

L'ex n. 2 ha elogiato la rivalità tra i migliori due giocatori al mondo: "Sinner è quasi imbattibile, Alcaraz può farcela solo con la sua creatività, perché è un giocatore unico"
di Samuele Diodato | 24 maggio 2025
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz: dopo la finale agli Internazionali BNL d’Italia, la sfida è destinata a continuare anche al Roland Garros. Almeno secondo Alex Corretja, spagnolo ex n. 2 del mondo e vincitore di 17 titoli ATP tra gli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio. Della nuova rivalità, tra quelli che anche la classifica identifica come i migliori giocatori al mondo, Corretja ha parlato ai microfoni di As proprio alla vigilia del secondo Slam della stagione.
“La mia sensazione, è che sia Alcaraz che Sinner sono un passo avanti rispetto agli altri, o forse anche più di uno. Naturalmente, man mano che il torneo andrà avanti, vedremo quali giocatori sapranno adattarsi meglio e creare problemi. Ma penso che entrambi arrivino in ottima forma al torneo”, ha detto.
“Per Alcaraz è stato fondamentale vincere a Roma, soprattutto dal punto di vista mentale e della fiducia, dopo non aver potuto giocare a Madrid. A livello fisico, il fatto di sentirsi pronto, di credere di poter tornare a competere, è stato importantissimo. Nel caso di Sinner, dopo tre mesi senza competizioni, è davvero notevole come abbia gestito la situazione: come è arrivato a Roma, come si è adattato, come è riuscito ad arrivare in finale. E il calo del secondo set mi sembra dovuto proprio a tutti questi fattori, mentre Alcaraz è riuscito a salire di livello. Penso sarà molto difficile che non siano loro due a giocarsi la finale”.
Alcaraz vince, Sinner promette. Roma è uno spettacolo
Spiegando ciò che vede nella loro rivalità, che oggi vede Alcaraz avanti 7-4 nei precedenti, con una striscia positiva di quattro successi, Corretja ha paragonato Sinner ad una “macchina perfetta”: “Oggi Carlos è leggermente sopra in termini di sensazioni e risultati. Ma se arrivassero entrambi in finale, bisognerebbe vedere in che condizioni ci arrivano, perché sarebbe una finale davvero aperta, perché Sinner troverebbe quel ritmo che gli manca nel corso del torneo”.
“Sinner è una macchina perfetta e, per smontare una macchina, bisogna trovare i tasti giusti. Alcaraz ha il grande merito e la grande fortuna di avere quelle armi. È quasi impossibile battere Sinner, è come una versione migliorata di Agassi e Djokovic, è in un’altra dimensione. Alcaraz ha capito che non si può sfidare Sinner sulla costanza ed il gioco lineare: lì, l’italiano è il migliore. Quindi deve usare la sua creatività e capire che ci sono momenti in cui deve variare altezze, potenze, angoli, intensità. Tutto questo comporta anche uno sforzo che per Carlos è molto difficile da sostenere. Contro Sinner deve dare qualcosa in più, e a Roma ha dovuto farlo. Se giocherà la finale del Roland Garros, dovrà dare tre volte quel “di più”, perché una sola non basterà: Sinner non ha giocato per tre mesi e ogni partita che farà a Parigi lo farà migliorare”.
Infine, Corretja ha anche spiegato la sua visione tattica del tennis su terra battuta, ribadendo i motivi per cui Alcaraz ottiene i suoi successi, mentre Sinner sta cercando i correttivi per esprimersi al meglio: “Secondo me, oggi il circuito si è molto uniformato a livello tattico. Oggi si gioca su tre o quattro colpi e si vuole già chiudere lo scambio, mentre prima – soprattutto spagnoli e sudamericani – si affidavano ai colpi con molta rotazione”.
"Oggi tutto questo sta scomparendo, ma penso che su terra vinca ancora chi sa giocare bene in quel modo - ha concluso -. Alcaraz vince anche per la sua resistenza, Musetti e Ruud hanno un tipo di gioco fatto di rotazioni, angoli che servono ad aprirsi il campo. Anche Draper sta migliorando e Sinner sulla terra gioca il dritto con maggiore parabola, lavora di più il servizio. Su terra non si vince giocando piatto da fondo. Anche Andre Agassi per vincere (nel 1999, completando il Career Grand Slam) dovette giocare diversamente rispetto al solito, con molta più intelligenza”.
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