Il norvegese classe 2006 considera Ruud come un "fratello maggiore" i consigli. Nell'ultimo anno si è allenato con Sinner e si è guadagnato la stima di Cahill: "Mi ha detto che ho un grande potenziale". Campione a Wimbledon juniores nel 2024, ora sarà protagonista alle Next Gen ATP Finals
di Samuele Diodato | 14 dicembre 2025
“Se da junior mi avessero detto che avrei vinto 50 partite e quattro Challenger nel mio primo anno da pro, probabilmente ora avrei un sorriso enorme sulle labbra”. E non potrebbe essere altrimenti, per Nicolai Budkov Kjear (n.136 ATP), che a 19 anni e neanche tre mesi, vuole solo “godersi il momento”, ha confessato al sito ATP nel mese di ottobre, durante il quale ha ottenuto una wild card per l’ATP 500 di Vienna.
“Cerco di prendermi ogni chance che ho, di pensare punto dopo punto, perché non posso controllare quello che è successo o quello che succederà”. Un mindset che evidentemente ha funzionato, e gli ha permesso di esprimere subito il suo potenziale, fino a conquistarsi anche un posto alle Next Gen ATP Finals presented by PIF del 2025.
Rispetto ai rivali che saranno presenti a Jeddah, il suo è un background leggermente diverso. Ha iniziato a giocare a tennis a tre anni circa e al suo fianco oggi c’è il padre, ex giocatore. Alexander Kjaer per cinque anni è stato impegnato con la Federazione norvegese di tennis. Ne era anche il CEO nel 2016, quando un diciassettenne Casper Ruud diventava il più giovane norvegese di sempre a vincere un Challenger.
Il team di Coppa Davis norvegese a febbraio contro l'Argentina: Ruud è il secondo da sinistra, Budkov Kjaer il terzo da destra (Getty Images)
E s’apprestava, così, non solo a diventare il più forte norvegese di sempre, ma anche il punto di riferimento qual è oggi per Nicolai, che come idolo d’infanzia ha avuto Roger Federer. “Casper è come un fratello più grande per me, mi ha dato tanti consigli. È una persona fantastica e mi scrive sempre dei messaggi, rendendomi felice, quando ottengo dei risultati. È anche fantastico che ci sia uno come lui a rappresentare il nostro paese. Speriamo di poterlo fare insieme nei prossimi anni”, aveva detto Budkov Kjaer pochi giorni dopo aver vinto il suo primo Challenger in quel di Glasgow (cemento) a febbraio.
In realtà, appena due settimane prima aveva già rappresentato la Norvegia insieme a Ruud nella sconfitta per 3-2 contro l’Argentina nei Qualifier di Coppa Davis, in cui il giovane rampante si era fatto notare con una prestazione maiuscola per tenere in campo per quasi quattro ore di partita – prima di arrendersi al tie-break del terzo – Tomas Martin Etcheverry.
Ma per un predestinato come lui, è solo questione di tempo. Già campione a Wimbledon juniores 2024 e finalista allo US Open (sconfitto da Rafael Jodar, anche lui presente a Jeddah), Budkov Kjaer ha proseguito per la sua strada, costellata di successi. A luglio, ha superato le qualificazioni all’ATP 250 di Bastad (terra rossa) vincendo anche il primo match in un main draw del circuito maggiore (contro il brasiliano Thiago Monteiro).
Nel 2024, era stato scelto come “sparring partner” per i migliori giocatori del mondo alle Nitto ATP Finals, attirando l’attenzione anche di personalità illustri come Darren Cahill, coach di Jannik Sinner insieme a Simone Vagnozzi. “Nell’ultimo anno mi sono allenato molte volte con Sinner – ha appunto detto al sito ATP il talento classe 2006 – e Cahill mi ha detto che ho grande potenziale: ho una preparazione piuttosto ampia sul dritto, e mi ha detto che se sarò il grado di prepararlo prima, il dritto potrà diventare un ‘martello’”.
Nicolai makes Norwegian history ????
— Wimbledon (@Wimbledon) July 14, 2024
Budkov Kjaer becomes the first Norwegian to win a Grand Slam singles title at any level, defeating Mees Rottgering 6-3, 6-3 to win the Boys' Singles final!#Wimbledon pic.twitter.com/aqcys17Db2