaraz, che è arrivato qui quando aveva 19 anni e ha un nucleo familiare molto sano attorno a lui, con persone molto unite". Ma il brasiliano non dà troppo peso a queste affermazioni, né a quelle che lo accostano all’ultimo grande verdeoro del tennis mondiale, Gustavo “Guga” Kuerten (ex n. 1 ATP e vincitore a Buenos Aires nel 2001).
"Non mi piace sentire paragoni perché ognuno ha i suoi tempi. Guga è uno dei miei idoli ed è un grande idolo per tutti i brasiliani, non solo per gli appassionati di sport – ha detto -. Dicono che potrò essere come lui, ma io voglio essere il prossimo Joao, voglio fare la mia strada”. Umile, e ancor di più – forse – lucido. Come aveva già fatto intuire nel post-match dell’impresa a Melbourne, citando Roger Federer per ribadire che il talento, senza duro lavoro, non basta.
“La settimana scorsa sono stato in Brasile. Stavo camminando per strada e alcune persone mi hanno fermato per scattare delle foto. È difficile, perché è una cosa nuova per me. Dopo l'Australia, più persone hanno iniziato a riconoscermi. Dentro di me cerco di essere come sempre. Quando sono arrivato in Brasile mi sono reso conto che tutti erano più attenti”.
Guga Kuerten ???? x ???? Joao Fonseca
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La nueva estrella brasileña habla del ex número 1 del mundo y campeón del IEB+ Argentina Open en 2001, Guga Kuerten ???? pic.twitter.com/kayoWUC3jU
"Nella mia carriera le cose sono successe molto rapidamente: sono passato dall'essere uno junior al raggiungere la top 100 nel mio primo anno da professionista. Ciò che devo fare è essere umile e lavorare sodo. Parlo molto con il mio allenatore, con i miei genitori, ho degli amici con cui parlo per ora mi sento bene così”, ha detto.
Non ha uno psicologo al suo fianco, e si sente perfettamente in grado di capire ciò che accade di fronte a lui, fuori e ancor di più in campo. E lo dovrà dimostrare anche questa sera, contro Etcheverry. Perché se è vero che ottiene sempre maggiore attenzione dagli spettatori, ne otterrà altrettanta anche dagli avversari, per i quali il suo “scalpo” comincia ad essere particolarmente appetibile.
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