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Verso gli Us Open: 5 temi scolpiti nel cemento

Sinner contro Alcaraz (di nuovo), le chance di Novak Djokovic, gli americani in America. E ancora, il terzetto al vertice del tennis mondiale femminile e le ambizioni di Jasmine Paolini. Ecco cosa ci dobbiamo attendere dalle prossime settimane

23 luglio 2025

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SINNER VS ALCARAZ

Sempre loro. Loro che ormai stanno diventando (se già non lo sono) i nuovi Big 2, scavando un solco sempre più ampio con gli inseguitori. Ma cosa cambia, sul cemento, rispetto a terra ed erba? Fino a pochi mesi fa avremmo detto che cambia tanto, perché Jannik Sinner sul rosso e sui prati si trovava teoricamente ancora piuttosto indietro rispetto a Carlos Alcaraz. Ma la finale al Roland Garros (persa in quel modo...) e il trionfo a Wimbledon hanno detto altro. Ed è finita che pure la parte di stagione idealmente meno adatta all'altoatesino gli ha regalato tanti punti e la sensazione di poter essere il numero 1 davvero ovunque. Sugli hardcourt, però, è da un pezzo che Jannik domina, avendo vinto gli ultimi tre Major disputati, due in Australia e uno a New York. La domanda dunque non è tanto sulla conferma di Jannik, ma sul fatto che Alcaraz possa colmare quella distanza che fin qui si è vista negli Slam sul duro. I testa a testa, anche sul cemento, sorridono a Carlitos, ma nei Major c'è un solo precedente, quello (drammatico) dei quarti di New York nel 2022.

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LE CHANCE DI NOLE

Detto di Sinner e Alcaraz, il circuito dalla stagione americana vorrebbe pure conoscere il nome di un terzo incomodo. O magari di più d'uno. All'interno del tema se ne nasconde un altro, quello legato alle chance di Novak Djokovic di vincere un altro Slam, il numero 25 della sua carriera. Chiaro che si tratti dell'ultima vera motivazione rimasta a Nole, ma con quei due fenomeni sul percorso, riuscire a centrare l'obiettivo pare sempre più complicato, quasi una chimera. Djokovic ha battuto Sinner per l'ultima volta nel novembre del 2023 a Torino, prima di cinque sconfitte di fila. Mentre contro Alcaraz va decisamente meglio, considerate le vittorie nella finale olimpica di Parigi 2024 e negli Australian Open di quest'anno, a livello di quarti di finale. Nel frattempo Carlitos è cresciuto, ma sugli hardcourt, per Nole, il vero incubo è Sinner.

L'AMERICA IN AMERICA

Sempre considerando il grande tema del 'terzo incomodo', c'è tutta una generazione di americani che – dalla stagione americana – attende perlomeno di crescere e avvicinarsi ulteriormente ai due fenomeni. Taylor Fritz per esempio, che vanta la finale dello scorso anno a New York e le recenti semi a Wimbledon, come biglietto da visita. Non c'è dubbio che il suo Slam, per ragione tecniche ed emotive, sia quello nella Grande Mela, ma da qui a vincerlo ce ne passa. Un gradino sotto c'è Ben Shelton, che cresce sì ma più lentamente di quanto qualcuno si aspettasse: quest'anno ha raggiunto le semi in Australia (sconfitto da Sinner), gli ottavi a Parigi (sconfitto da Alcaraz) e i quarti a Wimbledon (battuto ancora da Sinner). Il problema però non sono tanto le sconfitte, quanto il modo in cui sono arrivate, senza mai avere delle vere chance. Frances Tiafoe, Tommy Paul e tutti gli altri sono ugualmente pericolosi ma – probabilmente – non abbastanza costanti e maturi per creare vero scompiglio.

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SABALENKA, GAUFF, SWIATEK

Il circuito femminile si presenta agli Us Open con poche certezze. Se fino a poco tempo fa Aryna Sabalenka sarebbe stata considerata chiaramente favorita, oggi la situazione è cambiata, visto l'ultimo Wimbledon. Intanto, è tornata in gioco Iga Swiatek, che non solo si è presa i Championships, ma si è pure ripresa la sicurezza in se stessa che per diversi mesi aveva perso. Aryna, che a New York difende il titolo, arriva con meno fiducia, non solo per l'ultimo periodo avaro di soddisfazioni, ma anche per le sconfitte patite sul più bello tra Australian Open (con Madison Keys) e Roland Garros (con Coco Gauff). Proprio la Gauff, che gli Us Open li ha vinti nel 2023, è la terza più seria candidata a una stagione da protagonista, con il piccolo vantaggio di giocare in casa che potrebbe aiutarla. Fuori da queste tre, che hanno vinto l'ultimo Slam dell'anno nelle ultime tre edizioni e si trovano ai primi tre posti del ranking, le speranze diminuiscono parecchio, anche per le condizioni fisiche precarie di alcune possibili protagoniste (Zheng, Badosa).

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LA RISCOSSA DI JASMINE?

Dopo il trionfo a Roma, Jasmine Paolini ha vissuto un periodo con più dubbi che certezze. Ottavi al Roland Garros (con rimpianti annessi per la sconfitta con Elina Svitolina), poi semifinale a Bad Homburg e secondo turno a Wimbledon. Nel frattempo, è giunta la separazione da coach Marc Lopez, segno che qualcosa andava cambiato, per ritrovare fiducia e serenità. La stagione sul cemento, in teoria, può essere quella della riscossa, se Jasmine riuscirà a trovare nuovamente l'equilibrio che l'aveva contraddistinta. Perché sarà pur vero che negli Slam sul duro non è mai andata oltre gli ottavi, ma è altrettanto vero che non c'è nessun motivo perché il suo tennis debba essere meno competitivo sugli hardcourt: a testimoniarlo, il titolo vinto lo scorso anno a Dubai ma pure la semi di quest'anno a Miami. In fondo, è tutta questione di fiducia.

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