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Djokovic lascia coach Ivanisevic: "Grazie di tutto, amico"

L'annuncio social di Novak Djokovic che annuncia la fine della collaborazione con il croato, campione a Wimbledon nel 2001

27 marzo 2024

Novak Djokovic si allena sotto lo sguardo di coach Goran Ivanisevic (foto Getty Images)

Novak Djokovic si allena sotto lo sguardo di coach Goran Ivanisevic (foto Getty Images)

Novak Djokovic ha annunciato attraverso il suo profilo Instagram la fine della sua collaborazione con Goran Ivanisevic.

"Ricordo chiaramente il momento in cui ho invitato Goran a far parte del mio team. Era il 2018, Marian [Vajda] e io stavamo cercando di innovare, di aggiungere un po' di magia al servizio nel nostro duo. Abbiamo portato non solo quello, ma anche tante risate, divertimento, stagioni concluse al numero 1 del mondo, nuovi record, 12 titoli Slam (e qualche altra finale)" ha scritto Djokovic.

"Goran e io abbiamo deciso di non lavorare più insieme da qualche giorno. La nostra chimica in campo ha avuto i suoi alti e bassi, ma la nostra amicizia è sempre stata solidissima. Sono orgoglioso di dire (non so se per lui valga lo stesso), che oltre a vincere tornei da anni abbiamo una battaglia in corso a Parchisi (clicca qui per scoprire di cosa si tratta). E questo torneo non finirà mai per noi. Šefinjo, grazie di tutto amico. Ti voglio bene".

Il croato, ex campione di Wimbledon, ha più volte sottolineato con ammirazione, negli anni, l'insopprimibile desiderio di migliorarsi di Djokovic. "Con lui c'è sempre da imparare. Sta diventando sempre più un pazzo, nel senso positivo del termine. Non so come descriverlo a parole", diceva dopo il trionfo all'Australian Open del 2023. Il passato in comune, l'aver affrontato le stesse sfide, ha aiutato la comprensione reciproca, soprattutto in momenti di tensione.

Ivanisevic, come Djokovic, ha conosciuto la pressione. E come Djokovic ha preso posizioni forti che hanno diviso i tifosi. Secondo il croato, "la pressione ci deve essere. E' lo stesso se alleni il Real Madrid: se non vinci una o due partite, vieni licenziato. Anche nel tennis, per quanto possa essere bello essere in finale, devi vincere. Contano solo gli Slam, i record".

Sulla carta, scriveva Vincenzo Martucci su SuperTennis, un croato di Spalato, peraltro un uomo di mare come Goran Ivanisevic, mancino, e un serbo di Belgrado (addirittura cresciuto in montagna) come Novak Djokovic non dovrebbero avere nulla in comune, invece hanno tantissimo.

Principalmente, oltre ad essere due atleti naturali appassionati di tutti gli sport e molto diretti come persone, si sentono in credito col destino, e sono tenaci paladini contro quelle che considerano ingiustizie. Così, Goran Ivanisevic che, dopo troppi sgambetti, ha strappato in extremis al destino il miracoloso trionfo a Wimbledon 2001 con la spalla rotta, ha chiuso la carriera con l’amaro in bocca e l’etichetta di un gran servizio. 

Da qui, come ha sottolineato lo stesso Djokovic, è scattata la motivazione per introdurlo nel team con risultati sotto gli occhi di tutti. "E' difficile migliorare con lui, ma Novak vuole farlo, è la cosa buona e insieme cattiva per me e per il team - diceva Ivanisevic nel 2023 dopo il successo su Jannik Sinner che l'ha reso il campione più titolato di sempre alle Nitto ATP Finals -. Penso sia migliorato molto nel gioco di volo, nella posizione e nell'esecuzione delle volée. Ora sa dove stare ed è difficilissimo passarlo. Il suo diritto è molto più potente e a volte tira anche la seconda al servizio sopra i 200 chilometri orari". 

Ora per Djokovic inizia una nuova fase, un nuovo capitolo. La sconfitta a Indian Wells contro Luca Nardi, primo giocatori fuori dalla Top 100 ad averlo battuto in un Masters 1000 dal 2008, e l'assenza a Miami lo proiettano direttamente verso la stagione sul rosso. Con qualche domanda in più e un po' di "magia" in meno nel team.

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